...

Logo Pasino du Havre - Casino-Hôtel - Spa
in partnership with
Logo Nextory

Perché gli italiani amano Sanremo: guida al Festival della Canzone per gli spettatori europei

• Feb 14, 2025, 4:28 PM
14 min de lecture
1

Il Festival di Sanremo è arrivato alla 75esima edizione, sono cinque in più dell’Eurovision, e tanto dovrebbe bastare a fare ravvedere chi lo ritiene soltanto una selezione per accedere al contest canoro paneuropeo. È indubbio che gli anni sono passati, ma il Festival della Canzone italiana è invecchiato benissimo.

Difficile sostenere il contrario, se si considerano la popolarità di cui gode l’evento oggi, la qualità dello spettacolo in confronto al resto dell’offerta dell’intrattenimento prodotto in Italia e da ultimi, non per importanza, i risultati economici da record che puntuali ogni anno a metà febbraio entrano nelle casse di "Mamma" Rai (il vezzeggiativo usato per le televisione pubblica in Italia).

Il pubblico italiano, e sempre di più quello straniero, ha imparato ad amare il Festival come si ama un vino di pregio. Perché permette di staccare la spina e ha un sapore diverso annata dopo annata. Nelle giuste dosi rallegra e favorisce la comunicazione, ma può fare riflettere o cedere il passo alla nostalgia. È adatto per le serate in compagnia, ma anche da soli.

E il suo valore è riconosciuto anche dagli astemi o da chi per scelta preferisce non bere. Soprattutto col tempo migliora, se trattato da mani esperte, acquistando carattere col passare degli anni.

Sanremo, dal Casinò alla diretta tv in Eurovisione

Non c’è dubbio che la storia del Festival della musica italiana tracci una traiettoria di crescita ed evoluzione continua, caratterizzata da una capacità forse impareggiabile di adattamento ai tempi che cambiano.

Qualità che hanno permesso a Sanremo di attraversare anni spensierati ma anche crisi, tanto profonde quanto necessarie per dare nuova linfa alla manifestazione e intercettare l’interesse del pubblico col cambiare delle generazioni. 

Sanremo è un appuntamento fisso che accompagna il Paese praticamente da sempre. Longevo quasi quanto la storia della Repubblica, cominciata con il referendum del 2 giugno 1946.

Difficile sintonizzarsi su Rai1 e non provare tenerezza per il Paese con le ossa ancora rotte da vent’anni di fascismo e dalla catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, che sceglie di guardare al futuro e alla democrazia con una disperata voglia di musica leggera.

Senza dimenticare che entrando nelle case di milioni di persone, il Festival insegnava a cantare in Italiano a famiglie che da nord a sud parlavano principalmente in dialetto, contribuendo di fatto all'unificazione culturale del Paese.

Così l'Italia e Sanremo sono cresciuti insieme. Nel 1951 la prima edizione dell’evento si svolse nel Salone delle feste del Casinò della città ligure. Nessuna diretta tv, la Rai non trasmetteva ancora con continuità sul territorio nazionale: la competizione canora nasceva per allietare le cene dei giocatori d’azzardo.

Solo nel 1955 il Festival è approdato alla televisione di Stato, un successo incontenibile tanto che tre anni dopo divenne visibile in Eurovisione e dagli anni Sessanta le dirette sono arrivate anche in radio.

Nel 1977 la gara canora abbandonò infine il Casinò e da allora viene trasmessa dal teatro dell’Ariston. Sono stati decenni floridi per il successo del Festival, gli anni in cui la kermesse è entrata indissolubilmente a fare parte del dna culturale del Paese.

Raphael Gualazzi riporta l'Italia all'Eurovision song contest con Madness of love, Germania, 13 maggio 2011
Raphael Gualazzi riporta l'Italia all'Eurovision song contest con Madness of love, Germania, 13 maggio 2011 Frank Augstein/AP

La crisi e la rinascita di Sanremo nel nuovo millennio

Non sono mancate le cadute e senza dubbio la crisi più profonda il Festival l’ha attraversata negli anni Duemila: format stantio e proposta musicale troppo antiquata non attraevano il pubblico dei millennial. E anche se dal 2007 è trasmesso in streaming su Raiplay, Sanremo non era amato dai giovani, li annoiava.

La musica è cambiata, letteralmente, a partire dagli anni Dieci. Nel 2011 l’Italia è tornata a competere all’Eurovision song contest dopo una lunga assenza, l'ultima partecipazione risaliva al 1997.

La possibilità di esibirsi di fronte al pubblico di centinaia di milioni di europei ha giocato un ruolo chiave nell'attrarre case discografiche e artisti affermati, che per anni avevano preferito snobbare il palco sanremese.

La proposta musicale è diventata finalmente contemporanea, il sistema di voto rivoluzionato premia gli artisti emergenti e fa finire in fondo alla classifica i mostri sacri della kermesse, non senza suscitare qualche mal di pancia. Le ricadute positive si sono moltiplicate e il Festival, a sorpresa, è uscito rafforzato dagli anni di crisi, con una nuova pelle.

La cena con spettacolo per giocatori d'azzardo è diventata una macchina da guerra multimediale e interattiva, che piace agli italiani di tutte le età e domina gli ascolti in Tv e in radio.

I contenuti di Sanremo sono un generatore infinito di interazioni social (300 milioni solo nelle prime due serate dell'edizione in corso), senza contare che le hit sanremesi intasano e scalano le classifiche mondiali in tutte le piattaforme di streaming musicale.

Victoria De Angelis dei Måneskin si esibisce con i Duran Duran alla 75esima edizione del Festival di Sanremo, 13 febbraio 2025
Victoria De Angelis dei Måneskin si esibisce con i Duran Duran alla 75esima edizione del Festival di Sanremo, 13 febbraio 2025 Marco Alpozzi/LaPresse

E poi c'è Fantasanremo, un fantasy game del tutto simile al più noto fantacalcio, in cui gli spettatori creano squadre di cantanti e guadagnano punti in base a performance, classifica, outfit e azioni goliardiche compiute sul palco. Il gioco, sempre più popolare negli ultimi anni, è stato accolto di buon grado anche dagli artisti in gara, che prestandosi al gioco hanno reso la manifestazione interattiva e attraente anche per chi non ama la musica.

C'è senza dubbio anche questa trasformazione alla base del successo di artisti del calibro di Mahmood e Annalisa. E soprattutto dei Måneskin, la band romana che dopo il successo sul palco dell'Ariston e il trionfo all'Eurovision è riuscita a conquistare fama a livello planetario.

I Maneskin vincono l'Eurovision song contest all'Ahoy arena di Rotterdam, 23 maggio 2021
I Maneskin vincono l'Eurovision song contest all'Ahoy arena di Rotterdam, 23 maggio 2021 Peter Dejong/Copyright 2021 The AP. All rights reserved

Sanremo in numeri: un evento indispensabile per la Rai e per l'Italia

Se il Festival è senza dubbio l'evento storicamente più seguito in italia, non significa però che tutti lo amino. Anzi, i detrattori non mancano. Ma i suoi successi sono troppo evidenti per essere negati e i numeri che è capace di generare lo schermano da qualsiasi tipo di attacco: Sanremo è un evento indispensabile, per la Rai e per l'Italia.

Con la tv di Stato che a causa di una serie di flop e di scelte editoriali discutibili attraversa un periodo difficile, e che per il secondo anno consecutivo anche nel 2024 ha totalizzato meno ascolti del suo principale concorrente, Mediaset, Sanremo resta una certezza alla quale la Rai non può rinunciare.

Il 66 per cento di share medio della scorsa edizione, obiettivo che sembra alla portata di quella in corso, è un risultato che ha garantito una raccolta pubblicitaria pari a 60 milioni di euro nel 2024 e ben 67 nel 2025.

La Rai non fornisce mai informazioni dettagliate sui costi di produzione dei suoi programmi, ma se le stime approssimative per la 75esima edizione parlano di circa 20 milioni di euro complessivi, i conti sono presto fatti.

Conchita Wurst rappresenta l'Austria all'Eurovision song contest al  B&W Halls di Copenhagen, 10 Maggio 2014
Conchita Wurst rappresenta l'Austria all'Eurovision song contest al B&W Halls di Copenhagen, 10 Maggio 2014 Frank Augstein/AP

Sanremo: un legame profondo con l'Italia e gli italiani

La storia, i numeri e i successi sono sotto gli occhi di tutti, eppure non bastano a spiegare cosa succede una settimana all'anno a Sanremo e il legame sentimentale che unisce gli italiani al Festival.

Sanremo racconta l'attualità in maniera diretta ed è una guida utile anche per riconoscere progressi, conquiste o passi indietro della società italiana.

Basti pensare a quando, solo nel 2015 l'artista Thomas Neuwirth che usa lo pseudonimo Conchita Wurst, indossando abiti femminili, vincitore dell'Eurovision song contest l'anno prima, fu presentato al pubblico dell'Ariston con il nome di battesimo, "Tom", e al termine dell'esibizione non fu omaggiato con un mazzo di fiori.

Uno sgarbo e una mancanza di tatto, per usare un eufemismo, che apparirebbero intollerabili nelle edizioni attuali, dove grazie alla sensibilità di un pubblico più giovane e attento l'inclusività è ormai di casa.

Da semplice celebrazione della canzone italiana, Sanremo è diventato una finestra sulla società e quindi uno specchio per osservare se stessi.

Incollati alla televisione, connessi sui social e in comunicazione costante attraverso i più disparati gruppi WhatsApp: famiglia, amici, lavoro e calcetto, Il Festival rappresenta un rito collettivo per milioni di persone, che per una settimana parlano senza filtri dei propri gusti, di ciò che li appassiona, di ciò che amano e detestano.

Come in una gigantesca seduta di terapia di gruppo il pubblico di Sanremo sceglie, si confronta, critica. Ed è libero di dedicarsi a una delle attività preferite del Paese: fare polemica, su tutto. La divisione è il germe della politica, che in Italia tutto pervade.

Anche così il Festival ci ricorda ogni anno un tratto fondante della nostra identità nazionale. Nonostante la storia millenaria l'Italia è uno dei Paesi più giovani del continente, con un popolo tutt'altro che omogeneo ma "unito nella diversità".

Una storia italiana, ma anche europea.