Flotilla, 171 attivisti arrivati ad Atene con Greta Thunberg: Stati devono fermare genocidio a Gaza

Gli attivisti del movimento Global sumud flotilla espulsi da Israele sono atterrati ad Atene lunedì pomeriggio, grazie a un volo speciale messo a disposizione dal governo greco. A bordo dell'aereo hanno viaggiato 27 cittadini greci e altri 134 attivisti cittadini di 15 paesi europei, compresi 15 italiani. Tra loro anche l'attivista per il clima Greta Thunberg, che ha denunciato maltrattamenti da parte delle autorità israeliane durante la detenzione.
“Potrei parlare a lungo dei maltrattamenti e degli abusi subiti durante la nostra prigionia, credetemi, ma non è questo il punto”, ha dichiarato Thunberg poco dopo il suo arrivo. "Israele sta intensificando il genocidio e la distruzione di massa con intenti genocidi, tentando di cancellare un'intera popolazione davanti ai nostri occhi."
All'aeroporto Eleftherios Venizelos si è radunata una folla di sostenitori, che hanno accolto gli attivisti al grido di "Free Palestine".
"Il genocidio viene trasmesso in diretta sui nostri telefoni. Nessuno ha il diritto di dire di non sapere. I nostri Paesi hanno l'obbligo legale di impedire il genocidio in corso e non lo stanno facendo. Devono esercitare una pressione reale su Israele e smettere di inviare armi. Non stiamo assistendo nemmeno al minimo, i sistemi internazionali stanno tradendo i palestinesi. Non capisco come gli esseri umani possano essere cosi' malvagi" ha affermato l'attivista.
Secondo il diritto internazionale "gli Stati hanno l'obbligo legale di agire per prevenire e fermare il genocidio. Ciò significa che devono cessare la partecipazione, esercitare pressioni concrete e fermare i trasferimenti di armi. Non prevediamo che ciò accada", ha dichiarato Thunberg.
Thunberg: non lasciate attivisti siano una distrazione, persone si concentrino su genocidio
Poco dopo in un video sui social media, Thunberg ha sottolineato che, nonostante molti attivisti siano stati liberati dalla prigionia e da "maltrattamenti assurdi" molti altri ancora non lo sono. "Devono venire rilasciati ora", ha chiesto l'attivista.
"Ma più importante ancora, non siamo noi la storia. Migliaia di palestinesi sono al momento detenuti nelle prigioni israeliane senza un processo, centinaia di loro sono bambini. Migliaia sono intrappolati sotto un assedio illegale, uno stato di apartheid e occupazione, mentre vengono sistematicamente affamati e fatti a pezzi dalle bombe".
I palestinesi, ha continuato Thunberg, vengono inoltre "sistematicamente deprivati dei loro diritti di base e dei mezzi per sopravvivere, come produrre il proprio cibo, controllare le proprie acque territoriali e consentire ai bambini di andare a scuola. Tutto il mondo sa che questo non è iniziato il 7 ottobre 2023.
E questa guerra israeliana avviene impunemente e con l'aiuto e la legittimazione dei nostri governi", ha dichiarato Thunberg. "Questa è la storia su cui dovrebbero focalizzarsi le persone, non lasciate me e altri volontari della flotilla essere una distrazione".
Attivisti della Flotilla nelle carceri israeliane: abusi fisici e umiliazioni
"Partiranno con un volo charter per Atene", aveva spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in merito agli attivisti deportati lunedì, sottolineando che "saranno assistiti dalla nostra ambasciata sia alla partenza e poi in Grecia nel trasferimento verso l'Italia".
I primi 26 cittadini italiani sono rientrati nella notte tra sabato e domenica. Nella prigione israeliana di Ktziot rimangono ancora 150 attivisti circa, secondo Lubna Tuma, legale di Adalah. Quaranta di loro hanno iniziato uno sciopero della fame.
Il servizio penitenziario israeliano aveva informato gli avvocati di Adalah, l'organismo legale del movimento, che oggi sarebbero stati espulsi circa 170 attivisti.
Gli avvocati di Adalah denunciano "gravi abusi subiti": detenuti in celle sovraffollate, alcuni costretti a dormire sul pavimento, scorte di acqua e cibo insufficienti. Secondo le dichiarazioni raccolte negli ultimi due giorni dai primi italiani rientrati, ai fermati sarebbero stati negati anche i farmaci salvavita.
Abusi e umiliazioni sono stati lamentati anche dagli attivisti spagnoli arrivati a Madrid domenica. "Gli abusi fisici e psicologici si ripetevano quotidianamente. Siamo stati picchiati, trascinati. Siamo stati bendati. Siamo stati ammanettati", ha dichiarato ai giornalisti l'attivista Rafael Borrego.
I primi 21 spagnoli sono stati rimpatriati dopo aver firmato un documento che riconosceva che erano entrati illegalmente in Israele, ha spiegato il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Alvarez. Altri 28 che si sono rifiutati di firmare rimangono in Israele e si prevede che la loro detenzione continui.
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