La lunga storia di Apple: come l'azienda è nata, ha rischiato di fallire e oggi disegna il futuro
È stata una settimana intensa per il colosso della tecnologia Apple che giovedì ha comunicato un aumento delle vendite pari al 6% nel trimestre chiuso a settembre di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2023. Una performance che ha concesso alla società di Cupertino di riprendersi il trono di big tech dal più alto valore al mondo, che Nvidia le aveva sottratto pochi giorni prima.
La quotazione in Borsa di Apple potrebbe superare la soglia dei 4mila miliardi di dollari (3.600 miliardi di euro), frutto della crescita ma anche, secondo alcuni esperti, di probabili bolle che spingono i valori anche al di là del reale valore di mercato. Ma è indubbio il fatto che, sul lungo termine, Apple abbia saputo inanellare una lunga serie di scelte azzeccate, sia per quanto riguarda l'innovazione che lo sfruttamento di versioni ben progettate e facili da usare dei suoi prodotti.
Euronews Next ha ricostruito la storia e la crescita dell'azienda, a partire dal suo lancio, passando per i device e i software che l'hanno influenzata e immaginando le possibili prospettive future dell'azienda.
La storia di Apple
Nel 1976 Steve Jobs e Steve Wozniak fondarono Apple. C'era un terzo socio, Ronald Wayne, che però vendette la sua proprietà a Jobs e Wozniak. Il primo prodotto fu il microcomputer Apple I, costruito nel garage di Jobs. Non aveva né tastiera né monitor.
Un anno dopo, nel 1977, venne rilasciato l'Apple II e l'azienda conobbe il suo primo grande successo, portando il marchio a diventare il principale produttore di computer in America e dando vita a una delle più grandi IPO (l'offerta pubblica iniziale di titoli con cui una società si colloca per la prima volta in Borsa) dell'epoca. Il successo iniziale si incrinò però successivamente: a pesare fu la scelta di Jobs di consumare troppo tempo e troppe risorse l'Apple Lisa. Si trattatavcostoso computer desktop non ebbe successo dopo il suo lancio nel 1983.
Jobs si concentrò a quel punto sul Macintosh, che rappresentava una sfida all'IBM, leader di mercato all'epoca. La pubblicità del Macintosh fu presentata al Super Bowl del 1984 e si basava su una scena di ribellione contro un mondo distopico fatto di conformità, rappresentando presumibilmente la lotta per il controllo della tecnologia informatica come una battaglia di pochi contro molti.
Tuttavia, un conflitto tra Jobs e l'amministratore delegato di Apple John Sculley, a causa del fatto che il Lisa e il Macintosh non fossero all'altezza delle aspettative di vendita, vide Jobs privato di tutte le sue funzioni dal consiglio di amministrazione. Jobs, così, se ne andò e fondò una nuova società, la NeXT Computers. Anche il suo cofondatore Wozniak lasciò Apple per motivi personali.
Fino alla metà degli anni Novanta Apple ha continuato a registrare buone performance, ma la situazione si è rapidamente deteriorata quando i suoi prodotti sono entrati in concorrenza con quelli, ben più economici, di Microsoft. A ciò si aggiunse il fiasco di prodotti come il tablet Newton.
Apple decise così di acquistare la nuova società di Jobs, NeXT, e nominò Jobs amministratore delegato ad interim dopo che il precedente Ceo era stato licenziato. Jobs ha quindi riorientato Apple sulla sua attività legata ai computer e l'ha di fatto salvata dalla bancarotta.
"La gente ci pensa raramente, ma quando Steve Jobs tornò alla Apple nel 1997, questa si trovava in una posizione pericolante: aveva appena perso 50 milioni di dollari (46 milioni di euro) in un solo trimestre. Da allora si è lanciata in una serie di scommesse che sono state quasi tutte vinte", racconta a Euronews Next Tim Danton, caporedattore di PC Pro e autore di The Computers That Made Britain.
Un anno dopo, nel 1998, fu presentato l'iMac e pochi anni dopo fu rilasciato il sistema operativo Mac OS X. Nel 2001, è arrivato poi il primo iPod. Il tutto puntando su un segreto "che si riduce a una parola: design", sottolinea Danton. "Apple non è mai la prima a portare una tecnologia sul mercato, ma quando lo fa, si assicura che sia eccezionalmente bella e che funzioni in modo perfetto. Prendiamo l'iPod: i lettori MP3 esistevano già da qualche anno, ma Apple ha creato una versione appetibile e facile da usare anche per i non esperti di tecnologia".
Gli anni successivi hanno visto il lancio dell'iPhone nel 2007, poi dell'App Store e dell'iPad nel 2010. Nel 2011 Jobs si è congedato e ha nominato Tim Cook amministratore delegato: il fondatore del colosso morì più tardi nello stesso anno per un cancro al pancreas.
L'era di Tim Cook
Da quando Cook è subentrato, Apple ha adattato e ampliato i servizi, includendo ad esempio quelli di streaming multimediale Apple TV+ e Apple Music e uno strumento per la realtà mista che combina realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR), l'Apple Vision Pro. La società è poi entrata anche nella corsa all'intelligenza artificiale (AI) con un aggiornamento del sistema operativo iOS 18 e quattro modelli di iPhone 16 dotati di uno speciale chip per computer necessario per alimentare le funzioni AI.
Mentre aziende come Samsung e Google si sono affrettate a lanciare la loro tecnologia AI, Apple ha impiegato un po' più di tempo, cosa che può permettersi di fare: "In parte, Apple può adottare un approccio attendista per garantire agli utenti un'esperienza migliore, il che è fondamentale", osserva Paolo Pescatore, esperto di tecnologie. Secondo il quale "probabilmente tenendo conto di questo, non deve necessariamente essere la prima o tenere il passo. Tuttavia, non può riposare sugli allori e deve considerare una tabella di marcia serrata, che vada oltre gli aggiornamenti incrementali della sua vasta gamma di prodotti".
Tra i dispositivi che Apple potrebbe introdurre in futuro ce ne sono di pieghevoli, assieme ad occhiali connessi/smart e a un anello intelligente, solo per citarne alcuni. "Man mano che ci muoviamo verso un futuro basato sull'intelligenza artificiale guidata dal software, tutti cercheranno di detronizzare il re", aggiunge Pescatore.
Apple riuscirà a tenere il passo?
Cook è riuscito a superare con successo le problematiche attuali, come le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina e il rallentamento della domanda del mercato nella nazione asiatica. Ma Apple ha avuto un problema non di poco conto con le autorità di regolamentazione europee: il Digital Markets Act (DMA) ha fatto sì che gli utenti europei dei dispositivi Apple potessero scaricare software al di fuori dell'App Store. Ciò mentre gli occhiali Vision Pro di Apple sono stati un mezzo flop, perché molto costosi e pesanti da indossare per lunghi periodi di tempo.
Ma gli esperti restano ottimisti sul futuro a lungo termine di Apple: "Sono molto più fiducioso sul futuro di Apple rispetto a qualsiasi altra azienda tecnologica perché è sempre brillante nel coinvolgere le persone nel suo ecosistema", osserva Danton. "Anche se ci sono molti detrattori di Apple, nel complesso la gente ama il marchio. E anche chi non lo fa, lo rispetta, benché a malincuore".
Ciò è dovuto in parte al fatto che il suo modello di business non si basa su elementi che la gente odia, come la pubblicità e casi di invasione della privacy: "In questo modo Apple può affermare di essere un'azienda attenta al rispetto della sfera privata, cosa che potrebbe pagare nel prossimo decennio", aggiunge Danton.
Nonostante alcuni prodotti tecnologici non abbiano dato i frutti sperati, come ad esempio il Vision Pro, le cui vendite sono state più scarse del previsto, l'esperto ritiene che l'azienda "non ha paura di scommettere sul lungo termine" e di "pianificare con anni di anticipo. Probabilmente ha un'idea molto più precisa del futuro rispetto a chi fa pronostici: dopo tutto, sarà lei a contribuire a plasmare l'avvenire".
Monday, november 11, 2024