Le ong tedesche vincono una causa contro X per l'accesso ai dati pubblici
Due organizzazioni no profit tedesche hanno vinto una causa contro X dopo che la piattaforma di social media non ha fornito loro i dati in vista delle prossime elezioni federali del 23 febbraio.
La causa presentata il 4 febbraio da Democracy reporting international (Dri) e dalla Società per i diritti civili (Gesellschaft für freiheitsrechte, Gff) sosteneva che X viola il Digital services act (Dsa) dell'Ue che obbliga le piattaforme a fornire ai ricercatori dati pubblici "senza indebiti ritardi".
La Corte regionale di Berlino ha stabilito, meno di 72 ore dopo, che X deve garantire a entrambe le organizzazioni "l'accesso illimitato a tutti i dati disponibili pubblicamente" ora e fino a poco dopo le elezioni.
I dati di X saranno inclusi in un progetto di ricerca più ampio, della durata di tre anni, che esamina il discorso politico online nel periodo precedente a diverse elezioni importanti, comprese quelle del Parlamento europeo dello scorso anno.
"Questa decisione è una grande vittoria per la libertà accademica e per la nostra democrazia", ha dichiarato Simone Ruf, avvocato e vice direttore del Centro per i diritti degli utenti di Gff.
"Abbiamo garantito l'accesso a dati di ricerca cruciali e stiamo bloccando i tentativi di manipolare le elezioni. È un segnale forte per la protezione dei diritti fondamentali nell'era digitale", ha aggiunto Ruf.
Un portavoce di Dri ha dichiarato che si tratta della prima causa in Germania e nell'Ue per questo diritto di accesso ai dati, mentre l'Ue sta ancora indagando su X per possibili violazioni del Dsa.
I piani dati a pagamento "dissuadono" i ricercatori, dice l'Ue
In base al Dsa le piattaforme "molto grandi" sono tenute a fornire l'accesso ai propri dati a organizzazioni non profit, organizzazioni e associazioni che li utilizzano per ricerche sulla "rilevazione, identificazione e comprensione dei rischi sistemici" sui social media.
Secondo quanto riportato nella causa entrambe le organizzazioni hanno compilato il modulo online di X per l'accesso ai dati da parte dei ricercatori nell'aprile 2024 come parte del loro progetto di ricerca. La richiesta di Dri è stata respinta a novembre.
La dichiarazione prosegue affermando che le altre piattaforme hanno permesso a Dri e Gff di accedere ai dati di cui hanno bisogno per i loro studi, ma non X. Le ong affermano che l'accesso a dati di X è importante per svolgere la propria ricerca.
X offre un accesso gratuito limitato alla sua Application programming interface (Api), ma se si desidera un volume maggiore di dati si deve pagare un canone mensile per l'"accesso pro" fino a cinquemila dollari (4.794 euro), un costo che un portavoce di Dri ha dichiarato essere "proibitivo".
Inoltre, il livello "pro access" dà accesso solo a un milione di post mensili di X, che secondo l'accusa non sarebbero sufficienti per valutare efficacemente i rischi sistemici sulla piattaforma.
"Se i ricercatori chiedono informazioni sui post che contengono una determinata parola chiave di una campagna di disinformazione e che sono particolarmente virali, il budget mensile può già essere esaurito da questa unica richiesta", si legge nella causa.
L'indagine iniziale della Commissione europea su X concorda: in un comunicato stampa si legge che l'azienda "sembra dissuadere i ricercatori dal portare avanti i loro progetti di ricerca, o non lasciare loro altra scelta che pagare tariffe sproporzionatamente alte".
Euronews Next ha contattato X per un commento, ma non ha ricevuto una risposta.