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Siria, l'ambasciatore italiano rassicura: "La situazione per i connazionali è tranquilla"

• Dec 2, 2024, 11:00 AM
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"La situazione per gli italiani, al momento, è tranquilla". Lo fa sapere Stefano Ravagnan, ambasciatore italiano in Siria. Sono 120 i connazionali che si trovano ad Aleppo, e con cui il diplomatico è i contatto costante. Si tratta "per lo più italo-siriani con doppia cittadinanza", tra i quali si contano anche donne e bambini, come dichiarato al Corriere della Sera.

Non tutti i 120 intendono lasciare la città dopo l'offensiva lanciate mercoledì scorso dalle forze jihadiste, che ha fatto piombare nuovamente sul Paese l'incubo della guerra civile.

A coloro che vogliono lasciare Aleppo "abbiamo spiegato di essere ottimisti che possano partire con il convoglio delle Nazioni Unite nelle prossime ore", ha spiegato Ravagnan domenica, raccomandando prudenza e chiedendo ai connazionali di restare all'interno delle proprie case, "uscire da Aleppo è complicato e la sicurezza è migliore in città che lungo le strade".

Nelle ore successive, l'Onu ha avviato l’evacuazione verso Damasco. Un primo gruppo di auto, con a bordo anche alcuni italiani, è già arrivato nella capitale, mentre altri pullman e mezzi privati dovrebbero lasciare Aleppo a breve. Al momento, gli spostamenti lungo l'autostrada M5 che collega le due città sono interrotti a causa dei combattimenti. Anche le comunicazioni telefoniche sono precarie.

L'ambasciatore: "Nessun atteggiamento minaccioso da parte dei ribelli"

Ravagnan ha dichiarato che le forze ribelli, fin qui, non hanno avuto un atteggiamento minaccioso nei confronti di stranieri e minoranze cristiane. I combattenti hanno fornito rassicurazioni e inviti alla calma, permettendo, peraltro, alla Croce rossa internazionale di operare ad Aleppo.

A Damasco, dove si stanno recando gli italiani, "la situazione è tranquilla", ha rassicurato l'ambasciatore, ricordando che la crisi non va letta come un evento totalmente improvviso: "Sono mesi che l’inviato speciale all’Onu in Siria, Geir Pedersen, ci mette in guardia sulla possibilità che il contesto possa cambiare, l’instabilità tradursi in conflitto".

"Il problema è la perenne interferenza tra attori esterni e situazione interna", ha concluso.

Tajani avverte: "In Siria rischiamo un nuovo collasso migratorio"

"In Siria rischiamo un nuovo collasso migratorio e una nuova catastrofe umanitaria. Dobbiamo tutti muoverci e fare in fretta per evitare il peggio". Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista al Quotidiano Nazionale.

Tajani si è detto "molto preoccupato per quello che sta accadendo in Siria". "Ma se scoppia una guerra civile", ha avvertito, "il vero rischio per noi è che ci sia un collasso migratorio, così come c'è stato in occasione della prima guerra civile siriana".

"Oggi", ha aggiunto, "non ci possiamo permettere un'altra emergenza migratoria".

Lunedì il ministro parteciperà al Cairo a una Conferenza umanitaria per rafforzare la risposta a Gaza. L'incontro organizzata da Egitto e Nazioni Unite "sarà anche il primo momento in cui la comunità internazionale potrà confrontarsi sul nuovo fronte della crisi in Siria".