L'elezione di Trump ha spianato la strada agli attacchi israeliani all'Iran secondo fonti israeliane

Israele stava pianificando un'invasione su larga scala dell'Iran da molti anni, ma la rielezione di Donald Trump ha coinciso con una serie di eventi critici che hanno spianato la strada all'attacco diretto nel giugno di quest'anno, hanno dichiarato quattro attuali ed ex fonti dell'intelligence israeliana a Euronews in interviste separate.

Le fonti dell'intelligence israeliana, che hanno parlato in condizione di anonimato per motivi di sicurezza, hanno dichiarato a Euronews che gli agenti del Mossad hanno identificato i fattori strategici chiave e le condizioni politiche necessarie per preparare e avviare l'attacco all'Iran. Tra questi, hanno citato l'intensificazione della guerra per procura, l'elezione del presidente statunitense Donald Trump e lo slancio dei negoziati nucleari con le potenze occidentali.

Il 13 giugno Israele ha lanciato diversi attacchi terrestri e aerei contro l'Iran, uccidendo alti dirigenti militari, scienziati nucleari e politici iraniani e danneggiando o distruggendo le difese aeree e le strutture militari nucleari iraniane.

L'Iran ha risposto con attacchi missilistici e con droni contro città e siti militari israeliani, aiutato dagli Houthi alleati dell'Iran nello Yemen.

Gli Stati Uniti hanno difeso Israele da questi attacchi e, il nono giorno, hanno bombardato tre siti nucleari iraniani. L'Iran ha poi colpito una base statunitense in Qatar. Il 24 giugno, sotto la pressione degli Stati Uniti, Israele e l'Iran hanno concordato un cessate il fuoco.

Entrambe le parti hanno rivendicato la vittoria dopo il cessate il fuoco. Israele e gli Stati Uniti hanno affermato di aver ridotto in modo significativo i programmi missilistici e nucleari dell'Iran, mentre le autorità iraniane hanno negato queste affermazioni. Le valutazioni indipendenti sono attualmente limitate a causa della segretezza che circonda il programma nucleare iraniano.

Diplomazia aperta ma in via di esaurimento

Israele e gli Stati Uniti hanno affermato che l'attacco era in programma da molti anni, parallelamente all'impegno diplomatico con l'Iran.

"Israele non ha mai nascosto di voler distruggere il programma nucleare iraniano e di essere disposto anche a consentire una soluzione diplomatica, purché questa impedisca all'Iran non solo di arricchire l'uranio, ma anche di avere la capacità di rappresentare una minaccia esistenziale per lo Stato di Israele", ha dichiarato a Euronews una prima fonte dell'intelligence israeliana.

Gli impegni diplomatici non hanno portato alcun risultato tangibile, hanno detto le fonti, mentre le tensioni tra Stati Uniti e Iran sono cresciute dopo la prima presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti dal 2016 al 2020.

Nel 2018, Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall'accordo nucleare iraniano del 2015 (JCPOA), che aveva limitato il programma nucleare iraniano in cambio di un alleggerimento delle sanzioni. In seguito alla reintroduzione delle sanzioni da parte degli Stati Uniti, nel 2019 l'Iran ha iniziato a ignorare le restrizioni nucleari dell'accordo.

Principali eventi della guerra per procura

Nel frattempo, la guerra per procura tra Israele e Iran si è progressivamente inasprita.

"Credo che il momento cruciale sia stato nell'aprile 2024, quando l'Iran ha lanciato missili direttamente dal suo territorio contro Israele. Fino a quel momento, l'Iran si era affidato principalmente a dei proxy per attaccare Israele, mentre Israele svolgeva operazioni segrete all'interno dell'Iran con l'obiettivo di evitare un'escalation in una guerra su larga scala", ha detto la prima fonte di intelligence.

Nell'aprile 2024, l'Iran ha lanciato missili contro Israele come rappresaglia per un attacco israeliano al suo consolato in Siria che ha ucciso il generale di brigata Mohammad Reza Zahedi. Si trattava del più alto funzionario militare iraniano ucciso dopo l'assassinio del generale iraniano Qassem Suleimani nel 2020 da parte dell'amministrazione statunitense Trump. Suleimani era l'"architetto" della guerra per procura dell'Iran in Medio Oriente.

"Penso che Israele abbia dovuto aspettare dall'aprile 2024. Aveva bisogno di tempo per raccogliere tutta l'intelligence e la pianificazione necessaria per sentirsi sicuro che, già nei primi due o tre giorni di guerra, saremmo stati in una posizione in cui avremmo avuto il controllo completo della situazione, perdite minime in patria e il controllo completo dello spazio aereo iraniano, con la possibilità di attaccare quando e dove vogliamo", ha aggiunto la fonte.

Rielezione di Trump

La seconda elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti ha rappresentato un altro momento cruciale ed è stata accolta con favore da tutte e quattro le fonti.

"Il piano originale era di attaccare nell'ottobre 2024. Questo dopo il secondo attacco missilistico diretto da parte dell'Iran contro Israele in seguito all'assassinio da parte di Israele del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah in Libano a settembre", hanno detto le prime fonti di intelligence, ma l'attacco è stato ritardato per aspettare le elezioni statunitensi di novembre.

"Credo che per Israele fosse molto importante che Trump vincesse le elezioni. Una volta eletto, Trump ha posto l'accento sul raggiungimento di un accordo sugli ostaggi", ha detto la seconda fonte, riferendosi al conflitto Hamas-Israele.

"Una volta firmato l'accordo sugli ostaggi, intorno al marzo 2025, Israele era di nuovo in grado di attaccare l'Iran. Ma gli Stati Uniti e l'Iran hanno avviato i negoziati per cercare di trovare una soluzione pacifica alla questione dell'arricchimento e del programma nucleare iraniano", ha aggiunto la prima fonte.

Negoziati USA-Iran

A marzo, Stati Uniti e Iran hanno avviato negoziati indiretti sul programma nucleare iraniano. I negoziati non hanno portato a un accordo, anche se le controparti li hanno definiti "costruttivi".

"Trump ha dato 60 giorni di tempo a questi negoziati. Il giorno dopo, Israele ha attaccato l'Iran. Penso che questo sia stato ovviamente coordinato con l'amministrazione statunitense", hanno dichiarato a Euronews tutte le fonti di intelligence israeliane attuali e passate.

Washington non ha mai dichiarato pubblicamente che il primo attacco di Israele all'Iran fosse coordinato. Tuttavia, dopo l'attacco degli Stati Uniti agli impianti nucleari iraniani, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha dichiarato in una conferenza stampa del 23 giugno che l'operazione era stata pianificata da molti anni.

"Quando abbiamo attaccato, eravamo alla fine del periodo di 60 giorni di negoziati. Credo che a questo punto fosse molto chiaro a Trump che gli iraniani non erano disposti a rinunciare all'arricchimento sul territorio iraniano, anche se i negoziati hanno portato ad alcune soluzioni interessanti. Ad esempio, una sorta di agenzia internazionale per l'arricchimento che assegnerebbe uranio arricchito a livelli civili a tutti i Paesi della regione interessati", ha detto la prima fonte di intelligence.

"Trump si è reso conto che l'Iran si stava impegnando in negoziati solo per guadagnare tempo, senza il reale intento di raggiungere una risoluzione. I colloqui sono serviti come esca, dando all'Iran l'impressione che non sarebbe stato attaccato, soprattutto in presenza di notizie diffuse dalla stampa secondo cui Israele era sul punto di colpire", ha aggiunto la prima fonte.

La situazione attuale

Mentre l'Iran ha rivendicato la vittoria e celebrato la sua resistenza all'invasione israeliana, fonti dell'intelligence israeliana hanno affermato che il regime di Teheran è rimasto indebolito dopo l'attacco.

"Israele è uscito da diversi conflitti in una posizione strategica più forte nella regione, ma in una posizione politica più difficile con i suoi partner occidentali, tranne forse Washington. Siamo in un momento molto delicato in cui sia Israele che l'Iran hanno poco da guadagnare se si spingono oltre", ha dichiarato a Euronews Ian Lesser, borsista e consigliere del presidente del German Marshall Fund.

"L'Iran ha meno opzioni ora. Un'opzione è quella di tornare ai negoziati. Un'altra è quella di ricorrere ai suoi metodi tradizionali di risposta, che si basano su procuratori e azioni non tradizionali, compreso il terrorismo. C'è anche la possibilità che, se l'Iran mantiene una certa capacità di sviluppare armi nucleari, veda questa come un'altra strada. Ma non credo che nessuno glielo permetterà. Ci possono essere disaccordi sulla strategia e sulla politica israeliana, ma nel complesso Israele e i suoi partner occidentali non sono disposti a tollerare un Iran nuclearizzato", ha aggiunto l'esperto.

Se la guerra fosse andata oltre, Israele avrebbe probabilmente attaccato installazioni di gas e petrolio, ha dichiarato a Euronews una quarta ex fonte dell'intelligence israeliana. Tuttavia, dopo il cessate il fuoco, sono ripresi i negoziati a livello diplomatico.

Il 25 luglio, i diplomatici iraniani hanno incontrato a Istanbul le controparti di Germania, Regno Unito e Francia per un colloquio, il primo dopo l'attacco di Israele all'Iran di metà giugno, tra gli avvertimenti che questi Paesi europei potrebbero innescare un "ritorno di fiamma" delle sanzioni ONU contro Teheran.

La seconda fonte di intelligence ha affermato che, dopo il conflitto, Israele manterrà il controllo sullo spazio aereo iraniano, al fine di "distruggere qualsiasi cosa che possa anche solo suggerire che gli iraniani si stiano preparando a ricostruire una qualsiasi delle capacità che abbiamo distrutto".