L'Ue è divisa sula possibilità di emettere debito comune, "Ma tutto è ancora sul tavolo" dice Michel
"Tutto è sul tavolo", compresa l'emissione di nuovo debito comune, per rilanciare la lenta competitività dell'Unione europea e colmare il crescente divario con gli Stati Uniti e la Cina, ha dichiarato a Euronews il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
I leader dell'Ue sono riuniti a Budapest, in Ungheria, per discutere della competitività del blocco durante l'attuale difficile congiuntura economica. I colloqui si concentreranno sullo storico report, scritto da Mario Draghi, che ha fatto una diagnosi desolante dell'economia del blocco insieme a raccomandazioni ambiziose per curare quella che ha descritto come una "lenta agonia".
Le raccomandazioni di Draghi per la competitività europea
Secondo l'ex primo ministro italiano, l'Ue deve mobilitare circa 800 miliardi di euro all'anno in investimenti aggiuntivi per tenere il passo con i concorrenti globali e dovrebbe emettere nuovo debito comune, come ha fatto durante la pandemia Covid-19, per raggiungere l'enorme somma.
Michel ha affermato che il rapporto rappresenta una "base eccellente" per il dibattito in corso e ha sostenuto che il debito comune, nonostante il suo carattere divisivo, non dovrebbe essere escluso del tutto.
"Negli ultimi mesi siamo riusciti a unire l'Ue sulla risposta alla domanda: cosa vogliamo fare insieme per essere più competitivi e migliorare le condizioni di parità all'interno dell'Ue e con i partner al di fuori dell'Ue?" ha detto Michel quando è stato interpellato da Euronews sulla possibilità di emettere debito comune.
"Un tema importante in futuro sarà il finanziamento, la solidarietà, e qui vedo che tutto è sul tavolo".
Germania e Paesi Bassi contrari al debito comune
L'anno prossimo "si prenderanno decisioni importanti e ci sono diverse opzioni all'ordine del giorno" ha dichiarato, riferendosi ai negoziati sul bilancio 2028-2034 che dovrebbero iniziare in estate.
Alcuni Stati membri, tuttavia, insistono sul fatto che il debito congiunto non dovrebbe essere messo sul tavolo. La Germania e i Paesi Bassi hanno già respinto, in termini inequivocabili, la raccomandazione di Draghi di contrarre nuovi prestiti. La bozza di dichiarazione del vertice di Budapest, intitolata "The New European Competitiveness Deal", parla di "finanziamenti" ma non fa alcun riferimento esplicito al debito comune.
Poiché i colloqui sul bilancio sono soggetti alle regole dell'unanimità, qualsiasi opposizione può rivelarsi insormontabile.
Senso di urgenza
Draghi, che ha partecipato anche al vertice informale di venerdì, ha definito "indispensabile" l'emissione di debito congiunto, ma ha sottolineato che non è "la prima cosa" in agenda.
"Il rapporto dice che ci sono molte altre decisioni che possono essere prese senza affrontare immediatamente la questione del finanziamento pubblico comune", ha detto Draghi ai giornalisti.
L'attenzione prioritaria, ha aggiunto, dovrebbe essere rivolta ad affrontare la frammentazione del mercato unico del blocco e a sviluppare una vera e propria Unione dei Mercati dei Capitali, un progetto da tempo bloccato, per promuovere gli investimenti nel settore della difesa, delle energie rinnovabili e dell'alta tecnologia. Michel ha anche indicato l'Unione dei Mercati dei Capitali e la Banca europea per gli investimenti come strumenti "importanti" che possono portare liquidità in modo meno controverso rispetto al debito comune.
L'elezione di Trump "fa la differenza"
Draghi ha previsto che l'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti "farà una grande differenza" nelle relazioni tra Stati Uniti e Unione europea, dato che il repubblicano ha esposto un programma fortemente protezionistico per delocalizzare le industrie e imporre tariffe doganali sulle importazioni.
"Il senso di urgenza è maggiore oggi rispetto a una settimana fa" ha avvertito.
Draghi ha invitato i leader dell'Ue a smettere di procrastinare e ad agire con decisione prima che il divario di competitività tra l'Ue e gli Usa diventi irreversibile.
"Come avete visto in tutti questi anni, molte decisioni importanti sono state rinviate perché ci aspettavamo un consenso. Il consenso non è arrivato, ma è arrivato uno sviluppo minore, una crescita inferiore e ora una stagnazione", ha detto Draghi.
"Quindi, forse a questo punto, spero che troveremo uno spirito unito con il quale possiamo trasformare in meglio questi grandi cambiamenti. Se continuiamo ad andare in ordine sparso, siamo troppo piccoli e non arriviamo da nessuna parte".
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