Brasile: il presidente Lula dimesso dall'ospedale dopo operazione alla testa
Il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva è stato dimesso domenica dall'ospedale e riprende le sue normali attività. Nei giorni scorsi era stato operato per ridurre un'emorragia intracranica come conseguenza di una caduta accidentale.
"Considerato il quadro clinico e il recupero del paziente, molto migliore delle previsioni, per la felicità mia e di tutta l'equipe medica, il presidente è stato dimesso", ha detto uno dei medici dell'equipe di Lula Ana Helena Germoglio. Il presidente continuerà a essere monitorato nei prossimi giorni e resterà a San Paolo almeno fino a giovedì quando sono previsti nuovi esami per valutare la sua condizione di salute. Una volta a Brasilia, Lula dovrà comunque rimanere in convalescenza. Non potrà effettuare attività fisiche per almeno 15 giorni e non potrà affrontare viaggi internazionali. Gli saranno permesse tuttavia passeggiate e voli brevi. Il capo dello Stato lascia l'ospedale dopo esser stato sottoposto a due interventi chirurgici al cervello tra lunedì e giovedì per arrestare un'emorragia cerebrale causata da una caduta in casa avvenuta lo scorso 19 ottobre.
Lula dimesso dall'ospedale: sono qui, tutto intero
Lo stesso Lula è intervenuto in occasione delle dimissione dall'ospedale, dicendo di essere tutto intero e garantendo di avere più voglia di lavorare.
Il 10 dicembre il presidente brasiliano, 79 anni, è stato operato d'urgenza per drenare un ematoma alla testa, comparso in seguito a una caduta subita a Palazzo Alvorada, la sua residenza ufficiale, lo scorso ottobre. Lula era stato inizialmente ricoverato a Brasilia per un esame di imaging dopo aver avvertito dolore, la risonanza magnetica ha poi indicato un'emorragia intracranica dovuta alla caduta.
Dopo l'operazione, giovedì mattina il presidente brasiliano è stato sottoposto a un'embolizzazione di un'arteria cerebrale (occlusione selettiva di un vaso per interrompere l'afflusso di sangue), una procedura complementare alla prima eseguita per prevenire future emorragie intracraniche.
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