Offerta pubblica di scambio di Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca "è ostile"
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L'offerta pubblica di scambio lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena sulla totalità delle azioni di Mediobanca non è stata concordata ed è da ritenersi ostile e contraria agli interessi di Mediobanca. Lo rende noto il Consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia, che oggi si è riunito per esaminare la comunicazione diffusa da Mps lo scorso 24 gennaio.
Mediobanca si esprimerà sull'offerta con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge, ma il Cda ritiene l'offerta priva di razionale industriale e finanziario, dunque distruttiva di valore per Mediobanca.
Il comunicato sull'operazione è stato approvato dal Cda con l'astensione dei consiglieri Sandro Panizza e Sabrina Pucci, espressione della lista di Delfin. L'operazione, secondo Piazzetta Cuccia, è caratterizzata "dai rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone".
In Mediobanca, Delfin detiene il 20 per cento e Caltagirone il 7 per cento. In Mps, invece, la holding della famiglia Del Vecchio è il primo azionista privato con il 10 per cento, mentre il gruppo guidato da Francesco Gaetano Caltagirone detiene il 5 per cento (oltre a detenere il 5 per cento di Anima Holding, che a sua volta possiede il 4 per cento di Mps).
In Generali, Delfin detiene il 10 per cento e Caltagirone il 7 per cento. La presenza degli stessi azionisti in Mps, Mediobanca e Assicurazioni Generali nell'ambito di un'offerta esclusivamente in azioni, "configura una potenziale disomogeneita' negli interessi rispetto al resto della compagine azionaria".
Il calo del titolo di Banca Monte Paschi di Siena, inoltre, dopo l'annuncio dell'offerta pubblica di scambio "ne testimonia la fragilità del corso di Borsa, che rende improbabile il buon esito dell'operazione". L'operazione, per Mediobanca, "comporterebbe una immediata perdita della clientela bancaria e finanziaria e di parte di quella large corporate che migrerebbe verso boutique specializzate o banche estere".