Negoziati tra Iran e Usa in Oman: breve incontro tra Witkoff e Araghchi

Tra l'escalation delle tensioni regionali e le reciproche minacce di uso della forza, i negoziati di alto livello tra Stati Uniti e Iran in Oman erano molto attesi. Le due parti sono entrate nei colloqui con intenzioni diverse, tra la diplomazia condizionata di Teheran e i doppi messaggi di Washington che combinano minacce e incentivi.
Nel pomeriggio di sabato la tv di Stato iraniana ha fatto sapere che il primo ciclo di colloqui è terminato e non ci sono state critiche. L'Iran e gli Stati Uniti terranno ulteriori negoziati la prossima settimana sul programma nucleare in rapito avanzamento di Theran, hanno riferito le fonti locali.
La tv di Stato iraniana ha dichiarato che l'inviato americano per il Medio Oriente Steve Witkoff e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi “hanno parlato brevemente in presenza del ministro degli Esteri omanita” al termine dei colloqui, segnando un'interazione diretta tra i due Paesi bloccati da decenni di tensioni.
I funzionari americani non hanno riconosciuto immediatamente le notizie iraniane, che Teheran ha probabilmente diffuso al pubblico in vista di un possibile post di Trump su un social media. Ma il fatto che le due parti abbiano parlato faccia a faccia, anche se brevemente, suggerisce che i negoziati siano andati bene.
I colloqui sono iniziati intorno alle 15.30 locali. Le due parti hanno parlato per oltre due ore in una località alla periferia dell'Oman, concludendo i colloqui intorno alle 17:50 ora locale. Il convoglio che si ritiene trasportasse Witkoff è tornato a Muscat, la capitale dell'Oman, prima di scomparire nel traffico intorno a un quartiere che ospita l'ambasciata statunitense.
La posta in gioco dei negoziati non potrebbe essere più alta per i due Paesi che si avvicinano a mezzo secolo di inimicizia. Trump ha ripetutamente minacciato di scatenare attacchi aerei contro il programma nucleare iraniano se non si raggiunge un accordo. I funzionari iraniani avvertono sempre più che potrebbero perseguire un'arma nucleare con le loro scorte di uranio arricchito a livelli prossimi a quelli di un'arma.
Teheran non disposta a rinunciare al programma nucleare
Il viceministro degli Esteri Majid Takht-Rawangi, prima dei colloqui, aveva sottolineato che il suo Paese crede nel dialogo basato sul rispetto reciproco e rifiuta le imposizioni, sostenendo che la cooperazione regionale è il modo migliore per affrontare i problemi della regione. I funzionari iraniani hanno anche sottolineato che Teheran "non accetterà di rinunciare a il suo programma nucleare per scopi pacifici" come parte di qualsiasi potenziale accordo.
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