Corea del Sud: il presidente revoca la legge marziale, esultano i manifestanti
Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha revocato la legge marziale, dichiarata da lui martedì, dopo il voto di protesta del parlamento sudcoreano che ha bocciato l'iniziativa.
Il presidente aveva dichiarato la "legge marziale d'emergenza" martedì. Suk Yeol aveva detto che la misura sarebbe stata necessaria per proteggere il Paese dalle "forze comuniste".
"Per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti Stato, dichiaro con la presente la legge marziale di emergenza", ha detto il presidente in un discorso trasmesso in diretta televisiva alla nazione.
Il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale italiano ha raccomandato "ai connazionali massima prudenza negli spostamenti, evitare gli assembramenti e manifestazioni e di seguire le indicazioni delle autorità locali", si legge sul portale "Viaggiare sicuri".
I deputati sudcoreani protestano: passa il voto per revocare la legge marziale
Per ore il parlamento sudcoreano è stato bloccato e tutte le attività politiche vietate, mentre gli elicotteri dell'esercito sono atterrati sul tetto dell'edificio. L'opposizione, rappresentata dal Partito democratico, ha poi invitato tutti i suoi deputati a riunirsi davanti alla sede del parlamento, dove si sono verificati scontri con la polizia, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.
Con un'ampia maggioranza, 190 voti a favore su 300 (l'opposizione dispone di 170 seggi), l'Assemblea nazionale ha votato a favore del ritiro della dichiarazione e infine il presidente del Paese l'ha revocata.
Diversi membri del partito del presidente, il Partito del potere popolare, si sono dichiarati in disaccordo con la decisione. Tra loro anche il leader del Partito, Han Dong-hoon, che in un post su Facebook ha sottolineato come la legge marziale sia sbagliata, affermando che intende "collaborare con i cittadini per fermarla".
Intanto il won sudcoreano è sceso all'improvviso del 2 per cento (a 1.433 won per dollaro), dopo l'annuncio di Suk Yeol.
Il ministro della Difesa Kim Yong Hyun aveva fatto sapere che tutte le forze armate nazionali erano state poste in stato di massima allerta in risposta alla direttiva del presidente. "Nel pomeriggio del 3 dicembre, il ministero della Difesa ha tenuto una riunione dei principali comandanti di tutte le forze armate e ha dato istruzioni di passare a un regime di servizio di emergenza e di rafforzare la prontezza al combattimento", si legge nel comunicato.
"L'opposizione simpatizza con la Corea del Nord"
Tra le accuse rivolte all'opposizione quella di controllare il parlamento, simpatizzare con la Corea del Nord e paralizzare il governo con attività anti statali.
Yoon ha fatto l'annuncio durante un briefing trasmesso in televisione, definendo la misura come cruciale per difendere l'ordine costituzionale del Paese. Non è ancora chiaro come questi provvedimenti influenzeranno la governance e la democrazia del paese.
Dalla sua vittoria alle elezioni nel 2022, Yoon ha affrontato difficoltà nel portare avanti le sue iniziative a causa di un parlamento controllato dall'opposizione.
Lo stallo politico
L'indice di approvazione di Yoon è diminuito negli ultimi mesi. Il Partito del potere popolare, di orientamento conservatore e guidato da Yoon, si trovava in stallo con il Partito democratico di opposizione in merito al disegno di legge sul bilancio per il prossimo anno.
Inoltre, Yoon ha respinto le richieste di indagini indipendenti sugli scandali che coinvolgono sua moglie e alti funzionari, attirando rapide e forti critiche dai suoi avversari politici. Il Partito Democratico ha convocato una riunione d'emergenza dei suoi parlamentari in seguito all'annuncio di Yoon.
La condanna trasversale alla legge marziale
Maggioranza e opposizione in Corea del Sud sono unite nel condannare la legge marziale dichiarata dal presidente Yoon Suk-yeol.
Han Dong-hoon, il leader del Partito del Potere Popolare al potere a Seul, ha definito "sbagliata" la mossa e ha assicurato che "la bloccherà" con il sostegno della gente, in base a una nota diffusa a stretto giro dal messaggio tv di Yoon.
Dello stesso tenore la risposta del Partito democratico, forza principale d'opposizione, che ha parlato di azione "incostituzionale", chiamando una convocazione d'urgenza dell'Assemblea nazionale, il parlamento di Seul.
Cosa comporta la legge marziale
Si tratta della decima volta che in Corea del Sud viene proclamato lo stato d'emergenza, un provvedimento che sospende il governo civile, mettendo sotto il controllo militare l'esecutivo, e sospendendo le procedure legali civili in favore di quelle militari. Lo stato d'emergenza è previsto dall'Articolo 77 della Costituzione della Corea del Sud.
La sua proclamazione è tra i poteri del presidente, che può ricorrervi in caso di guerra, di incidenti gravi o di altre emergenze nazionali. Vi sono due tipologie di leggi marziali che possono essere applicate: quella d'emergenza e quella di sicurezza.
Quando viene dichiarata la legge marziale d'emergenza, sono possibili misure quali la restrizione della libertà di parola, stampa, assemblea e associazione, oltre che modifiche straordinarie all'autorità dei governi o dei tribunali e l'applicazione di un sistema di mandati in conformità con le disposizioni delle leggi correlate.
In caso di dichiarazione della legge marziale, il presidente deve notificarla immediatamente l'Assemblea nazionale, e quando questi richiede la revoca della legge marziale con il consenso della maggioranza dei suoi membri, il presidente è obbligato a revocarla. Nell'Assemblea nazionale, il partito del presidente Yoon Suk-yeol è in minoranza, quindi è possibile che il provvedimento del presidente venga bocciato.
Tra le precedenti proclamazioni della legge marziale, dalla fondazione della Corea del Sud nel 1948, figurano la ribellione di Yeosu-Suncheon e la Guerra di Corea. Dopo gli anni '60, la legge marziale è stata dichiarata più volte per sedare l'opposizione politica, un comportamento che è visto come un abuso dello strumento dai giuristi.
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