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L'Ue vuole trasferire i richiedenti asilo da Italia, Spagna, Grecia e Cipro ad altri Paesi membri

• Nov 11, 2025, 8:25 PM
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Spagna, Italia, Grecia e Cipro sono "sotto pressione migratoria". Lo afferma la Commissione europea, nel suo primo Rapporto annuale su asilo e migrazione, presentato martedì.

Questi Paesi sono stati interessati lo scorso anno da un "livello sproporzionato" di arrivi di migranti, compresi quelli salvati in mare. Nel 2026 beneficeranno, quindi, della solidarietà degli altri Stati membri dell'Ue, che potrebbe esprimersi con la ricollocazione dei richiedenti asilo sul loro territorio o con un contributo finanziario.

Insieme a questa valutazione, la Commissione ha proposto ai 27 Stati membri dell'Ue il Pool annuale di solidarietà, un meccanismo per determinare il numero totale di richiedenti asilo da ricollocare e l'importo che ogni Paese dovrebbe stanziare o compensare pagando.

Il Pool annuale di solidarietà per bilanciare la pressione migratoria

La proposta del pool non è pubblica. Sarà discussa dagli Stati membri dell'Ue, che dovranno decidere le dimensioni e la quota di solidarietà per ciascun Paese entro la fine dell'anno.

Ogni Stato membro, a eccezione di quelli sotto pressione migratoria, deve contribuire in proporzione alla sua popolazione e al suo Pil totale e può scegliere tra tre opzioni per soddisfare le esigenze delineate nel pool di solidarietà: ricollocare un certo numero di richiedenti asilo sul proprio territorio, pagare 20mila euro per ogni persona non ricollocata o finanziare il sostegno operativo negli Stati membri sotto pressione migratoria.

La decisione finale sarà presa dai Paesi dell'Ue con una votazione a maggioranza qualificata, con la dimensione minima del pool di solidarietà fissata per legge a 30mila ricollocamenti e 600 milioni di euro di contributi finanziari.

Il rapporto della Commissione individua anche dodici Stati "a rischio di pressione migratoria. Si tratta di Belgio, Bulgaria, Germania, Estonia, Irlanda, Francia, Croazia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia e Finlandia. Questi Paesi sono tenuti a fornire solidarietà a chi è sottoposto a pressione migratoria, ma la loro situazione sarà rivalutata per evitare obblighi sproporzionati nel prossimo anno.

Un terzo gruppo di Paesi è stato classificato come "che sta affrontando una situazione migratoria significativa": Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Croazia, Austria e Polonia. Questi Paesi sono ancora tenuti a fornire solidarietà, ma possono chiedere una deroga alle loro quote, che deve essere certificata dalla Commissione e approvata dagli altri Stati membri.

Il rapporto e il pool di solidarietà sono la base per sviluppare il sistema di "solidarietà obbligatoria" previsto dal Patto su migrazione e asilo, la grande riforma della politica migratoria adottata nel 2024.

Polonia, Ungheria e Slovacchia si oppongono al piano per l'Ue sulla migrazione

Alcuni Paesi dell'Ue si oppongono ancora al sistema previsto dal Patto su migrazione e asilo. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, il suo omologo Donald Tusk e il premier slovacco Robert Fico hanno già dichiarato che non applicheranno le regole dell'Ue, poiché non vogliono contribuire né finanziariamente né accettando migranti da altri Paesi.

"La Polonia non accetterà migranti nell'ambito del Patto per la migrazione. E non pagheremo per questo", ha scritto Tusk su Twitter poco dopo la presentazione del rapporto.

Budapest e Varsavia non hanno nemmeno presentato alla Commissione il loro piano di attuazione del Patto, ha ammesso il commissario europeo per gli Affari interni Magnus Brunner durante una conferenza stampa.

Il mancato contributo al meccanismo di solidarietà sarebbe "una violazione degli obblighi previsti dal diritto comunitario", ha dichiarato a Euronews un alto funzionario dell'Ue. Ciò potrebbe portare a una procedura di infrazione nei confronti dei Paesi che non sono disposti a contribuire quando il regolamento entrerà in vigore nel giugno 2026. Secondo fonti dell'Ue, la prima valutazione delle nuove regole migratorie dell'Ue avverrà il prossimo luglio.

L'unica possibilità legale per evitare la quota di solidarietà è la richiesta di un'esenzione, che può essere fatta solo dai Paesi considerati "che si trovano ad affrontare una situazione migratoria significativa": Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Croazia, Austria e Polonia.

Se l'esenzione viene accettata dalla Commissione e dagli altri Stati membri, il Paese che l'ha richiesta non è più obbligato ad accogliere i richiedenti asilo, né a compensarli con contributi finanziari. La quota di quel Paese non sarà ridistribuita tra gli altri Stati membri.

Secondo il rapporto della Commissione, la situazione migratoria generale nell'Ue è migliorata, con un calo del 35 per cento degli attraversamenti illegali delle frontiere nel periodo di riferimento (luglio 2024-giugno 2025).

Allo stesso tempo, la Commissione considera gli arrivi irregolari, i movimenti non autorizzati di migranti all'interno dell'Ue e l'uso della migrazione come arma da parte di Russia e Bielorussia, tra le sfide che l'Ue deve ancora affrontare.