Viaggiare nell'Ue: ecco le nuove regole in vigore da ottobre 2025

L'introduzione a ottobre del nuovo sistema di ingresso e uscita dall'Ue (Ees) si avvicina ma c'è già confusione su cosa significhi davvero per i viaggiatori. Secondo alcuni i viaggiatori extracomunitari dovranno dimostrare di avere un'assicurazione di viaggio, per altri il sistema Ees è una punizione per la Brexit.
Ma quali speculazioni sono vere e quali sono false? Abbiamo dato un'occhiata ad alcuni dei fraintendimenti più comuni.
Falso: I viaggiatori britannici dovranno avere un'assicurazione sanitaria
Recentemente Nigel Farage, leader del partito Reform Uk, ha affermato che per entrare nell'Ue i cittadini britannici dovranno dimostrare di avere un'assicurazione di viaggio
Chi viaggia dal Regno Unito si affida attualmente alla Global health insurance card (Ghic), fornita gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale britannico. La tessera non sostituisce l'assicurazione di viaggio ma consente di accedere alle cure mediche necessarie nei Paesi dell'Ue e in Svizzera allo stesso costo dei residenti o gratuitamente.
L'idea che l'assicurazione di viaggio possa diventare obbligatoria con l'introduzione dell'Ees ha suscitato preoccupazioni soprattutto tra i viaggiatori più anziani e quelli con patologie preesistenti, poiché per loro i costi assicurativi possono essere troppo alti.
La Commissione europea ha però chiarito al quotidiano britannico The Independent che non sarà richiesta alcuna assicurazione di viaggio. L'Ees non cambia i requisiti di ingresso per i viaggiatori britannici nell'Ue e nell'area Schengen. Le regole rimarranno infatti le stesse da quando sono state modificate nel periodo post-Brexit.
I viaggiatori britannici dovranno comunque spiegare lo scopo del viaggio, dimostrare di avere fondi sufficienti per la durata del viaggio e provare di avere prenotato un alloggio. Ai viaggiatori può anche essere richiesto di dimostrare di avere un biglietto di ritorno per il Regno Unito o di averne uno verso un Paese in cui si è certi di poter entrare.
Falso: I viaggiatori britannici dovranno richiedere il visto
I viaggiatori extracomunitari provenienti da Paesi esenti da visto come il Regno Unito, non dovranno richiedere un visto per soggiorni brevi quando verrà introdotto il sistema Ees. Per soggiorni brevi si intendono viaggi fino a 90 giorni in un periodo di 180 giorni.
Questo perché l'Ees registrerà elettronicamente i dati di ingresso e uscita dei cittadini extracomunitari alle frontiere dell'Ue. Questo permette di identificare le persone che superano il periodo di validità del visto, migliorare la sicurezza delle frontiere e sostituire il processo manuale di timbratura dei passaporti. Il sistema non cambia le politiche in materia di visti.
È facile confondere il sistema Ees con il Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (Etias), che sarà introdotto a partire dalla fine del 2026. Questo sistema digitale sarà richiesto ai viaggiatori esenti da visto che entrano nell'area Schengen, compresi i cittadini britannici, ma non è un visto. Si tratta di un sistema di esenzione dal visto simile all'Esta degli Stati Uniti ed è inteso come una procedura rapida di autorizzazione pre-viaggio.
Falso: l'Ees è una punizione per la Brexit
Alcuni viaggiatori britannici hanno espresso il timore che il nuovo sistema Ees venga attuato principalmente come punizione nei confronti del Regno Unito per la Brexit.
Tuttavia, l'Ees è uno sforzo a livello europeo per snellire e automatizzare i controlli di frontiera per tutti i visitatori extracomunitari, non solo per i cittadini britannici. Questo soprattutto per garantire che le attuali regole di Schengen sui viaggi, come il limite di 90 giorni per i soggiorni brevi, siano rispettate.
In realtà, il nuovo sistema è stato pianificato ben prima della Brexit, e il Regno Unito ha partecipato alla preparazione dell'Ees quando era ancora membro dell'Ue.
Il Regno Unito ha anche introdotto un proprio sistema di controllo delle frontiere, l'Electronic travel authorisation (Eta), attivato nell'aprile 2025. Si tratta di un permesso di viaggio digitale collegato al passaporto e non è un visto né garantisce l'ingresso nel paese.
I viaggiatori che provengono da Paesi esenti da visto per soggiorni di breve durata hanno comunque bisogno di un'Eta. A seconda della nazionalità, anche chi transita nel Regno Unito per un'altra destinazione avrà bisogno di un'Eta, soprattutto se passa attraverso i controlli di frontiera.
Con l'Eta, si possono effettuare più viaggi nel Regno Unito per un massimo di sei mesi nell'arco di due anni o fino alla scadenza del passaporto, a seconda di quale situazione si verifichi per prima.
L'Eta prevede che i viaggiatori provenienti da Paesi esenti da visto, compresi i cittadini dell'Ue, debbano richiedere un'autorizzazione preventiva prima di entrare nel Regno Unito.
Falso: il sistema Ees vale anche per i cittadini dell'Ue
Il sistema Ees si applicherà solo ai cittadini extracomunitari, sia di Paesi esenti da visto che di Paesi terzi, che viaggiano per brevi soggiorni da o verso l'area Schengen.
Il sistema Ees non si applicherà ai cittadini dell'Ue e a chi ha un visto a lungo termine o un permesso di soggiorno.
L'Ees non si applicherà nemmeno ai cittadini extracomunitari che si recano in Europa per motivi di studio, ricerca, formazione, programmi di scambio di alunni, volontariato, au-pairing o progetti educativi.
Allo stesso modo, non dovranno passare attraverso il sistema Ees le persone esentate dai controlli di frontiera, come i lavoratori transfrontalieri e i capi di Stato.
Falso: l'Ees comporterà tasse di frontiera aggiuntive
L'Ees in sé non richiede il pagamento di tasse aggiuntive alla frontiera.
Quando l'Etias sarà introdotto a partire dal 2026, chi proviene da Paesi non Ue dovrà pagare una tassa di circa 20 euro a persona per viaggiare. L'autorizzazione sarà valida per 3 anni, o fino alla scadenza del passaporto.
I viaggiatori di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 70 anni sono esenti dal pagamento, così come lo sono i familiari di cittadini dell'Ue o di cittadini extracomunitari che hanno il diritto di circolare liberamente in tutta l'Ue.
La tassa Etias è stata recentemente aumentata da 7 a 20 euro ed è ancora in fase di revisione, a causa del timore che possa aumentare in modo sproporzionato i costi per i viaggiatori, soprattutto per le famiglie.
Falso: attraversare le frontiere diventerà più complicato
Alcuni viaggiatori ed esperti hanno espresso il timore che il sistema Ees possa rendere i controlli di frontiera negli aeroporti europei ancora più lunghi e caotici di quanto non lo siano ora.
Tuttavia, anche se è possibile che si verifichino alcuni ritardi iniziali, man mano che i viaggiatori e il personale di frontiera si abituano al nuovo sistema, l'Ees è destinato a rendere i controlli di frontiera sempre più fluidi ed efficienti.
Questo obiettivo sarà raggiunto principalmente sostituendo i timbri manuali sui passaporti e automatizzando i sistemi biometrici come il riconoscimento facciale e la raccolta delle impronte digitali. L'Ue sta valutando l'implementazione di sistemi di pre-registrazione e di aree self-service in alcune frontiere per ridurre i tempi di attesa.
Falso: l'Ees registrerà tutte le informazioni personali
Con l'aumento dei casi di violazione della privacy, sono emerse preoccupazioni sul fatto che l'Ees possa memorizzare tutte le informazioni personali dei viaggiatori provenienti da Paesi non appartenenti all'Ue.
Il sistema Ees registrerà solo informazioni specifiche sul viaggio e dati biometrici sui visitatori, come scansioni facciali, impronte digitali, date di ingresso e di uscita, e dettagli del passaporto. Non terrà traccia di altre informazioni e dettagli personali, come le attività e gli spostamenti quotidiani all'interno dell'Ue. La raccolta delle informazioni sarà disciplinata da rigorose norme di protezione dei dati dell'Ue, con chiari limiti di accesso, di durata e di utilizzo.
Lo scopo del nuovo sistema Ees è di garantire che i viaggiatori rispettino la regola dei 90 giorni per i soggiorni brevi e che non rimangano oltre i limiti previsti nell'area Schengen.