Google si aggiorna: più libertà di scelta per gli utenti negli acquisti

Google renderà più facile per gli sviluppatori di app indirizzare gli utenti Android al di fuori del proprio ecosistema per effettuare acquisti e transazioni. La decisione è arrivata dopo che a marzo la Commissione Europea ha accusato la società madre di Google, Alphabet, di non aver rispettato le norme dell'Ue che impediscono alle aziende tecnologiche di indirizzare in modo forzato gli utenti verso i propri prodotti o servizi.
La Commissione ha dichiarato che Google ha impedito agli sviluppatori di app di informare gli utenti sulla disponibilità di offerte migliori su piattaforme alternative a Google Play, il mercato virtuale dove l'azienda vende le app. Inoltre, Google ha addebitato agli sviluppatori commissioni troppo alte per l'acquisizione di nuovi clienti attraverso le pubblicità.
In risposta, Google ha dichiarato che apporterà delle modifiche ai suoi termini di utilizzo, riducendo le commissioni e aumentando la "flessibilità" del suo sistema per indirizzare gli utenti ad altre piattaforme.
"Pur continuando a temere che queste modifiche possano esporre gli utenti Android a contenuti dannosi e peggiorare l'esperienza di utilizzo delle app, stiamo aggiornando il nostro "Programma di offerte di terze parti per l'Ue" con tariffe riviste e maggiori opzioni per gli sviluppatori Android, a seguito delle discussioni con la Commissione europea", ha dichiarato Clare Kelly, senior counsel di Google per la concorrenza in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA).
In un commento dato a Euronews Next, Kelly ha affermato che Google Play e Android, il sistema operativo mobile di Google, hanno generato più di 3 miliardi di euro di entrate per gli sviluppatori europei.
Le autorità di regolamentazione dell'Ue stanno esaminando le pratiche di Google, Meta e Apple da quando il Digital Markets Act (DMA) è entrato in vigore nel 2023. La legge mira a limitare il potere di controllo dei giganti tecnologici.
Ad aprile, la Commissione ha inflitto ad Apple una multa di 500 milioni di euro e a Meta di 200 milioni di euro per violazione del DMA.
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