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Blitz di Coldiretti al porto di Civitavecchia contro l'olio extravergine d'oliva tunisino

• Feb 21, 2025, 1:03 PM
7 min de lecture
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Mercoledì una decina di gommoni ha circondato una nave carica di olio extravergine d'oliva tunisino in arrivo al porto di Civitavecchia, nel Lazio. A bordo c'erano gli agricoltori iscritti alla Coldiretti, mentre centinaia di olivicoltori - l'associazione dice duemila arrivati da tutta Italia - presidiavano la banchina dello scalo con cartelli e slogan per chiedere misure immediate contro le importazioni di olio dall'estero.

Secondo l'associazione e i suoi soci le importazioni di olio extra Ue, che nel 2024 hanno ammontato a circa 65 milioni di litri, "alimentano il rischio di frodi e inganni ai danni dei cittadini" ma, soprattutto, "fanno crollare i prezzi del vero extravergine italiano", costretto al ribasso dalla concorrenza sleale dei Paesi esterni al blocco.

Uno su tutti la Tunisia, dove - denuncia Coldiretti - l'olio viene venduto sotto i cinque euro al litro, contro i poco più di nove del prodotto italiano. Questo costringerebbe i produttori italiani a svendere il proprio olio al di sotto dei costi di produzione.

Inoltre, secondo l'associazione, il prodotto straniero è spesso spacciato per italiano da chi lo compra a basso costo all'estero e lo rivende sul mercato nazionale con falsa etichetta, realizzando margini sempre più alti di profitto.

Una speculazione che non solo inganna il consumatore e penalizza chi produce olio d’oliva con olio spremuto da olive italiane, ma che "inonda" il mercato di un prodotto di bassa qualità.

"Il rischio è che l’immissione di olio extravergine d’oliva a basso costo, spesso di dubbia provenienza e qualità, possa danneggiare gravemente il nostro patrimonio agroalimentare di eccellenza. Le preoccupazioni sono fondate, soprattutto quando si pensa alla qualità e alla sicurezza alimentare", dice David Granieri, vice presidente nazionale Coldiretti e presidente del Consorzio olivicolo italiano (Unaprol).

Coldiretti incolpa l'Unione europea

Secondo Coldiretti una grande responsabilità ce l'ha l'Unione europea, che accusa da almeno dieci anni di non proteggere gli agricoltori europei dallo sbarco di prodotti importati dall'estero.

Le importazioni dalla Tunisia, ad esempio, sono favorite da un accordo stipulato dall'Ue nel 2016 e ridefinito nel 2019 che prevede che ogni anno i Paesi europei possano importare 56.700 tonnellate di oli vergini d'oliva - tra cui appunto l'extravergine - esenti da dazi doganali.

Il punto critico è sempre lo stesso: i diversi standard di qualità e di sicurezza tra Paesi Ue ed extra Ue. Gli olivicoltori italiani lamentano il fatto che in Tunisia siano in vigore regole molto meno rigide sull'utilizzo di pesticidi e norme meno severe riguardo la sicurezza dei lavoratori.

Negli ultimi anni Coldiretti ha chiesto, invano, di rivedere almeno il periodo di applicazione dell’accordo restringendolo tra l’1 aprile e il 30 settembre invece che per tutto l’anno. In questo modo si eviterebbe che l’olio tunisino venga importato nei mesi di vendita dell’olio nuovo italiano, il primo olio extravergine che si ottiene dalle prime olive del nuovo raccolto.

Inoltre, Coldiretti e Unaprol chiedono la creazione di un Registro telematico unico europeo, simile al sistema italiano Sian, per tracciare la provenienza e la lavorazione dell'olio in tutti i Paesi dell'Unione europea ed evitare casi di contraffazione. “Questo strumento garantirebbe maggiore trasparenza e tracciabilità, permettendo di tutelare i consumatori e valorizzare il prodotto autentico”.

L'Italia ha bisogno di importare l'olio dall'estero

In ogni caso il mercato italiano non può fare a meno di importare olio d'oliva dall'estero, in quanto ogni anno in Italia si producono circa 230mila tonnellate di olio, ma se ne consumano circa tre le 400 e le 450mila, di cui una parte di riserve degli anni precedenti.

Secondo i dati diffusi dal centro studi Divulga, lo scorso anno l'Italia ha importato in totale circa 223mila tonnellate di olio d'oliva da Spagna, Tunisia, Grecia, Portogallo, Turchia, Cile e Argentina.


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