Stati Uniti: "Israele migliora su aiuti umanitari a Gaza, avrà ancora armi"
C'era una scadenza al termine dei 30 giorni che l’amministrazione Biden aveva dato al governo israeliano come deadline perché consentisse l'accesso degli aiuti umanitari. In alternativa, Washington avrebbe interrotto le forniture militari a Israele a Gaza.
Al termine del mese accordato, gli Stati Uniti non danno seguito all'ultimatum: continueranno a trasferire armi e attrezzature militari, nonostante otto gruppi di aiuto internazionali affermino che Israele non ha soddisfatto le richieste di consentire un maggiore accesso umanitario alla Striscia.
Aiuti umanitari: per gli Usa, Israele "fa progressi" - per i gruppi di soccorso è l'inferno
I gruppi di soccorso affermano però che le condizioni sono peggiori rispetto a qualsiasi altro momento della guerra, che dura da 13 mesi. Gli operatori hanno avvertito che il nord del Paese potrebbe già essere colpito dalla carestia.
Gli ostacoli che si frappongono alla distribuzione degli aiuti sono stati ancor più evidenti questa settimana. Anche dopo che l'esercito israeliano ha consentito la consegna degli aiuti nella parte più settentrionale di Gaza - virtualmente tagliata fuori dal cibo per più di un mese a causa dell'assedio israeliano - le Nazioni Unite hanno dichiarato di non poterne distribuire la maggior parte a causa delle restrizioni, imposte dalle truppe israeliane sul campo.
A sud, centinaia di camion carichi di cibo, medicine e beni di prima necessità sono fermi al confine perché le Nazioni Unite dicono di non poterli raggiungere per distribuirli, sempre a causa della minaccia di illegalità, furti e restrizioni militari israeliane.
Le misure annunciate da Israele
Israele ha annunciato una serie di misure, anche se il loro effetto non è stato chiaro. Martedì ha aperto un nuovo valico nel centro di Gaza, fuori dalla città di Deir al-Balah, per l'ingresso degli aiuti.
Ha anche annunciato una piccola espansione della sua "zona umanitaria" costiera, dove centinaia di migliaia di palestinesi si rifugiano in tendopoli. Ha allacciato l'elettricità per un impianto di desalinizzazione a Deir al-Balah.
Gli Usa: "Non stiamo dando a Israele un lasciapassare"
Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel, ha dichiarato martedì che i progressi compiuti finora devono essere integrati e sostenuti, ma che "al momento non si è valutato se gli israeliani stiano violando la legge statunitense".
Questa legge richiede che i beneficiari dell'assistenza militare aderiscano al diritto umanitario internazionale e non ostacolino la fornitura di tali aiuti.
"Non stiamo dando a Israele un lasciapassare", ha detto Patel, che ha aggiunto: "Vogliamo vedere migliorare la situazione umanitaria nel suo complesso, e pensiamo che alcuni di questi passi consentiranno di creare le condizioni per continuare a progredire".
Sul campo continua l'offensiva israeliana
L'Aeronautica militare israeliana ha colpito ieri "oltre 120 obiettivi terroristici di Hamas ed Hezbollah nella Striscia di Gaza e in Libano": lo rende noto l'Esercito (Idf) su Telegram.
Tra questi, si legge in un comunicato, anche "una cellula terroristica a Shejaiya, nella Striscia di Gaza". Uno dei membri della cellula, precisa l'Idf, era Yasser Ghandi, "che ha invaso il territorio israeliano il sette ottobre e ha preso parte al massacro"
Today