Sciopero generale, disagi in tutta Italia e fuochi d'artificio davanti al ministero dei Trasporti
Un altro venerdì di disagi in tutta Italia a causa dello sciopero indetto dall'Unione sindacale di base (Usb) che coinvolge vari settori pubblici e privati.
Braccia incrociate per 24 ore anche per i lavoratori del trasporto pubblico, dopo che giovedì il Tar del Lazio ha sospeso l'ordinanza di precettazione firmata poche ore prima dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che aveva imposto la la riduzione dello sciopero a quattro ore per metro, bus e tram.
Confermato, pertanto, lo stop del personale ferroviario e dei trasporti urbani, iniziato alle 20:59 di giovedì 12 dicembre e in vigore fino alle 21:00 di venerdì 13. Previste fasce di garanzia per bus, metro e tram con modalità diverse in ogni città. Coinvolti anche i taxi e il trasporto marittimo durante le 24 ore di venerdì. Il settore aereo ha invece rimandato lo sciopero al 15 dicembre.
Disagi contenuti nelle principali città
Disagi limitati, ma diffusi a tutto il Paese. Cancellazioni e ritardi hanno investito treni su tutta la rete, specialmente quella dell'alta velocità, con picchi di ritardo oltre i cento minuti. Centinaia di passeggeri si sono messi in fila nelle principali stazioni per richiedere un cambio del biglietto e accaparrarsi un posto sui treni garantiti. Lo sciopero non sembra aver avuto particolari ripercussioni sui treni regionali.
A Roma, l'adesione del personale dell'Atac è stata del 26 per cento, come comunicato dall'azienda per la mobilità capitolina. Le linee A e C della metro si sono fermate in mattinata, mentre è rimasta in servizio la linea B, seppure rallentata. Per i mezzi di superficie sono ancora possibili cancellazioni.
Atm, l'azienda di trasporti di Milano, ha fatto sapere che il servizio delle linee metro M1 e M2 e le linee di superficie sono tornati regolari intorno alle 15:00, dopo i disagi contenuti verificatisi di mattina.
Traffico paralizzato dalle prime ore del mattino a Napoli. Lunghe code hanno bloccato la città a causa del servizio ridotto per bus e tram, settore nel quale, secondo l'Usb, l'adesione è del 60 per cento.
A Roma sparati fuochi d'artificio davanti al ministero dei Trasporti
"Qui a Roma siamo in 5mila". È quanto comunicato dall'Unione sindacale di Base durante il corteo di venerdì mattina in occasione dello sciopero generale. "Il terrore che il governo aveva a farci sfilare è la nostra vittoria. Noi non ci arrendiamo. Questa è la nuova resistenza", hanno detto i manifestanti al megafono.
Tra fumogeni e petardi il corteo è arrivato in tarda mattinata in piazza dell'Indipendenza dopo aver sfilato per le strade della Capitale e davanti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove sono stati sparati fuochi d'artificio in segno di protesta.
Studenti e forze dell'ordine si scontrano nuovamente a Torino
Studenti universitari e liceali sono scesi in strada a Torino in occasione dello sciopero generale in protesta contro la guerra a Gaza e per chiedere maggiori finanziamenti alla cultura. Il corteo non era stato annunciato e la questura non era a conoscenza del percorso.
Nervi tesi alla manifestazione quando i dimostranti si sono scontrati con le forze dell’ordine davanti al Politecnico e di fronte alla sede Rai di via Giuseppe Verdi, dove gli studenti hanno tentato di fare irruzione. Almeno due agenti sono rimasti feriti negli scontri, arrivati dopo quelli delle scorse settimane.
Scioperano anche i metalmeccanici
A Siena, in 600 hanno affollato le vie del centro in occasione dello sciopero indetto da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. In testa alla manifestazione i lavoratori dello stabilimento cittadino di Beko Europe. Altri 500 lavoratori hanno partecipato al sit-in organizzato dalle stesse sigle sindacali a Palermo. In centinaia hanno incrociato le braccia e manifestato anche a Genova.
Quella di venerdì è stata una giornata di grande mobilitazione del settore metalmeccanico, con punte di adesione tra il 70 e il 100 per cento in tante aziende, tra cui Fincanieri e Leonardo. I lavoratori chiedono aumenti salariali e la riduzione degli orari di lavoro dopo lo stallo nella trattativa per il rinnovo del contratto collettivo in un settore che occupa circa un milione e 600mila addetti in tutta Italia.
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