Stati Uniti: Trump verso la nomina di Marco Rubio a segretario di Stato
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump dovrebbe nominare nei prossimi giorni il senatore Marco Rubio segretario di Stato. Lo afferma l'emittente l'Nbc News, riprendendo l'indiscrezione pubblicata in primo luogo dal quotidiano New York Times e citando tre fonti a conoscenza della questione.
Nbc ha sottolineato che fino al momento dell'annuncio formale la decisione non è definitiva e il tycoon potrebbe ancora cambiare idea.
Secondo le notizie arrivate dall'agenzia Reuters, dalla Cnn e dal Wall Street Journal, Trump ha inoltre deciso di nominare il deputato della Florida Mike Waltz consigliere per la Sicurezza nazionale. Waltz è stato rieletto una settimana fa alla Camera Usa in rappresentanza della Florida centro-orientale.
Prenderà l'incarico ricoperto da Jake Sullivan nell'amministrazione Biden. Le due potenziali nomine mostrano i primi segni di un cambiamento repentino nella politica estera degli Usa, in particolare nei confronti della Cina. Molti temono infatti che questo cambio di rotta porterà Washington a deteriorare ulteriormente i rapporti con Pechino e a rivedere le proprie posizioni su Russia, Medio Oriente e Iran.
Chi è Marco Rubio: le sanzioni cinesi, la posizione sull'Ucraina
Preso in considerazione dal tycoon anche per la vicepresidenza, poi andata a JD Vance, Rubio, 53 anni, statunitense cubano nato a Miami, subentrerà ad Antony Blinken.
Il senatore ha giocato un ruolo importante nella campagna di Trump per assicurargli il favore della comunità latino americana, nonostante abbia definito in passato il tycoon "imbroglione" e la "persona più volgare ad aver mai cercato la presidenza".
Rubio è sottoposto a sanzioni da parte di Pechino dal 2020, quando insieme al senatore repubblicano Ted Cruz condusse una campagna in favore dell'autonomia di Hong Kong. Il repubblicano non può dunque entrare in Cina e questo potrebbe rappresentare un problema se eletto a capo della diplomazia Usa.
Il senatore, un tempo critico nei confronti di Trump e suo avversario alle primarie repubblicane del 2016, ha già sostenuto in passato un approccio aggressivo alla politica estera, in particolare contro Cuba, Cina, Venezuela e Iran ma nel corso del tempo ha ammorbidito le sue posizioni per avvicinarsi a quelle del tycoon.
Rubio è stato inoltre tra i 15 repubblicani a votare contro il pacchetto di aiuti da 95 miliardi all'Ucraina, affermando che Kiev dovrebbe concentrarsi su un accordo con la Russia più che sulla riconquista dei territori invasi.
Se inizialmente si opponeva anche alla deportazione di massa degli immigrati irregolari dagli Usa, oggi si è omologato alle proposte del presidente neoeletto.
Rubio, la posizione sulle armi e i finanziamenti dell'Nra
Nel corso della campagna elettorale del 2016, Rubio ha ricevuto finanziamenti per un milione di dollari dalla National Rifle Association (Nra), la lobby della armi statunitense, e un totale di 3,3 milioni nel corso della sua carriera.
Nonostante abbia detto di essere a favore dell'innalzamento dell'età per l'acquisto di un fucile (da 18 ai 21 anni), dopo la strage al liceo di Parkland del 2018 ha sostenuto che leggi più severe sul controllo delle armi non avrebbero potuto impedire al tiratore diciannovenne di prendere una pistola e aprire il fuoco sui suoi ex compagni di classe e insegnanti.
Quando Cameron Kasky, studente sopravvissuto alla sparatoria di Parkland, ha chiesto se avrebbe smesso di accettare finanziamenti dall'Nra in occasione di un dibattito alla town hall della Cnn, Rubio ha risposto: "Le posizioni che assumo su queste questioni del Secondo Emendamento, le ho mantenute fin dal giorno in cui sono entrato in carica nella città di West Miami come funzionario eletto. La gente accetta il mio programma e io sostengo il Secondo Emendamento".
Rubio si è rifiutato categoricamente di prendere in considerazione l'idea di vietare del tutto i fucili semiautomatici e le armi d'assalto e ha sottolineato che continuerà ad accettare i soldi dell'Nra.
Di fronte ai fischi della folla Rubio ha cercato di moderare le sue posizioni, sostenendo di voler prendere in considerazione la possibilità di limitare le dimensioni dei caricatori per le armi da fuoco, lasciando che siano le forze dell'ordine a decidere. "Potrebbe non prevenire un attacco, ma potrebbe salvare delle vite in caso di attacco", ha dichiarato in quell'occasione, suscitando la rabbia delle famiglie delle vittime.
Mike Waltz: chi è il fedelissimo di Trump critico della Nato
Il ruolo di consigliere per la Sicurezza nazionale non richiede la conferma del Senato. Waltz sarà responsabile di informare Trump su questioni chiave in questo ambito e di coordinarsi con diverse agenzie.
Anche Waltz, 50 anni, ex militare veterano dell'Afghanistan e fedelissimo di Trump, è considerato un fautore della linea dura verso Pechino. Oltre ad aver chiesto il boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino del 2022, ha duramente criticato l'attività cinese nella regione Asia-Pacifico e ha sottolineato la necessità che gli Stati Uniti siano pronti a fronteggiare un potenziale conflitto nella regione.
Il deputato è però anche un critico della Nato e con questa premessa si troverà a gestire la guerra in Ucraina, alimentando in molti il timore di un taglio dell'assistenza militare degli Usa. Se nel 2022 ha incentivato il presidente Joe Biden nel fornire più armi a Kiev, più recentemente ha affermato che era necessario rivalutare gli obiettivi degli Stati Uniti in Ucraina.
A differenza di Trump, Waltz non ha però mai sostenuto un ritiro di Washington dall'Alleanza atlantica.
Nel 2020 è stato tra i 126 repubblicani firmatari del ricorso alla Corte suprema degli Usa contro la vittoria di Biden.