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Meno ricollocamenti di richiedenti asilo dai Paesi sotto pressione migratoria, tra cui l'Italia

• Dec 8, 2025, 7:14 PM
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I Paesi dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo lunedì sulle "quote di solidarietà" per l'accoglienza di persone migranti tra Stati membri per il 2026.

Si tratta di 21mila ricollocamenti di richiedenti asilo dagli Stati sottoposti ad alta pressione migratoria (Italia, Spagna, Grecia e Cipro), e 420 milioni di euro in contributi finanziari.

La cifra è inferiore alla soglia proposta dalla Commissione europea e riduce di fatto il livello di solidarietà destinato ai quattro Paesi.

Secondo il Regolamento dell'Unione europea sulla gestione dell'asilo e della migrazione, ogni anno la Commissione dovrebbe proporre un pacchetto che prevede il ricollocamento di almeno 30mila persone dai Paesi sottoposti a forte pressione migratoria verso gli altri, e minimo 600 milioni di euro di contributi finanziari.

Gli Stati possono poi contribuire alle quote di solidarietà tramite ricollocamenti, contributi finanziari o misure alternative, come l’invio di personale ai Paesi sotto pressione o il sostegno alla costruzione di centri di accoglienza.

Nella prima attuazione di questa regola, però, i ministri dell’Interno degli Stati membri hanno ridotto le quote e i finanziamenti, sostenendo che il primo ciclo di solidarietà entrerà in vigore solo da giugno 2026, e coprirebbe quindi solo metà dell'anno.

Come funzionano le quote di solidarietà

La quota di solidarieta viene assegnata a ogni Paese in base alla sua popolazione e al suo Pil .

Per il 2026, Repubblica ceca, Croazia, Austria e Polonia hanno ottenuto un'esenzione totale dalle loro quote, l'Estonia una parziale deduzione. Questi Paesi, insieme alla Bulgaria, erano stati classificati dalla Commissione come "sottoposti a una situazione migratoria significativa", e quindi autorizzati a chiedere tale esenzione.

Gli impegni specifici presi da ogni Stato rimangono segreti fino all'adozione legale delle quote specifiche di solidarietà, prevista per il 16 dicembre. Secondo fonti europee, tuttavia, la maggior parte dei Paesi ha optato per contribuire finanziariamente.

Meno solidarietà per i Paesi sotto pressione migratoria

Gli aiuti a Spagna, Italia, Grecia e Cipro saranno ridotti di quasi un terzo rispetto al piano originale.

Il ministro dell'Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, ha reagito sostenendo che il risultato si allontana dall'accordo generale sulla migrazione raggiunto nel 2023 e ha invitato l'Europa a mantenere "l'equilibrio tra solidarietà e responsabilità".

"La quota di solidarietà non può trasformarsi in una trattativa al ribasso", ha dichiarato Grande-Marlaska.

Non è ancora stato deciso come verranno scelte le 21mila persone migranti da ricollocare, né quante persone proverranno da ciascuno dei quattro Paesi sotto pressione migratoria. Se l'obiettivo generale di 21mila ricollocamenti non sarà raggiunto, entrerà in funzione un meccanismo chiamato "compensazione delle responsabilità" (responsibility offset).

Gli Stati membri saranno obbligati a farsi carico dei richiedenti asilo già presenti sul loro territorio e che avrebbero dovuto presentare domanda nel primo Paese di arrivo nell’Ue, finché i ricollocamenti mancanti non saranno compensati.

La Germania dovrebbe fare ampio ricorso a questo meccanismo. Secondo fonti europee, il governo tedesco ha firmato un memorandum con la Grecia, impegnandosi a non rimandare indietro alcun richiedente asilo in cambio della quota che Berlino dovrebbe accogliere dalla Grecia nel 2026.

Un accordo simile è stato raggiunto con l'Italia, ha dichiarato ai giornalisti il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "Italia e Germania hanno concordato di azzerare il numero di trasferimenti (secondo le regole attuali) fino all'entrata in vigore del nuovo Patto per l'asilo e la migrazione (giugno 2026)", ha dichiarato il ministro.

L'Ue autorizza le deportazioni di persone migranti in Paesi terzi

I 27 ministri dell'Interno riuniti a Bruxelles hanno approvato anche tre misure sulla gestione dell'immigrazione che devono ora essere negoziate con il Parlamento europeo.

Il cosiddetto "regolamento sui rimpatri" mira ad accelerare l'espulsione di persone migranti irregolari e ad aumentare il tasso di rimpatri effettivi, che attualmente si aggira intorno al venti per cento.Il regolamento permetterebbe agli Stati membri dell'Ue di costruire hub di rimpatrio in Paesi terzi e di rimpatriare persone anche in Paesi diversi da quelli di origine.

La modifica della definizione di “Paese terzo sicuro” amplierà invece i casi in cui una domanda d’asilo può essere dichiarata inammissibile, permettendo agli Stati membri di deportare richiedenti asilo verso Paesi terzi con cui non hanno alcun legame.

Il Consiglio ha inoltre approvato la prima lista di “Paesi di origine sicuri” ai fini dell’asilo, che comprende Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco, Tunisia. Nella lista sono inoltre inclusi tutti i Paesi candidati all’adesione all’Unione europea, ad eccezione dell’Ucraina.

Le persone migranti che sono cittadine di uno di questi Paesi avranno ancora il diritto di chiedere asilo nell'Ue, ma le loro domande saranno valutate con procedure accelerate.