Gaza, raid a Khan Younis e nel nord della Striscia: Hezbollah pronto a stop se tregua Israele-Hamas
Un attacco aereo israeliano ha ucciso martedì 12 palestinesi, tra cui nove membri di una famiglia, in una zona designata come "sicura" dopo l'ordine di evacuazione della parte orientale di Khan Younis dato dall'esercito israeliano.
Almeno 250mila persone vivono nell'area da evacuare e molti hanno intrapreso un nuovo esodo inclusi 320 tra pazienti e sanitari dell'ospedale Europeo che ha cessato di operare, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le Nazioni Unite denunciano che l'ordine di evacuazione lascia i palestinesi senza nessun posto sicuro dove andare, dal momento che segue quello dato a maggio per l'invasione di Rafah, che aveva spinto quasi un milione di sfollati a trasferirsi nuovamente.
"Valutiamo che vi siano circa 1,8 o 1,9 milioni di persone nella parte centrale di Gaza" ha confermato il colonnello Elad Goren, uno dei responsabili del Cogat, l'autorità militare isreliana che gestisce gli affari civili dei territori occupati.
Israele ha però ripristinato il collegamento elettrico dell'impianto di desalinizzazione di Gaza, staccato dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, che potrebbe dunque tornare a fornire alla popolazione fino a 20mila metri cubi d'acqua potabile al giorno.
Raid aerei nel sud e nel nord di Gaza e in Cisgiordania
Almeno sette palestinesi sono morti nel bombardamento di un edificio a Gaza city, dove da giorni è in corso un'offensiva delle forze israeliane.
In un altro quartiere della città un colpo di artiglieria ha ucciso 17 palestinesi in un mercato, secondo quanto riportato dall'agenzia Reuters.
I raid non hanno riguardato solo la Striscia di Gaza. Un bombardamento nel campo profughi di Nur Shams, in Cisgiordania, ha ucciso quattro persone martedì.
In queste ore i vertici politici e quelli militari israliani rimangono divisi sui piani futuri. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele proseguirà la guerra a Gaza fino alla liberazione di tutti gli ostaggi e all'eliminazione di Hamas, ma che è pronto anche a una guerra con Hezbollah nel sud del Libano.
L'esercito ha raccomandato al premier di non impegnare le forze su due fronti. Mercoledì il numero due di Hezbollah, Naim Kassem, ha dichiarato all'Associated Press a Beirut che "se ci sarà un cessate il fuoco a Gaza" il movimento fermerà "senza alcuna discussione" i propri attacchi contro il nord di Israele.
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