Giudice Usa contro Trump: "oltraggio alla corte" per deportazione migranti venezuelani a El Salvador

Un giudice federale, James Boasberg, ha annunciato mercoledì l'avvio di un procedimento per stabilire se condannare funzionari dell'amministrazione Trump per oltraggio alla corte per aver violato l'ordine di non espellere i migranti venezuelani dal Paese ai sensi dell'Alien Enemies Act (Legge sui nemici stranieri) in vigore in tempo di guerra.
Secondo quanto riportato dai media statunitensi, Boasberg ha affermato che le azioni dell'amministrazione Trump del 15 marzo scorso, con i voli di espulsione in corso nonostante il suo ordine contrario, "dimostrano un deliberato disprezzo per il suo ordine, sufficiente per concludere che sussiste una causa probabile per dichiarare il governo colpevole di oltraggio alla corte".
Il giudice ha sollecitato per settimane risposte dal dipartimento di Giustizia, per capire perché l'amministrazione avesse trasferito oltre 130 venezuelani in una mega-prigione salvadoregna senza un giusto processo, dopo aver ordinato all'amministrazione di non farlo e aver affermato che tutti gli aerei già decollati avrebbero dovuto rientrare negli Stati uniti.
La vicenda risale a marzo, quando il giudice ha ordinato di fermare la deportazione di cinque venezuelani, sospettati di essere membri della gang Tren de Aragua, in base all'Alien Enemies Act del 1798, e invece i voli con i migranti a bordo sono partiti lo stesso.
La Casa Bianca annuncia ricorso
La Casa Bianca ha fatto sapere che fare ricorso alla sentenza che il giudice federale, James Boasberg, ha intenzione di emettere nei confronti dell'amministrazione Trump.
"Intendiamo chiedere immediatamente l'appello", ha scritto su X il direttore delle comunicazioni della Casa Bianca Steven Cheung.
"Il presidente è impegnato al 100 per cento a garantire che terroristi e immigrati clandestini criminali non siano più una minaccia per gli americani e le loro comunità in tutto il Paese", ha aggiunto Cheung.
El Salvador: no a incontro senatore Maryland con deportato per errore
La notizia del procedimento è arrivata mentre il senatore del Maryland Chris Van Hollen si è recato mercoledì in El Salvador, dove ha incontrato il vicepresidente del Paese per chiedere il rilascio di Kilmar Abrego Garcia, l'uomo che l'amministrazione Trump ha dichiarato di aver erroneamente deportato il mese scorso.
Un alto funzionario di El Salvador ha poi respinto la richiesta di Van Hollen di incontrare Abrego Garcia. Nell'incontro con Fe'lix Ulloa, il vicepresidente di El Salvador, il senatore ha inquadrato la deportazione di Abrego Garcia come un "rapimento illegale". Ulloa ha rifiutato di consentire a un incontro virtuale o di persona, oltre a negare la richiesta di facilitare una telefonata tra Abrego Garcia e la sua famiglia.
"Gli ho chiesto se sarei tornato la prossima settimana per vedere il signor Abrego Garcia. Mi ha risposto che non poteva promettere neanche questo", ha detto Van Hollen. Il senatore del Maryland, che rappresenta lo Stato in cui Abrego Garcia viveva prima di essere mandato in una prigione in El Salvador, ha definito la resistenza dell'amministrazione Trump a facilitare il ritorno dell'uomo negli Stati Uniti un tentativo di "coprire" la sua ingiusta deportazione.
Sia l'amministrazione Trump che il presidente salvadoregno Nayib Bukele hanno dichiarato questa settimana che non vedono motivi legali per rimpatriare Abrego Garcia, anche se la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ordinato all'amministrazione di fare sforzi per riportarlo indietro.
I funzionari di Trump sostengono che Abrego Garcia, un cittadino salvadoregno che viveva nel Maryland, sia collegato alla gang MS-13. Garcia non è stato accusato di alcun crimine legato alle attività delle gang.
L'addetta stampa della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha criticato la decisione di Van Hollen di visitare El Salvador per chiedere il ritorno di Garcia.
"È spaventoso e triste che il senatore Van Hollen e i democratici che oggi applaudono il suo viaggio in El Salvador siano incapaci di avere un briciolo di buon senso o per i loro stessi elettori. E per i nostri cittadini", ha dichiarato Leavitt.
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