Gestire l'AI, la guerra della Finlandia alle fake news inizia nelle scuole

All’inizio del 2025, una classe finlandese di bambini sotto i sei anni ha partecipato a un esperimento unico: guidati dall’insegnante, hanno deciso trama e personaggi di una storia horror, poi un’intelligenza artificiale ha generato testo e immagini per dare vita alla loro creatività. La gioia dei piccoli ha dimostrato come l’AI possa essere uno strumento educativo già dai primi anni di scuola.
L’alfabetizzazione digitale come abilità di vita
In Finlandia, l’educazione digitale e mediatica ha radici profonde, risalenti agli anni ’70. Dai tre anni i bambini imparano a esplorare contenuti online, a sette-otto a distinguere informazioni affidabili da quelle false, e a nove-dieci a raccogliere fonti e selezionare prospettive corrette. L’obiettivo è sviluppare il pensiero critico, una competenza essenziale per tutta la vita.
Prepararsi ai rischi dell’AI e dei deepfake
Oltre alla creatività, le scuole finlandesi insegnano a riconoscere contenuti digitali ingannevoli, come i deepfake, e a capire come funzionano algoritmi e strumenti di intelligenza artificiale. L’idea è che gli studenti sappiano valutare e confrontare informazioni, evitando truffe o notizie false.
Il governo finlandese ha introdotto linee guida sull’uso dell’AI in classe, consigliando agli insegnanti di indicare quando la tecnologia viene usata e quali limiti e pregiudizi può avere. Questo modello sta ispirando la creazione di un quadro europeo di alfabetizzazione all’AI, destinato a misurare e sviluppare competenze digitali tra gli studenti di oltre 100 Paesi.
Grazie a questa educazione precoce, la Finlandia si distingue per la resilienza alla disinformazione: i cittadini imparano a riconoscere rapidamente contenuti falsi e a discuterne criticamente. L’uso consapevole dell’IA diventa così parte integrante del percorso educativo, preparando le nuove generazioni a un mondo sempre più digitale.
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