I mercati europei in calo dopo la vittoria di Trump: occhi puntati sulla Fed
I principali indici azionari europei hanno annullato i guadagni iniziali per chiudere in ribasso dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, discostandosi dal rally record di Wall Street. L'indice paneuropeo Stoxx 600 è sceso dello 0,54%, il DAX dell'1,13% e il CAC 40 dello 0,51%. Gli investitori stavano valutando i potenziali impatti della presidenza Trump sulle economie europee, soprattutto perché è emersa la possibilità di un'"onda rossa" con i repubblicani che mantengono al momento il controllo di Camera e Senato.
I titoli europei potrebbero aver reagito anche a fattori interni, dato che il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha licenziato il ministro delle Finanze Christian Lindner, ponendo fine alla coalizione di governo e sollevando preoccupazioni per un'eventuale elezione anticipata rispetto alla data prevista di marzo.
L'attenzione del mercato si concentrerà sulla decisione della Federal Reserve in materia di tassi d'interesse, un fattore critico per la definizione delle traiettorie di mercato a lungo termine in presenza di pressioni economiche continue. Mentre gli eventi politici spesso aggiungono volatilità, i fondamentali economici sottostanti continuano a guidare le tendenze sostenute. Come ha sottolineato Josh Gilbert, analista di mercato di Oanda, in una nota ai clienti, "è importante ricordare che, nonostante ciò, i mercati scambiano principalmente sui fondamentali, non sulla politica".
Il Dax crolla, guidato dalle case automobilistiche
Il Dax ha registrato il calo giornaliero più marcato da agosto, particolarmente appesantito dalle case automobilistiche tedesche, in quanto la posizione di Trump sui dazi ha aumentato i timori di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. I principali titoli automobilistici tedeschi hanno registrato cali notevoli: Porsche ha perso il 5%, Mercedes-Benz il 6,4%, Volkswagen il 4,3% e BMW il 6,5%. Anche l'indice Stoxx Europe 600 Automobiles & Parts è sceso del 2,3%, trascinando la performance del mercato più ampio.
Tuttavia, i titoli del settore aerospaziale e della difesa hanno beneficiato dell'elezione di Trump, con l'indice Stoxx Europe Aerospace & Defence che ha guadagnato il 2,1%, Airbus che è salito dello 0,37% e Rheinmetall che ha guadagnato il 3,2%. Il previsto ritiro dei finanziamenti all'Ucraina da parte di Trump potrebbe stimolare ulteriormente la spesa per la difesa.
Wall Street tocca nuovi massimi
I mercati azionari statunitensi hanno registrato guadagni record nel giorno delle elezioni, con il Dow Jones Industrial Average che è salito del 3,6%, l'S&P 500 del 2,53% e il Nasdaq del 2,95%. L'indice Russell 2000 delle piccole capitalizzazioni è salito del 5,9%, raggiungendo un livello record. Il sentimento "risk-on" di Wall Street è stato evidente, dato che il CBOE Volatility Index (VIX) è crollato del 20%, riflettendo una riduzione della copertura del rischio legato alle elezioni.
Gli investitori hanno risposto positivamente ai tagli fiscali, alla deregolamentazione e al programma "America First" proposti da Trump. Tuttavia, alcuni analisti mettono in guardia sul fatto che queste politiche potrebbero portare a un aumento dell'inflazione e indurre la Fed a prendere in considerazione un aumento dei tassi di interesse, con conseguenti rischi per i fondamentali azionari. Michael McCarthy, Market Strategist e Chief Commercial Officer di Moomoo, ha commentato: "Lo stimolo fiscale potrebbe interrompere il programma di riduzione dei tassi della Fed e potrebbe bloccarlo del tutto. Ciò potrebbe indurre gli investitori azionari di tutto il mondo a diventare più cauti e un nervoso sell-down nei prossimi giorni e settimane è un rischio significativo".
L'euro si stabilizza mentre il dollaro si ritira
L'euro è rimbalzato leggermente contro il dollaro Usa, scambiando a 1,0738 alle 5:11 CET, dopo le forti vendite del giorno precedente. L'indice del dollaro Usa (DXY) è sceso dello 0,1% a poco meno di 104, forse a causa delle prese di profitto sui mercati valutari in seguito alla stabilizzazione dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi.
Nel frattempo, le valute legate alle materie prime come il dollaro australiano, neozelandese e canadese si sono rafforzate nella sessione asiatica di giovedì, sostenute dai dati positivi sul commercio cinese. Questa tendenza potrebbe offrire un certo sostegno all'euro alla riapertura dei mercati europei, anche se per ora rimane improbabile un'inversione della tendenza al ribasso più ampia dell'euro.
Oro e argento in calo, si ferma il rally del Bitcoin
I metalli preziosi sono scesi a causa del rafforzamento del dollaro e della riduzione della domanda di beni rifugio dopo le elezioni. I futures sull'oro sono scesi del 2,7% e quelli sull'argento del 4,4% mercoledì; entrambi hanno continuato a scendere nei primi scambi di giovedì, con un calo di circa lo 0,5% alle 5:30 CET. Dilin Wu, research strategist di Pepperstone, ha osservato che l'oro potrebbe mantenere un trend rialzista nel lungo termine, poiché si prevede che le politiche di Trump aumenteranno i livelli di debito degli Stati Uniti, incoraggiando potenzialmente la Fed a mantenere bassi i tassi di interesse per stimolare la crescita economica, il che sosterrebbe i prezzi dell'oro.
Il Bitcoin, nel frattempo, ha interrotto il suo recente rally dopo aver superato i 75.700 dollari, scendendo leggermente al di sotto dei 75.000 dollari nei primi scambi asiatici.
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