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Otto opere d'arte imperdibili alla Biennale Gherdëina

• Jun 19, 2024, 7:58 AM
16 min de lecture
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La Biennale Gherdëina, giunta alla sua nona edizione, espone le opere di oltre 30 artisti e collettivi sullo sfondo delle Dolomiti italiane. Curata dallo storico e curatore d'arte italiano Lorenzo Giusti, con Marta Papini come assistente alla curatela, la mostra del 2024 ha come tema "Il Parlamento delle Marmotte". Questo titolo prende spunto da un mito locale ladino che narra dei Fanes, la leggendaria popolazione che prosperò grazie all'alleanza con le marmotte con cui condivideva la terra.

Gli artisti partecipanti, provenienti da Europa, Nord Africa e Medio Oriente, si ispirano alle connessioni culturali tra la regione e il Mediterraneo e abbracciano una vasta gamma di discipline. Partendo dalla leggenda ladina, si confrontano con la terra come spazio per incontrare la storia e la natura, ma anche per scrivere nuove storie.

Ecco otto artisti da non perdere:

Diana Policarpo - Fontana di Anguane (2024) e Fontana di Anguane, ruscello (COBRACORAL) (2024)

Diana Policarpo alla Biennale Gherdëina 2024
Diana Policarpo alla Biennale Gherdëina 2024 Tiberio Sorvillo

Arroccato su una pittoresca collina, il grande Castel Gardena ospita diverse opere d'arte della Biennale, tra cui la Fontana di Anguane di Diana Policarpo (2024), che si trova nel cortile dello storico castello.

L'eterea scultura di Policarpo, che nasce da un'antica fontana, si ispira alla forma di una spugna carnivora proveniente dalle profondità dell'oceano e rappresenta un omaggio dell'artista alle "anguane": figure femminili della mitologia ladina, tradizionalmente associate all'acqua e note come guardiane di montagne, foreste e acque.

A conferma del delicato intreccio tra i temi del femminismo, del folklore e delle relazioni interspecie, la scultura di Policarpo è abbinata a una composizione sonora sperimentale e ultraterrena che mette insieme suoni umani e non umani, verbali e non verbali.

Nadia Kaabi-Linke - Fungo (2024)

L'installazione di Nadia Kaabi-Linke
L'installazione di Nadia Kaabi-Linke Tiberio Sorvillo

"Se vai nella foresta, presta attenzione al terreno. Vedrete che le radici sono davvero molto spesse, molto visibili", dice Nadia Kaabi-Linke. Ispirandosi alla caduta degli alberi durante i temporali estivi, l'artista tunisina e berlinese di origine ha trasformato una cantina nel centro di Ortisei in una foresta sotterranea: le radici degli alberi sembrano emergere dal terreno, facendosi strada attraverso il cemento, e la foresta si riappropria di uno spazio urbano.

"Volevo creare un'opera che creasse un attrito tra cultura e natura. Volevo che le radici crescessero all'interno della struttura dell'edificio", riflette Kaabi-Linke, incoraggiando i visitatori a rimanere all'interno per il tempo necessario affinché i loro occhi si abituino all'oscurità. "Non si tratta di essere cattivi o buoni, ma semplicemente di essere", dice Kaabi-Linke a proposito della natura. "Il nostro compito è stare con lei e trovare il nostro modo di essere. E se ci fermassimo, respirassimo e fossimo come la natura?".

Julius von Bismarck - Scarabeo a cavallo (2024)

Julius von Bismarck, Scarabeo a cavallo, 2024
Julius von Bismarck, Scarabeo a cavallo, 2024 Tiberio Sorvillo

Lo Scarabeo a cavallo dell'artista tedesco Julius von Bismarck si erge fiero nel centro di Ortisei. Trovare un monumento a un eroe a cavallo non è certo insolito, ma l'eroe in questione è piuttosto diverso: una combinazione tra un essere umano e un coleottero della corteccia, una minuscola creatura che scava all'interno degli alberi e ne rosicchia la corteccia.

Questo parassita forestale ha causato la scomparsa di vaste aree boschive nelle Dolomiti - visibili sulle colline che circondano la città - e il cambiamento climatico ha aggravato la minaccia. Raffigurando il coleottero come un trionfatore, von Bismarck si chiede: è la natura la vera piaga dell'ambiente o l'uomo? "È un ambasciatore degli animali o di altre forme di vita non umana che ci insegnano qualcosa", sottolinea von Bismarck.

Atelier dell'Errore - Vela Alpina (2024) e Marmottoloide (2024)

Atelier dell’Errore, Marmottoloide, 2024
Atelier dell’Errore, Marmottoloide, 2024 Tiberio Sorvillo

Rispondendo al tema "Il Parlamento delle Marmotte", il collettivo reggiano di arte neurodivergente Atelier dell'Errore ha trasformato lo spazio della Biennale a Pontives con le sue rappresentazioni di quelli che il direttore artistico Luca Santiago Mora chiama "Marmottoloidi", creature futuristiche dall'impronta distintamente punk, ognuna con una propria storia.

Il gruppo - la cui unica regola, come spiega Mora, è che "non un solo errore può essere cancellato durante il processo artistico" - presenta la sua "vela alpina" su un lampione di fronte alla sede della Biennale.

L'opera, basata su un materiale che rielabora in un'efficace vela le coperte termiche usate dai migranti sulle coste del Mediterraneo, è allo stesso tempo un cenno al mare che ha plasmato le Dolomiti 250 milioni di anni fa e un capovolgimento della narrazione: quello che un tempo era un materiale di salvataggio, ora è un simbolo di speranza e progresso.

Nassim Azarzar - Il margine della foresta (2024)

Nassim Azarzar, Il margine della foresta, 2024
Nassim Azarzar, Il margine della foresta, 2024 Photo by Tiberio Sorvillo

Dopo aver sviluppato il linguaggio visivo di quest'opera durante una lunga ricerca in Marocco, Nassim Azarar combina forme e colori nordafricani con i paesaggi e il folklore delle Dolomiti per creare un suggestivo murale sulla facciata dello storico Hotel Ladinia.

Nato in Francia da genitori marocchini, Azarzar adorna l'edificio con un'opera astratta che ricorda un mosaico marocchino: ogni sezione dipinta ha una propria storia da raccontare, ma si combina per trasmettere una profonda connessione tra gli esseri umani, la natura e l'universo in generale.

Laurent Le Deunff - Gufo delle nevi, Coccodrillo, Lumaca (2024)

Laurent Le Deunff - Gufo delle nevi, Coccodrillo, Lumaca - 2024
Laurent Le Deunff - Gufo delle nevi, Coccodrillo, Lumaca - 2024 Tiberio Sorvillo

Quando si varca la porta degli uffici della Biennale Gherdëina, si è accolti da uno spettacolo inaspettato: qualcosa a metà tra un bosco fiabesco e un cimitero di animali domestici. L'opera "Gufo delle nevi, Coccodrillo, Lumaca" di Laurent Le Deunff utilizza corteccia d'albero, muschio, piante e alberelli per creare un incantevole giardino segreto nell'atrio dell'edificio, abitato da monumenti tombali a un gufo delle nevi, un coccodrillo e una lumaca.

Le Deunff ha realizzato queste effigi con la tecnica del "rocaille", che consiste nell'intagliare il cemento per farlo assomigliare al legno, una tecnica pertinente in una zona come la Val Gardena, nota per la sua tradizione di sculture in legno. Ricca di sorprese e di un pizzico di umorismo, l'opera di Le Deunff ricorda sia i legami tra animali umani e non umani, sia che le cose possono non essere proprio come sembrano.

Ingela Ihrman - Prima venne l'oceano (2024)

Ingela Ihrman, Prima venne l'oceano, 2024
Ingela Ihrman, Prima venne l'oceano, 2024 Tiberio Sorvillo

Sull'altopiano di Juac, l'artista svedese Ingela Ihrman presenta "Prima venne l'oceano", l'unica installazione della Biennale in mezzo alla natura: tronchi e rami di alberi caduti, vittime dei recenti temporali e dell'epidemia di bostrico, formano il mastodontico scheletro di un animale marino: una riflessione su cosa succederebbe se le Alpi fossero barriere coralline e i prati dell'altopiano fossero il fondale marino.

Ruth Beraha - Il Cielo è Dei Violenti (2024)

Ciò che manca all'installazione sonora di Ruth Beraha "Il Cielo è Dei Violenti" in termini di immagini da mostrare, viene compensato in termini di impatto. L'opera audio immersiva dell'artista, realizzata in collaborazione con un ornitologo locale, occupa una sala teatrale in disuso.

L'installazione, in uno spazio buio, inizia con un idilliaco canto di uccelli, seguito dai richiami di uccelli indigeni e migratori e si sviluppa in una cacofonia frenetica, quasi violenta, di richiami di uccelli e battiti d'ali.

Sebbene il dolce canto del primo uccello concluda il paesaggio sonoro, il crescendo distopico dell'audio è un promemoria tutt'altro che gentile del potere della natura.

La nona edizione della Biennale Gherdëina: Il Parlamento delle Marmotte si svolgerà fino al 1° settembre 2024 nelle sedi di Ortisei, Pontives e Selva Val Gardena.