La Corte Suprema boccia l'amministrazione Trump sugli aiuti esteri

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto mercoledì la richiesta dell'amministrazione Trump di richiamare un giudice federale che aveva imposto una scadenza rapida per sbloccare miliardi di dollari in aiuti esteri.
Con un voto di 5 a 4, la Corte ha detto al giudice distrettuale statunitense Amir Ali di chiarire il suo precedente dispositivo, che richiedeva all'amministrazione repubblicana di sbloccare quasi 2 miliardi di dollari in aiuti per il lavoro già svolto.
Sebbene il risultato sia una sconfitta a breve termine per l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, i gruppi no-profit e le imprese che hanno fatto causa stanno ancora aspettando i soldi che dicono essere loro dovuti. Secondo i documenti del tribunale, la scorsa settimana una delle organizzazioni è stata costretta a licenziare 110 dipendenti.
I quattro giudici conservatori hanno firmato un parere di dissenso con la decisione della maggioranza, scritto dal giudice Alito, in cui si mette in dubbio il fatto che un giudice distrettuale possa avere "il potere di costringere il governo degli Stati Uniti a pagare due miliardi di dollari". Questo è l'argomento dall'avvocato di Stato Sarah Harris, che ha presentato le ragioni dell'amministrazione, definendo l'ordine del giudice Amir H Ali "un ordine impossibile" dal momento che venivano date solo 36 ore per applicare la sentenza. Argomenti che non sono Stati comunque accolti dalla maggioranza dei giudici.
Il ricorso contro lo stop dei fondi è presentato dalla Aids Vaccine Advocacy Coalition e dal Global Health Council, che denunciano come questo abbia portato le associazioni sull'orlo della bancarotta, al licenziamento di personale e fermare la distribuzione di medicinali salvavita e di aiuti alimentari.
La sentenza assume una particolare importanza perché è la prima decisione della Corte Suprema sugli ordini esecutivi e i tagli del Doge per licenziamenti e taglio dei fondi al governo federale. Non sarà certo l'ultima dal momento che sono oltre 100 i ricorsi avviati contro le mosse dell'amministrazione Trump
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