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Regno Unito, la crisi degli alloggi pesa sulle elezioni politiche del 4 luglio

• Jun 24, 2024, 2:25 PM
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La crisi abitativa è uno dei temi principali per gli elettori che si avviano alle elezioni politiche nel Regno Unito il prossimo 4 luglio.

L'aumento degli affitti e la carenza di alloggi a prezzi accessibili ha causato non solo malumori, ma anche causato un numero crescente di senzatetto. Secondo alcune stime più di 300mila persone nel Regno Unito non hanno un alloggio permanente in cui dormire.

"Negli ultimi sei mesi abbiamo registrato un aumento del 40-50 per cento delle persone che si rivolgono a noi per chiedere assistenza, il che è enorme", ha spiegato di recente a Sky News Nick Bradshaw, responsabile di uno dei centri di accoglienza nel nord-ovest di Londra di Crisis, una ong che ha aiutato molti senzatetto anche a registrarsi per le elezioni.

"Di recente stiamo vedendo molti più anziani, quindi persone di 60, 70 e 80 anni che sono state in alloggi insicuri e non sono più in grado di starci", ha aggiunto Bradshaw.

Crisi degli alloggi e costo della vita: crisi nel Regno Unito e in Irlanda

Nella vicina Irlanda la crisi degli alloggi è stata una delle cause alla base delle proteste delle comunità locali contro l'ospitalità di migranti provenienti dal Regno Unito.

A Londra, come in altre città britanniche, non è solo il prezzo degli alloggi ma anche quello di cibo e utenze a spingere la popolazione al limite. L'aumento dei tassi d'interesse ha fatto salire inoltre i costi dei mutui, e di conseguenza spesso degli affitti, incidendo sul reddito di molte famiglie.

I sondaggi continuano a dare al partito laburista oggi all'opposizione, guidato da Keir Starmer, un vantaggio a due cifre sui conservatori di Sunak, al potere da 14 anni sotto cinque diversi primi ministri.

I laburisti hanno promesso di far ripartire l'economia dopo anni di crescita lenta con una nuova politica industriale e investimenti nelle infrastrutture, riducendo la burocrazia e costruendo 1,5 milioni di nuove case.

I conservatori si sono concentrati invece sulla riduzione dell'immigrazione e sull'abbassamento delle tasse, promettendo miliardi di euro di tagli fiscali entro il 2030, da pagare in gran parte tagliando i costi del welfare.