Iran, liberato il rapper Toomaj Salehi. Era stato condannato a morte
Il rapper iraniano Toomaj Salehi è stato rilasciato dal carcere, dopo che la Corte Suprema nella Repubblica islamica ha annullato la sua condanna a morte a giugno. La liberazione è stata eseguita il 1 dicembre, dopo aver scontato una pena di un anno per essersi espresso contro il regime di Teheran, come ha riferito l'agenzia di stampa Mizan.
In un post su Instagram, Salehi ha confermato l'uscita dal carcere: "Salehi, figlio dell'Iran, è stato liberato oggi dalla prigione di Dastgerd, dopo aver subito 753 giorni di crudele, ingiusta e ingiustificata prigionia senza alcun motivo o supporto legale documentato", si legge nella didascalia tradotta.
Il musicista era stato arrestato nell'ottobre del 2022 dopo essersi espresso pubblicamente a favore delle manifestazioni scatenate dalla morte di Mahsa Amini sotto la custodia della polizia morale del Paese mediorientale, dopo essere stata arrestata per aver indossato l'hijab in modo non consentito dalla legge. Una missione d'inchiesta delle Nazioni Unite ha riferito a marzo che la morte di Amini è stata illegale e causata da "violenza fisica sotto la custodia delle autorità statali". Aggiungendo che le donne iraniane subiscono ancora discriminazioni sistematiche.
Salehi era stato condannato a morte ad aprile, ed è stato riconosciuto colpevole anche di "sostegno alla sedizione, assembramento e collusione, propaganda contro lo Stato e incitamento ai disordini". Le proteste, durate mesi, scatenate dalla morte di Amini, hanno visto centinaia di persone uccise e migliaia arrestate.
Salehi è noto soprattutto per le sue canzoni di protesta riguardanti questioni sociali iraniane e lepolitiche del governo della Repubblica islamica: è il caso dei brani "Mouse Hole", "Turkmenchay" e "Pomegranate". In un video musicale su YouTube, pubblicato prima del suo arresto nel 2022, affermava: "Il crimine di qualcuno è stato quello di ballare con i capelli al vento / Il crimine di qualcuno è stato quello di avere il coraggio di criticare... 44 anni di governo / È l'anno del fallimento".
Amnesty International ha dichiarato che il processo è stato "gravemente ingiusto", mentre le autorità hanno respinto le accuse di tortura, tra cui quelle di aver utilizzato scosse elettriche, minacce di morte e ripetute percosse che avrebbero provocato fratture ossee e la perdita della vista da un occhio. La condanna a morte ha scatenato l'indignazione delle organizzazioni per i diritti umani e di personalità di alto profilo in tutto il mondo, tra le quali oltre cento provenienti dal mondo della cultura e dello spettacolo che hanno firmato una dichiarazione per chiederne la liberazione.
Un comunicato congiunto del cugino di Salehi, Arezou Eghbali Babadi, e dell'amico Negin Niknaam, recita: "La solidarietà e il sostegno della comunità internazionale hanno svolto un ruolo cruciale per il rilascio di Toomaj Salehi. Esprimiamo la nostra più sentita gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito in qualche modo a questo risultato. Tuttavia, non dobbiamo perdere di vista le normative ingiuste e oppressive che continuano a esercitare una forte pressione psicologica sui chi chiede maggiori libertà, sulle loro famiglie e sulla società nel suo complesso in Iran. Mentre sollecitiamo la libertà incondizionata di Toomaj e attendiamo di vederlo al più presto, non possiamo dimenticare le ingiustizie che abbiamo affrontato in questo periodo".
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