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Gli Emirati Arabi volano su Marte

• Jul 23, 2020, 4:05 PM
5 min de lecture

Se avrà successo, fornirà all'umanità una comprensione olistica dell'atmosfera di Marte per un anno intero, una conoscenza che potrebbe aiutarci a comprendere meglio i cambiamenti climatici sulla terra. La missione "Emirates Mars" potrebbe anche essere un piccolo passo verso la colonizzazione del pianeta rosso.

Dopo 6 anni di duro lavoro e di pianificazione meticolosa da parte del giovane team di scienziati e ingegneri degli Emirati Arabi Uniti, al Mohammed Bin Rashid Space Center di Dubai è arrivato il giorno X. Lanciata nello spazio, la sonda Hope Probe è al lavoro per la sua missione su Marte, la prima interplanetaria del mondo arabo. Un momento storico per tutte le parti coinvolte.

“E’ come essere sulle montagne russe, tante emozioni davvero si passa dall'essere eccitati, felici e grati per questa opportunità, all’essere molto nervosi e terrorizzati. Ma soprattutto, c'è un'emozione che prende il sopravvento e che è la speranza", ci racconta Ayesha Sharafi. Ingegnere Senior presso il Mohammed Bin Rashid Space Centre. "Stiamo cercando di essere impassibili, ma non possiamo contenere la felicità che sentiamo. Sono passati sei anni, abbiamo appena superato la prima fase quella del lancio, stiamo aspettando la seconda fase, che è la parte critica", prosegue il Dottor Ahmad Belhoul al-Falasi, Presidente dell'Agenzia spaziale degli Emirati Arabi Uniti.

"HOPE PROBE" , LA SVOLTA NELL'ERA DELLA SCIENZA

Il lancio avvenuto con successo ha portato un po’ di sollievo mentre il team si preparava per la fase, a partire dalla separazione della navicella spaziale dal razzo mentre viaggiava verso Marte alla velocità di 34.000 km/h. “Cinque minuti dopo lo sgancio vengono dispiegati i vettori solari "Circa quindici o trenta minuti dopo la separazione, si potrà acquisire il primo segnale. Quindi avvieremo i nostri propulsori per il controllo della reazione in modo da stabilizzare il veicolo spaziale e catturare i raggi del sole", prosegue Ayesha Sharafi.

Ogni obiettivo della missione nella notte del lancio è stato un successo. Soddisfatto Omran Sharaf, Responsabile del progetto: “Abbiamo eseguito il lancio e il distaccamento del veicolo spaziale. Questo è avvenuto circa un'ora dopo il lancio. Subito dopo, circa 20 minuti dopo, siamo riusciti a ricevere il primo segnale dal veicolo spaziale.”

LA SFIDA DEGLI EMIRATI: L'ESPLORAZIONE SU MARTE

La Missione “Emirates Mars” non sarebbe stata possibile senza l’impegno e la collaborazione internazionale, come ha sottolineato lo stesso Dott. Sharaf: “Invece di costruire tutte le strutture dalla A alla Z, abbiamo utilizzato e noleggiato strutture disponibili in tutto il mondo. Invece di costruire la nostra Rete dello spazio profondo, stiamo utilizzando quella della NASA. L'abbiamo collegata alla nostra sala operativa a Dubai. Abbiamo acquistato servizi da MHI, una società giapponese esperta in lanci di veicoli spaziali. Siamo riusciti nella nostra missione grazie alla collaborazione internazionale.”

Certo non sono mancate le sfide per questa missione storica. “Noi anticipiamo e pensiamo alle cose che potremmo dover affrontare quando si tratta di rischio e quando abbiamo a che fare con la pianificazione. Purtroppo non siamo riusciti ad prevedere il Covid19", ci racconta l'ingegnere Mohsen Al Awadhi. "Comunque abbiamo dovuto spedire questo veicolo spaziale prima in Giappone. Circa un mese prima della data prevista, quella è stata una grande sfida che la squadra è stata in grado di superare.”

UNA MISSIONE SPAZIALE NEL SEGNO DELLA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE

Obiettivo finale della missione è raccogliere dati che saranno condivisi liberamente con tutti. E per i nostri scienziati questa è la parte più eccitante di tutte. “La scienza non appartiene a nessuna nazione. E questa è la sua bellezza. È qualcosa che avvantaggia tutti noi", ha spiegato Sarah Al Amiri, Ministro delle Scienze avanzate degli Emirati Arabi Uniti. "La parte divertente inizia ora, la sonda sta iniziando a raccogliere dati scientifici, verificando e convalidando l'elaborazione dei dati che abbiamo in modo che da poter poi condividere le nostre informazioni al pubblico e agli scienziati di tutto il mondo. In modo che tutti possano lavorarci nelle loro aree di ricerca. Questo è una spinta per il team scientifico. Speriamo davvero in una scoperta scientifica entro la fine del 2021 con i dati raccolti.”

Qualunque scoperta possa arrivaresu Marte, questa missione ha già dato alla squadra un'immensa conoscenza pratica e la speranza di raggiungere presto il Pianeta rosso.