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L'accusa di Save the Children: "Le regole Ue mettono in pericolo i migranti minorenni"

• Nov 26, 2025, 5:11 PM
4 min de lecture
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Secondo un rapporto di Save the Children pubblicato mercoledì, le norme dell'Unione europea stanno attivamente peggiorando i rischi per i migranti minorenni che viaggiano lungo le pericolose rotte verso l'Europa dal Sudan.

Lo studio dimostra che gli sforzi dei Paesi europei per trattenere i richiedenti asilo nei Paesi limitrofi, fornendo sostegno finanziario e operativo in particolare al Nord Africa, stanno di fatto esponendo bambini e ragazzi a gravi pericoli. L'Ue sta infatti stringendo accordi in materia di migrazione con alcuni Paesi vicini, investendo nel sostegno operativo alla sorveglianza delle frontiere per evitare che i migranti si imbarchino dalle loro coste in viaggi spesso pericolosi.

L'Ue ha annunciato 675 milioni di euro per controllare le frontiere nei Paesi dell'Africa settentrionale

A ottobre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato l'erogazione di altri 675 milioni di euro ad alcuni Paesi del Nord Africa proprio per sostenere una "gestione efficace delle frontiere" per il periodo 2025-2027.

"L'Ue investe centinaia di milioni di euro nel controllo delle frontiere e delle migrazioni senza garantire il rispetto dei diritti dei minorenni, anche se è legalmente obbligata a farlo", ha dichiarato in un comunicato l'esperta di migrazioni di Save the Children Federica Toscano. Secondo la quale "una delle conseguenze di questi investimenti senza un'adeguata protezione delle persone coinvolte è la crescente violazione dei diritti dei bambini".

Euronews ha contattato la Commissione europea per un commento sul rapporto senza ricevere però risposta al momento della pubblicazione.

Dal Sudan all'Europa: le rotte ad alto rischio seguite dai migranti minorenni

Il rapporto di Save the Children si concentra sulle rotte dal Sudan all'Egitto, alla Libia, alla Grecia e ai Balcani occidentali e si basa su interviste effettuate a 66 minorenni, 19 esperti e 11 operatori.

L'organizzazione non governativa ha riferito che tutti i minorenni intervistati tra coloro che sono transitati dalla Libia hanno subito gravi violenze, sfruttamento sessuale, estorsioni e detenzione a lungo termine da parte di gruppi armati.

In Grecia, i bambini hanno descritto di essere stati perseguiti come trafficanti e nei Balcani occidentali, dove un richiedente asilo su cinque intervistato dall'organizzazione ha subito respingimenti violenti e in alcuni casi presumibilmente illegali da parte della polizia di frontiera.

Secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, meglio nota con il nome Frontex, il numero di richiedenti asilo che arrivano ai confini europei è diminuito negli ultimi anni. Ciò può essere attribuito in parte proprio agli investimenti effettuati dall'Ue nei principali Paesi di partenza dei migranti irregolari, tra cui Tunisia, Libia e Mauritania.

Bruxelles fornisce principalmente attrezzature terrestri e marittime e formazione operativa per le forze di frontiera e le guardie costiere locali. Di solito l'Ue delega l'attuazione dei suoi investimenti a Frontex, ai bracci operativi dei governi europei o a organizzazioni private.

"Bambini bloccati nei Paesi di transito, nelle mani dei contrabbandieri e invisibili rispetto ai sistemi di protezione"

Tuttavia, Save the Children ha denunciato che, benché il numero di arrivi possa essere diminuito, il numero di minorenni che cercano di raggiungere le coste europee rimane molto elevato.

L'attenzione unilaterale alla rigida applicazione delle frontiere spinge i flussi migratori "nella clandestinità", spiega il rapporto, "portando i bambini e ragazzi non accompagnati nelle mani dei contrabbandieri e rendendoli invisibili rispetto ai sistemi di protezione".

Ciò significa che, nonostante il calo del numero di arrivi in Europa, sempre più bambini sono intrappolati in situazioni pericolose nei Paesi di transito, cadendo anche nelle mani di trafficanti senza scrupoli.


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