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Veterinaria in Europa: boom dei costi e crescente abbandono degli animali domestici

Business • Aug 22, 2025, 6:44 AM
4 min de lecture
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Negli ultimi anni, i prezzi dei servizi veterinari in Europa hanno subito un aumento consistente, spesso superiore all'inflazione generale, mettendo in difficoltà molte famiglie.

Secondo i dati di Eurostat, tra il 2015 e oggi, il costo delle cure veterinarie nell’area euro è salito di oltre il 30 per cento, mentre nell’intera Unione europea è aumentato di circa 37 per cento. Un incremento che ha superato di gran lunga l’inflazione generale dell’Ue, che nello stesso periodo è salita del 30 per cento.

Il costo di un controllo o trattamento per un animale domestico è oggi mediamente un terzo più alto rispetto a dieci anni fa, un fattore che rappresenta un peso crescente per i proprietari di animali.

L'Europa centrale e orientale: le regioni più colpite

Tra i Paesi più colpiti da questi aumenti, i dati mostrano che Ungheria e Polonia sono in testa alla classifica, con un aumento rispettivamente del 116 per cento e dell’85 per cento dei costi veterinari dal 2015. Anche Slovacchia e Bulgaria hanno visto aumenti significativi, rispettivamente dell'84 per cento e del 64 per cento.

Una delle cause principali di questo incremento è la crescente domanda di cure veterinarie, che ha subito un'impennata durante e dopo la pandemia, quando molti europei hanno deciso di adottare animali da compagnia in quantità record. Secondo la Fediaf (Federazione europea dell'industria degli animali da compagnia), circa il 49 per cento delle famiglie in Europa possiede un animale domestico, con i cani e i gatti come compagni più comuni.

Il boom degli animali da compagnia e l’industria veterinaria

Nel Regno Unito, si stimano 11,7 milioni di cani e 15,7 milioni di gatti in Germania, la quale è anche in cima alla lista dei Paesi con il maggior numero di gatti. L’Italia e la Turchia sono leader in Europa per quanto riguarda il numero di uccelli ornamentali.

Questo fenomeno ha alimentato una "aziendalizzazione" dei servizi veterinari, che sta cambiando il volto del settore. Secondo uno studio del 2024 pubblicato sulla rivista Veterinary Sciences, circa il 16 per cento dei veterinari ora lavora in cliniche di proprietà di grandi aziende, con una tendenza crescente tra i professionisti più giovani.

Le sfide dell’aziendalizzazione dei servizi veterinari

L’aziendalizzazione offre vantaggi come percorsi di carriera strutturati ed economie di scala, ma solleva anche preoccupazioni riguardo a prezzi e accessibilità delle cure, nonché una riduzione dell’autonomia professionale per i veterinari.

In alcuni Paesi, come il Regno Unito, gli enti regolatori stanno esaminando le dinamiche di mercato legate a questa concentrazione dell’offerta, per evitare il rischio di pratiche monopolistiche.

Abbandono degli animali: una triste conseguenza della pandemia

Un altro fenomeno crescente legato alla pandemia è l'aumento dell'abbandono degli animali domestici. Con il lockdown, molte persone hanno adottato animali per compagnia, ma con la ripresa della normalità, alcuni non sono più in grado di prendersene cura. Questo ha portato a un sovraffollamento nei rifugi per animali, con il 69 per cento di essi che lavora già a pieno regime. In Germania, ad esempio, solo il 18 per cento dei rifugi ha ancora capacità di accoglienza.

Anche la Spagna sta affrontando una crisi di abbandono, con oltre 300.000 cani lasciati per strada nel 2024, nonostante le normative di sterilizzazione e microchippatura. In Francia, si stima che ogni anno circa 100.000-200.000 animali domestici vengano abbandonati.

L’aumento dei costi veterinari, unito all’aumento degli animali adottati durante la pandemia e al crescente fenomeno dell’abbandono, sta mettendo sotto pressione le famiglie europee e i rifugi per animali. In questo scenario, l'industria veterinaria sta vivendo trasformazioni significative, con implicazioni sia per i professionisti del settore che per i proprietari di animali domestici.

Le soluzioni a questi problemi richiedono un equilibrio tra innovazione, accessibilità economica e responsabilità sociale, affinché la cura degli animali domestici rimanga alla portata di tutti.


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