Serbia, decine di migliaia di studenti in piazza a Novi Sad contro Vučić nel giorno della tragedia
Decine di migliaia di studenti e oppositori del presidente serbo Aleksandar Vučić si sono radunati a Novi Sad per commemorare il crollo alla stazione ferroviaria che un anno fa uccise 16 persone, trasformando la cerimonia in una delle più grandi proteste antigovernative degli ultimi anni.
Il corteo si è formato davanti alla stazione cittadina nella tarda mattinata e osservare 16 minuti di silenzio, uno per ogni vittima, a partire dalle 11:52, l'ora della tragedia un anno fa.
A nome dei genitori delle vittime ha parlato Dijana Hrka, madre di Stefan, che ha annunciato l'inizio di uno sciopero della fame. "Devo sapere chi ha ucciso mio figlio, chi ha ucciso 16 persone. Qualcuno deve rispondere di questo", ha detto ai presenti.
La Delegazione dell'Unione Europea in Serbia le ambasciate dei Paesi Ue, ad eccezione dell'Ungheria, hanno espresso le proprie condoglianze alle famiglie e invitato le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità.
Altre iniziative si sono tenute a Novi Pazar, Belgrado e Leskovac e in oltre 60 città del mondo.
Il ricordo di Novi Sad è diventato il simbolo dell'opposizione a Vučić
Nelle manifestazioni le richieste di giustizia si sono fuse con le rivendicazioni dell’opposizione di un cambiamento radicale nel Paese balcanico, dopo quasi un anno di proteste studentesche che hanno messo a dura prova la presa del presidente sul potere.
Il governo serbo ha deciso per sabato una giornata di lutto nazionale. Durante una cerimonia commemorativa presso la chiesa di San Sava a Belgrado, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha invitato i cittadini alla dignità, all’unità e al rispetto reciproco.
Alla vigilia tuttavia Vučić aveva minacciato arresti di massa e “una manifestazione molto più grande” da parte dei suoi sostenitori nei prossimi giorni. Interpellato dai media sulla commemorazione, il presidente aveva anche ironizzato: “Cosa succede a Novi Sad? Si gioca una partita di calcio?”
Le proteste e la repressione dopo il crollo alla stazione di Novi Sad
Le manifestazioni studentesche, inizialmente pacifiche, sono state più volte represse con durezza finora dalle forze dell’ordine. Centinaia di oppositori sono stati arrestati, inclusi alcuni leader delle marce a Belgrado.
Il movimento è nato dopo il crollo della tettoia della stazione ferroviaria di Novi Sad il 1° novembre del 2024, che provocò 16 morti. La tragedia è stata attribuita a negligenza, corruzione e appalti opachi con imprese cinesi.
Per il crollo della pensilina hanno perso la vita:
- Sara Firic (6 anni)
- Valentina Firic (10)
- Djordje Firic (53)
- Milica Adamovic (6)
- Sanja Ciric Arbutina (35)
- Mileva Karanovic (76)
- Nemanja Komar (17)
- Miloš Milosavljevic (21)
- Stefan Hrka (27)
- Andjela Ruman (20)
- Goranka Raca (58)
- Djuro Svonja (77)
- Vukasin Rakovic (69)
- Vasko Sazdovski (46)
- Anja Radonjic (24)
- Vukasin Crncevic (18)
All’inizio, i manifestanti chiedevano solo giustizia per le vittime.
Poi le proteste si sono trasformate in una mobilitazione nazionale per elezioni anticipate e riforme democratiche, seguite da una violenta repressione.
Per calmare la situazione, Vučić ha accettato le dimissioni del premier Miloš Vučević e del governo a gennaio, ma nessuno dei funzionari incriminati è stato condannato.
Il presidente ha poi accusato l’Occidente di orchestrare le proteste, rafforzando i legami con Russia e Cina e continuando la stretta sui movimenti liberali.
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