G20, il Regno Unito raddoppierà gli aiuti all'Ucraina. Macron critica Putin
Il Regno Unito raddoppierà il proprio sostegno a Kiev. L'annuncio è stato effettuato dal primo ministro Keir Starmer in occasione del vertice del G20 ospitato a Rio de Janeiro, in Brasile. La notizia arriva mentre il conflitto armato tra Ucraina e Russia giunge al millesimo giorno: "Mille giorni di aggressione e di sacrifici - ha sottolineato il premier inglese -. Dobbiamo assicurarci che Kiev abbia ciò di cui ha bisogno per tutto il tempo necessario, perché non possiamo permettere a Putin di vincere questa guerra”.
Macron: "La Russia è la sola a intensificare il conflitto"
Anche da parte del presidente della Francia Emmanuel Macron la linea è identica: Parigi aiuterà l'Ucraina a proteggere il proprio territorio. Il capo di Stato transalpino ha poi aggiunto che il cambiamento nel conflitto innescato dal coinvolgimento di truppe nordcoreane nella regione di Kursk non deve essere sottovalutato.
“L'unica potenza che sta intensificando il conflitto oggi è la Russia, con il coinvolgimento della Corea del Nord, che è nota per essere una potenza molto aggressiva impegnata in un programma nucleare con missili a lungo raggio. Stiamo assistendo a una vera e propria svolta in questa guerra, che ha portato alla decisione assunta dagli americani”, ha dichiarato Macron.
I Gruppo delle venti più grandi economie mondiali ha inoltre rilasciato una dichiarazione congiunta in cui ha chiesto un patto globale per combattere la fame, maggiori aiuti per Gaza e la fine delle ostilità in Medio Oriente.
Deludente la dichiarazione sui negoziati in corso alla Cop29 di Baku
Deludente invece quanto stabilito in merito ai negoziati in corso alla Cop29 di Baku. Dal G20 di Rio de Janeiro si sperava arrivasse una dichiarazione che impegnasse maggiormente i governi ad adottare decisioni ambiziose in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento ai loro impatti. Invece, il testo è rimasto molto generico, parlando di "necessità di aggregare e incrementare gli investimenti da tutte le fonti". Ma senza indicare né cifre né indicazioni su chi dovrà a stanziare i fondi, e a favore di quali nazioni. Di conseguenza, al momento i negoziati in Azerbaigian appaiono ancora arenati.
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