Elezioni Usa: questi Stati in bilico decideranno la vittoria di Trump o di Harris

Tutti gli attuali sondaggi sulle elezioni presidenziali statunitensi inviano lo stesso messaggio: la vicepresidente Kamala Harris e l'ex presidente Donald Trump sono sostanzialmente in parità nel voto nazionale.

Anche se alcuni sondaggi danno l'uno o l'altro in vantaggio, i loro risultati rientrano generalmente nel margine di errore.

Tuttavia, a causa del sistema del Collegio elettorale degli Stati Uniti, l'elezione non sarà decisa dal voto popolare nazionale, ma dalla combinazione di Stati in cui prevalgono i candidati.

Come in ogni elezione, anche quest'anno solo una manciata di Stati sono veramente competitivi, e quindi ricevono la maggior parte dell'attenzione nelle ultime settimane di campagna, mentre i due schieramenti cercano di ottenere un vantaggio in una manciata di posti in bilico.

Nelle ultime due elezioni, alcuni di questi Stati hanno dato il loro responso con sole poche decine di migliaia di voti su milioni di preferenze espresse, il che significa che Harris o Trump potrebbero finire per vincere con margini esigui, a prescindere dall'esito del voto nazionale complessivo.

Sulla base delle recenti elezioni e degli attuali sondaggi, ci sono sette Stati definitivamente in gioco, più alcuni che potrebbero riservare una sorpresa.

1. Arizona - quello in cui la differenza si conta in centinaia di voti

11 voti elettorali

2016: Trump +3,5%

2020: Biden +0,3%

Nella notte elettorale del 2020, Fox News, amica dei repubblicani, ha fatto infuriare la campagna e lo staff di Trump diventando la prima rete a dare l'Arizona a Joe Biden.

Ci sono voluti diversi giorni prima che la maggior parte degli altri canali si accordassero su un risultato definitivo, e il margine di vittoria di Biden è stato sorprendentemente piccolo: meno di 10.500 voti su quasi 3,4 milioni di voti espressi.

Questo risultato è stato tanto più sorprendente in quanto nessun democratico aveva incassato la vittoria nello Stato dai tempi di Bill Clinton nel 1996. Sebbene i Democratici avessero ottenuto un certo successo nelle competizioni statali, il fatto che i dati demografici dello Stato si fossero spostati a loro favore non si era ancora tradotto in una vittoria presidenziale.

I candidati democratici hanno vinto sia la corsa per il governatore che uno dei seggi del Senato nel 2022, indicando che la base del partito e le operazioni di affluenza alle urne nello Stato rimangono forti. Tuttavia, sebbene Harris abbia fatto campagna elettorale nello Stato, questo è ancora considerato uno dei seggi più difficili da conquistare.

La corsa al Senato per occupare il seggio lasciato libero dalla democratica e indipendente Kyrsten Sinema sembra destinata ad andare a favore dei democratici, mentre i repubblicani dell'Arizona hanno nominato una candidata alla carica di governatore, Kari Lake, notoriamente impopolare e sostenitrice di Trump.

Ma la cosa più importante è che l'Arizona è uno dei 10 Stati in cui gli elettori potranno pronunciarsi sui diritti all'aborto attraverso una votazione.

Quando la Corte Suprema ha rovesciato la sentenza Roe v Wade, eliminando così il diritto federale delle donne ad abortire, l'Arizona è tornata a una legge draconiana del XIX secolo che lo vietava in quasi tutte le circostanze.

I sostenitori delle campagne pro-choice si stanno ora organizzando per sostenere una misura che sancisca il diritto all'aborto fino al punto di vitalità del feto nella Costituzione dello Stato - e questo sforzo di sensibilizzazione al voto farà quasi certamente aumentare l'affluenza alle urne tra gli elettori simpatizzanti di Harris.

2. Georgia - quella in cui la vittoria è stata falsamente dichiarata

16 voti elettorali

2016: Trump +5,13%

2020: Biden +0,23%

La vittoria estremamente risicata di Joe Biden in Georgia è stata un'altra sorprendente sconfitta per Trump nel 2020, e lo Stato è diventato immediatamente uno dei principali obiettivi dell'ex presidente nella sua campagna per ribaltare il risultato elettorale.

I membri del team legale di Trump hanno da allora affrontato azioni legali per alcune vicende nello Stato - in particolare gli attacchi a due operatori elettorali - e lo stesso Trump sta affrontando un processo penale statale con l'accusa di aver cercato di interferire impropriamente con il risultato, facendo pressione sui funzionari statali.

Il caso si basa in parte su una famigerata telefonata fatta prima dell'insurrezione del 6 gennaio, in cui Trump ha falsamente affermato di aver vinto, ha espresso false affermazioni sulle interferenze elettorali e ha chiesto al Segretario di Stato di "trovare" i circa 12.000 voti che sarebbero stati necessari per ribaltare le elezioni a suo favore.

Con una popolazione variegata e aree urbane in crescita, la Georgia è da tempo demograficamente orientata verso i Democratici e ora vanta due senatori dem.

Tuttavia, la vicinanza del risultato del 2020 e l'insediamento di lealisti di Trump nella commissione elettorale statale non hanno lasciato ad Harris spazio per l'autocompiacimento.

La Georgia è stata recentemente colpita dall'uragano Helene, che ha portato il governatore repubblicano Brian Kemp a dichiarare lo stato di emergenza in tutte le contee dello Stato.

Le conseguenze sono state segnate da un'intensa disinformazione sulla risposta dell'amministrazione Biden-Harris al disastro, ma Kemp ha accreditato il presidente di essere aperto alle sue richieste di aiuto.

3. Michigan - quello che ha aiutato Trump a vincere una volta

15 voti elettorali

2016: Trump +0,23%

2020: Biden +2,78%

Insieme alla Pennsylvania e al Wisconsin (di cui si dirà più avanti), il Michigan è stato uno dei tre Stati che hanno regalato a Trump la vittoria nel collegio elettorale del 2016, portandolo nella colonna repubblicana per la prima volta dal 1988.

Parte del motivo per cui ha sconfitto Hillary Clinton in questo Stato è stata l'affluenza leggermente ridotta tra gli elettori di orientamento democratico nella città più grande dello Stato, Detroit. Dopo che Biden l'ha riconquistata con un margine di 2,78 punti nel 2020, Harris spera di mantenere lo Stato nella colonna democratica grazie a un'alta affluenza alle urne in una città che rimane una roccaforte del partito.

Conta anche sul fatto che gli elettori saranno scoraggiati dalla narrativa fortemente negativa del suo rivale. In un recente discorso all'Economic Club di Detroit, Trump ha ripetuto frasi già usate in passato sulla città - un tempo nota per la criminalità e il degrado urbano - presentandola come monito per tutti gli Stati Uniti.

Naturalmente, la campagna di Harris ha ritagliato le parole di Trump e altre dichiarazioni in uno spot elettorale.

4. Nevada - quello detenuto dai democratici (per lo più)

6 voti elettorali

2016: Clinton +2,42%

2020: Biden +2,39%.

Unico tra gli swing states di quest'anno ad aver votato sia per Clinton che per Biden, il Nevada non è più repubblicano dal 2004.

Da allora, il Nevada è sempre stato considerato uno Stato cruciale per la corsa al voto, grazie alla sua posizione precoce nei calendari delle primarie presidenziali di entrambi i partiti e a una serie di corse al Senato molto combattute, tra cui quella di quest'anno.

La chiave per vincere il Nevada è l'ampia popolazione ispanica dello Stato, un gruppo elettorale che negli ultimi cicli presidenziali si è spaccato pesantemente a favore dei Democratici. I recenti sondaggi indicano che, nonostante la sua lunga storia di retorica razziale contro gli immigrati dall'America Latina, Trump ha fatto breccia in questo blocco, in particolare tra gli elettori maschi.

Sia lui che Harris si sono rivolti esplicitamente ai latinos in occasione di recenti eventi, ma i loro discorsi sono molto diversi.

Mentre Harris sta promuovendo un messaggio incentrato sulle opportunità economiche e sull'equilibrio tra sicurezza dei confini e trattamento equo degli immigrati, Trump ha recentemente tenuto una tavola rotonda di sensibilizzazione per gli ispanici a Las Vegas, durante la quale ha inveito contro il presunto declino degli Stati Uniti.

Sebbene la vittoria di Biden nel 2020 sia stata di poco inferiore a quella della Clinton nel 2016, i Democratici del Nevada hanno un vantaggio organizzativo radicato. Il Nevada è stata la patria del defunto senatore democratico Harry Reid, che ha guidato il suo partito nella camera alta del Congresso per la maggior parte dell'amministrazione Obama.

La cosiddetta "Reid Machine", attraverso la quale organizzava il voto democratico nello Stato, è ancora considerata una delle operazioni di campagna elettorale più efficaci degli Stati Uniti, come dimostra il fatto che lo Stato ha ancora due senatori democratici, uno dei quali dovrebbe vincere la sua corsa per la rielezione quest'anno.

Trump, inoltre, ha una lunga storia di affari a Las Vegas, dove gestisce ancora un hotel.

5. North Carolina - l'(unica) che ha votato due volte per Trump

16 voti elettorali

2016: Trump +3,66%

2020: Trump +48,59%

L'unico swing state che attira l'attenzione nazionale e che ha votato due volte per Trump, la Carolina del Nord è forse l'archetipo dello Stato viola. Pur avendo un governatore democratico, ha due senatori repubblicani; l'ultima volta ha votato per un presidente democratico nel 2008, ma è stato uno Stato molto combattuto dopo la vittoria di Obama.

Con settori fiorenti dell'economia, dell'istruzione, della scienza e della tecnologia, la Carolina del Nord ospita un gran numero di studenti e di giovani lavoratori i cui valori sono molto più vicini a Harris che a Trump.

Allo stesso tempo, molti legislatori statali eletti sono fortemente conservatori. La Carolina del Nord ha imposto uno dei divieti di aborto più estremi del Paese, vietando alle donne di interrompere la gravidanza dopo 12 settimane - un momento prima del quale molte non si rendono nemmeno conto di essere incinte - e, come altrove, l'indignazione per la riduzione dei diritti fondamentali ha galvanizzato gli elettori democratici.

Come la Georgia, anche la Carolina del Nord è stata duramente colpita dall'uragano Helene, e anche le aree interne occidentali dello Stato hanno subito devastanti inondazioni.

Il caos che ne è derivato rende lo Stato più difficile del solito da sondare o da attraversare nelle ultime settimane di elezioni, il che significa che sarà più difficile sapere cosa succederà rispetto alla maggior parte degli altri campi di battaglia.

6. Pennsylvania - quello che domina su tutti

19 voti elettorali

2016: Trump +0,72%

2020: Biden +1,17%

La sconfitta di Hillary Clinton in Pennsylvania ha di fatto messo fine alle sue speranze di diventare presidente, nonostante abbia fatto una campagna elettorale intensa fino alla sera prima delle elezioni.

Stato perennemente in bilico, la Pennsylvania ospita due città fortemente democratiche, Pittsburgh a ovest e Philadelphia a est, con un centro molto più conservatore di comunità rurali e città post-industriali che negli ultimi decenni hanno avuto una tendenza repubblicana.

Il modello generalmente accettato per una vittoria presidenziale democratica in Pennsylvania prevede ampi margini a Pittsburgh e Philadelphia e la vittoria nei sobborghi più moderati di quest'ultima.

La forza di Trump, tuttavia, è stata quella di aumentare l'affluenza alle urne nelle aree meno urbane dello Stato, che la Harris farà fatica a conquistare, il che significa che dovrà superare un'asticella molto alta nelle roccaforti tradizionali del suo partito.

7. Wisconsin - quello dove le speranze di Hillary sono andate a morire

10 voti elettorali

2016: Trump +0,77%

2020: Biden +0,63%

Il Wisconsin è stato il terzo dei tre risultati repubblicani che hanno condannato Hillary Clinton nel 2016.

Come il Michigan, parte della ragione della sua sconfitta - per meno di 23.000 voti - è stata la relativamente scarsa presenza nelle città di Milwaukee e Madison, mentre Trump ha ottenuto alti margini nelle aree rurali. Nel 2020, Biden è riuscito a incrementare i suoi margini in entrambe le città.

Come la maggior parte degli swing states di quest'anno, il Wisconsin è stato pesantemente preso di mira dal team legale di Trump nel tentativo di ribaltare le elezioni, ma senza successo. E come molti altri, ospita anche una corsa al Senato, con la democratica Tammy Baldwin che difende il suo seggio solitamente sicuro.

I candidati alla presidenza hanno entrambi il Wisconsin nel mirino. È lì che la Harris ha tenuto il suo primo comizio quest'estate dopo aver sostituito Biden come candidato democratico, mentre i repubblicani hanno tenuto la loro convention a Milwaukee.

In seguito, la Harris si è presentata nell'arena che avevano usato per quell'evento per tenere un discorso che è stato trasmesso in diretta alla sua convention di Chicago.

I jolly di queste elezioni

È tutt'altro che impossibile che la notte elettorale possa riservare una sorpresa.

Nel 2016, le due vittorie più strette di Hillary Clinton sono state in New Hampshire e in Minnesota, due Stati che i democratici hanno vinto ripetutamente da tempo.

Si pensa che nessuno dei due sia seriamente in gioco quest'anno - anche perché il popolare governatore di quest'ultimo, Tim Walz, si è unito ad Harris come suo compagno di corsa - ma l'esperienza della Clinton dimostra che l'ordine di importanza degli Stati sicuri non può essere dato per scontato.

Nel frattempo, alcuni sondaggi hanno mostrato che Harris è competitiva in ex Stati "swing" che si pensava fossero stati completamente persi per i Democratici.

Un sondaggio la colloca a soli quattro punti di distanza nell'Iowa, vinto l'ultima volta da Obama nel 2012, mentre numerosi sondaggi danno Trump in vantaggio di soli cinque punti nell'Ohio, ricco di voti elettorali. Sembra persino che Trump sia relativamente vicino a lui in Florida, il suo Stato di origine e un altro luogo in cui i Democratici sono stati sconfitti nelle ultime due elezioni.

Tuttavia, ci sono abbastanza Stati in bilico in cui fare campagna elettorale che è improbabile che il team di Harris spenda tempo e risorse per inseguire vittorie improbabili - un errore commesso nel 2016 dalla Clinton, che alla fine delle elezioni ha rivolto l'attenzione della sua campagna al Texas, alla fine non vincente.

Nel frattempo, sembrava che i repubblicani potessero fare un passo avanti in Nebraska, facendo pressione sui legislatori statali affinché cambiassero il sistema di voto dello Stato, che assegna i voti elettorali in base al distretto congressuale.

Si sono rifiutati di farlo, il che significa che Harris ha ancora una forte possibilità di tenersi stretto l'unico voto vincente assegnato dal distretto di Omaha.