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Dazi Usa: mezzo secolo di scontri commerciali tra Stati Uniti e Unione europea

• 23 d’abr. 2025, 7:08
5 min de lecture
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I dazi Usa del 25 per cento imposti a marzo sull'alluminio e sull'acciaio dell'Ue hanno dato il via a una battaglia commerciale tra alleati di lunga data. Ne è seguita l’imposizione di altrettanti dazi del 25 per cento sulle importazioni di automobili dell'Ue negli Stati Uniti e di una tariffa generalizzata del 10 per cento su altre importazioni. I funzionari dell'Ue, stretti tra l'indignazione diplomatica e la necessità di proteggere le industrie europee, hanno annunciato una serie di contromisure. Tuttavia, queste sono state sospese dopo che il presidente Donald Trump ha proclamato una pausa di 90 giorni su alcune cosiddette tariffe reciproche, che avrebbero fatto salire il "prelievo generalizzato" dal 10 al 20 per cento.

Questa non è la prima volta che l'Ue e gli Usa si scontrano su questioni commerciali. Dal pollo alla produzione di aerei, una serie di schermaglie economiche ha costellato la storia dell’alleanza transatlantica. Questo scontro, tuttavia, mostra segni di una possibile escalation ben oltre i precedenti, con i servizi – e in particolare la tecnologia – che entrano nel campo di battaglia a causa del surplus commerciale statunitense nei servizi rispetto all’Ue.

La guerra dei polli: Usa-Ue 1-1

Nel 1962, di fronte a un'ondata di importazioni di pollo americano a basso costo, la Comunità Economica Europea (Cee) – allora composta da Francia, Germania Ovest, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo – intraprese un'azione decisa, imponendo dazi sul pollame statunitense. La mossa ebbe un impatto immediato: le esportazioni americane verso l’Europa, in particolare la Germania Ovest, crollarono. Gli Stati Uniti stimarono le perdite in 46 milioni di dollari all’anno, mentre la Cee parlava di 19. Il Gatt – precursore dell’Omc, Organizzazione Mondiale del Commercio – trovò un compromesso: 26 milioni. In assenza di accordo, Washington reagì imponendo dazi per un valore simile su merci europee come camion, brandy e destrina. Alla fine, nessuno ne uscì vincitore: l’Europa pagò meno del previsto, e gli Usa ottennero una leva con dazi mirati.

La guerra delle banane: Usa- Ue 1-0

La cosiddetta “guerra delle banane” è stata una delle dispute commerciali più lunghe tra Bruxelles e Washington, durata oltre 15 anni. Nel 1993, l’Ue adottò un regime preferenziale per le esportazioni di banane dai Paesi Acp – ex colonie europee in Africa, Caraibi e Pacifico – per sostenere economie fragili. Gli Usa contestarono la decisione, sostenendo che danneggiava le loro multinazionali leader nel commercio globale di banane. Nel 1997, l’Omc condannò l’Ue. Dopo modifiche ritenute insufficienti da Washington, gli Usa imposero dazi su prodotti europei come borse francesi e pecorino italiano, fino a 191 milioni di dollari. Solo nel 2009 l’Ue accettò di ridurre i dazi sulle banane da 176 a 114 euro per tonnellata.

La guerra degli ormoni nella carne bovina: Usa-Ue 0-1

Nel 1989, la Cee vietò l’importazione di carne bovina trattata con ormoni della crescita artificiali per motivi di salute pubblica. La decisione bloccò le esportazioni da Usa, Canada e Australia. Washington e Ottawa fecero ricorso all’Omc, che nel 1999 diede loro ragione. Gli Stati Uniti ottennero così il diritto di imporre dazi su prodotti Ue per 116,8 milioni di dollari annui, colpendo simboli come Roquefort, prosciutti italiani e cioccolatini belgi. Dopo più di vent’anni, nel 2011 l’Ue accettò di aumentare le quote di carne bovina non trattata con ormoni dagli Usa. In cambio, Washington eliminò i dazi punitivi.

La storia infinita, Boeing vs Airbus: Usa-Ue 0-0

Per 17 anni, Ue e Usa si sono scontrati sui sussidi pubblici ad Airbus e Boeing. Un accordo del 1992 cercò di regolarli, ma nel 2004 Washington si ritirò e accusò l’Ue di sovvenzionare ingiustamente Airbus, aprendo un contenzioso presso l’Omc. Nel 2019, l’Omc autorizzò gli USA a imporre tariffe per 7,5 miliardi di dollari su beni Ue. Nel 2020, l’Ue ottenne lo stesso diritto per i sussidi a Boeing. Nel 2021 fu annunciata una tregua: sospensione delle tariffe fino al 2026.

La prima guerra dell’alluminio e dell’acciaio: Usa- Ue 0-0

Nel 2018, l’amministrazione Trump impose dazi sull’acciaio e alluminio per motivi di sicurezza nazionale. L’Ue rispose con un ricorso all’Omc e dazi per 2,8 miliardi di euro su beni simbolici Usa, come bourbon, motociclette e succo d’arancia. Lo stallo durò fino al 2021, quando con l’amministrazione Biden fu concordata una sospensione dei dazi, salutata come un passo verso la fiducia. Ma la fragile pace è svanita: i dazi Usa torneranno da marzo 2025.

Gioco, partita e incontro

A rendere unica l’attuale situazione di stallo, oltre alla sua intensità, è l’apparente marginalizzazione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Tradizionalmente, come mostrano gli esempi citati, le controversie venivano incanalate tramite l’Omc o il suo predecessore Gatt. Oggi, invece, gli Stati Uniti bloccano le nomine al panel dell’Omc che decide le dispute e hanno imposto tariffe “reciproche” contro oltre metà dei membri.

Le guerre commerciali Ue-Usa ci ricordano che, anche se qualcuno può sembrare vincente sulla carta, nessuno trionfa davvero in una guerra commerciale.