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Israele riceve i resti di altri due ostaggi, Hamas chiede i mezzi per trovare gli altri corpi

• Oct 16, 2025, 6:21 AM
8 min de lecture
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La Turchia parteciperà alla ricerca dei 19 corpi degli ostaggi israeliani ancora a Gaza, secondo media locali che citano fonti al ministero della Difesa di Ankara. L'intervento internazionale nell'esecuzione di questa parte dell'accordo tra Israele e Hamas appare cruciale, dopo lo scambio di accuse dalle parti ha messo in dubbio la tenuta dell'intesa.

Le autorità di Israele hanno dichiarato mercoledì di avere ricevuto i corpi di altri due ostaggi, a questo punto 9 in totale sui 28 morti e tenuti ancora a Gaza.

il ministro della Difesa, Israel Katz, ha minacciato che Israele riprenderà i combattimenti se Hamas non rispetterà l'accordo di tregua. "Israele, in coordinamento con gli Stati Uniti, riprenderà i combattimenti e agirà per ottenere la sconfitta totale di Hamas, per cambiare la realtà a Gaza e raggiungere tutti gli obiettivi della guerra", si legge in una dichiarazione dell'ufficio di Katz.

Dopo la liberazione degli ultimi 20 ostaggi ancora in vita, la tensione è scoppiata prima sull'identità di un ottavo cadavere, che non corrispondeva ad alcun ostaggio rapito il 7 ottobre 2023, e poi sulla stessa capacità di Hamas di restituire i corpi.

L'ala militare del gruppo, le Brigate Qassam, ha affermato di avere rispettato gli obblighi previsti dall'accordo di cessate il fuoco restituendo a Israele tutti gli ostaggi ancora in vita e i corpi di tutti i prigionieri morti "che è riuscita a raggiungere".

Hamas ha infatti precisato giovedì che occorrono "lavori significativi e attrezzature specializzate per cercare e recuperare gli ultimi corpi. "Stiamo facendo un grande sforzo per chiudere questo dossier", ha dichiarato il gruppo palestinese in un comunicato.

Un uomo armato delle Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas
Un uomo armato delle Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas AP Photo

I corpi dei palestinesi hanno "segni di maltrattamenti e torture"

Da parte sua, Israele ha restituito altri 30 corpi di palestinesi, portando a 120 il totale di quelli trasferiti a Gaza nelle ultime ore. Secondo personale medico della Striscia, però, i cadaveri mostrano segni di maltrattamenti e probabili torture subiti nelle carceri israeliane.

Sameh Hamad, membro di una commissione incaricata di ricevere i corpi presso l'ospedale Nasser di Khan Younis, ha dichiarato che alcuni sono arrivati ancora incatenati.

"Ci sono segni di tortura ed esecuzioni sommarie", ha precisato Hamad all'Associated Press. I corpi, ha detto, appartenevano a uomini di età compresa tra 25 e 70 anni. Molti presentavano fasce attorno collo e uno di loro una corda. La maggior parte dei corpi indossava abiti civili, ma alcuni erano in uniforme, il che indica che si trattava probabilmente di miliziani.

Dopo la liberazione di circa 2mila prigionieri si prevede da parte di Israele la consegna di 15 corpi di palestinesi per ogni cadavere di ostaggio, anche non ne è stato precisato il numero complessivo.

Non è chiaro neanche se i resti appartengano a palestinesi morti in custodia israeliana, o se si tratti di persone catturate a Gaza dalle truppe israeliane, e quali siano le loro identità.

Il ministero della Salute di Gaza ha diffuso mercoledì immagini di 32 corpi per aiutare il riconoscimento. Secondo funzionari locali, molti sembravano decomposti o bruciati e alcuni avevano arti o denti mancanti; altri ancora erano coperti di sabbia e polvere.

Hamas ha detto che la Croce Rossa ha fornito nomi solo per tre dei cadaveri, lasciando molte famiglie incerte sul destino dei loro cari. Alcuni medici hanno denunciato che le restrizioni israeliane sull'ingresso di attrezzature necessarie per effettuare test del Dna hanno costretto gli obitori di Gaza a basarsi su caratteristiche fisiche e abbigliamento per l'identificazione.

A che punto è l'intesa sul futuro di Gaza

L'accordo mediato dal presidente Usa è stato avviato, ha detto lo stesso Donald Trump, sono nella sua prima fase, quella relativa allo scambio di prigionieri e corpi e al cessate il fuoco.

In questo senso, oltre alle tensioni sugli scambi di salme, pesano le ripetute violazioni del cessate il fuoco. Attacchi israeliani nelle ultime 24 ore hanno ucciso 29 persone, secondo le autorità sanitarie locali, portando il bilancio di due anni di guerra a quasi 68mila palestinesi morti.

A questo si aggiunge il ritardo negli aiuti auspicati con la tregua, a fronte di una situazione di carestia in circa la metà del territorio della Striscia. Secondo l'emittente qatarina, Al Jazeera, giovedì mattina è entrato a Gaza un centinaio di camion.

Gli aiuti sono passati dopo pesanti ispezioni dal valico di Kissufim/Al Karara e non da quello di Rafah, che riaprirà solo domenica ha detto il ministro degli Esteri di Israele, Gideon Sa'ar, nonostante debba tornare a essere il principale canale di rifornimento per Gaza.

Dall'Egitto dovranno passare infatti le mediazioni e i materiali necessari per ricostruire la Striscia fisicamente e politicamente. Secondo Axios, l'amministrazione Trump starebbe lavorando a formare una forza di sicurezza multinazionale per Gaza, a selezionare potenziali leader civili palestinesi per il futuro governo e alla ricostruzione dell'enclave.

In vista della ricostruzione, servirà rimuovere prima 70 milioni di tonnellate di macerie e 20mila ordigni inesplosi, secondo una stima di Hamas.

Quanto alla fiducia necessaria per dare il via libera alla governance della Striscia e al disarmo delle milizie, serviranno "garanzie reciproche" e il "consenso arabo, islamico e mondiale", ha detto Varsen Aghabekian Shahin, la ministra degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese, parlando giovedì ai Med Dialogues in corso a Napoli.

"Dopo due anni di guerra, dobbiamo crearci un orizzonte di futuro, di un 'giorno dopo', sia verso l'interno che verso l'esterno", ha dichiarato il presidente israeliano Isaac Herzog a una cerimonia a Gerusalemme per le vittime dell'attacco del 7 ottobre e dei caduti nella guerra a Gaza.

Da parte sue nelle stesse ore, Hamas ha commemorato "l'eroico comandante e combattente Yahya Sinwar", il leader di Hamas a Gaza ucciso un anno fa in un raid israeliano, promettendo di continuare "il cammino della resistenza per generazioni".