Dalla Germania all'Italia: le proteste contro la guerra a Gaza

Giornata di manifestazioni pro-Palestina in diverse città europee, culminate in scontri in Italia e imponenti raduni in Germania, con i partecipanti che chiedono un cessate il fuoco immediato a Gaza e la fine della cooperazione militare con Israele.
Scontri a Torino: assalto all'aeroporto
Il pomeriggio a Torino è stato teatro di una protesta non autorizzata che mirava a colpire infrastrutture chiave. Un corteo, partito alle 15:00 da piazza Crispi, si è diretto verso l'aeroporto Sandro Pertini di Caselle, con l'obiettivo dichiarato di bloccare il traffico e raggiungere lo stabilimento del gruppo della difesa Leonardo situato nelle vicinanze.
La manifestazione è stata poi intercettata in strada verso l'aeroporto da un massiccio schieramento di polizia in assetto antisommossa. Nel tentativo di sfondare il cordone per accedere allo scalo, i manifestanti si sono scontrati con le forze dell'ordine, che hanno risposto con una carica supportata dall'uso di idranti e lacrimogeni.
Dai manifestanti si registrano dieci feriti, che hanno ricevuto assistenza in un'auto sanitaria auto-organizzata. Il gruppo si è poi disperso, cercando vie alternative per aggirare il blocco.
Contemporaneamente, un altro gruppo di circa cinquanta attivisti pro-Palestina, partiti autonomamente da Borgaro Torinese, ha raggiunto le recinzioni a bordo pista dell'aeroporto, nei pressi del cimitero di Caselle. Non potendo accedere all'ingresso presidiato della fabbrica Leonardo a San Maurizio Canavese, i manifestanti hanno optato per una sosta simbolica a ridosso dello scalo.
Mobilitazione e Disagi a Genova
Anche a Genova la giornata è stata caratterizzata da due diverse iniziative a sostegno della causa palestinese. Nel pomeriggio, un corteo partito da via Fanti d'Italia e diretto a San Benigno ha causato forti disagi al traffico in diverse aree nevralgiche della città, tra cui la stazione marittima e via di Francia. La protesta, promossa anche dal Calp (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali), ha ribadito la posizione "contro la guerra e contro la Nato, contro il genocidio in Palestina".
In serata, è attesa una nuova fiaccolata per Gaza, promossa da Stefano Rebora di Music for Peace. L'evento mira a replicare la grande partecipazione della precedente manifestazione di agosto a sostegno della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla.
Oltre 50mila in piazza a Berlino
La più massiccia dimostrazione si è svolta a Berlino, dove circa 50mila persone hanno partecipato alla marcia intitolata "Uniti per la Liberazione". L'evento, descritto dalle autorità come "assolutamente pacifico" nella sua fase principale, ha radunato ong, attivisti e la comunità palestinese, ricevendo anche il sostegno del partito della Sinistra. La marcia si è conclusa alla Colonna della Vittori, al centro del parco di Tiegel a con esibizioni musicali.
I manifestanti hanno lanciato un appello diretto al governo tedesco, chiedendo l'interruzione di qualsiasi cooperazione militare con Israele e l'uso di "tutte le misure possibili" per garantire un cessate il fuoco immediato e l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza.
Tuttavia, tensioni si sono registrate in una manifestazione secondaria nel quartiere di Kreuzberg, dove sono stati effettuati diversi arresti per resistenza a pubblico ufficiale e uso di oggetti pirotecnici, portando all'interruzione del raduno.
Diverse migliaia di persone si sono radunate anche a Düsseldorf. La polizia della città della Germania occidentale ha schierato un folto contingente di agenti, ma un portavoce ha dichiarato nel pomeriggio che l'evento si è svolto in modo pacifico. La manifestazione ha attraversato il centro città. Alcuni partecipanti sono arrivati a Düsseldorf in autobus da altre parti della Germania.
La dimostrazione si è tenuta all'insegna dello slogan: "Non dimenticheremo Gaza – Libertà per la Palestina e tutti i popoli oppressi".
Le proteste di oggi evidenziano una crescente mobilitazione internazionale che sta mettendo sotto pressione i governi europei affinché rivedano le loro politiche nei confronti di Israele a causa della guerra a Gaza.
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