Peggiora la crisi abitativa in Spagna: cresce la rabbia dei residenti

Dal 2010, i prezzi delle abitazioni nell'Unione Europea sono aumentati in media di oltre il 50%, e gli affitti del 26%. La Spagna è tra le nazioni più colpite, gli affitti hanno registrato rincari fino all'80% nell'ultimo decennio.
La crisi è causata da un mix di fattori: scarsa offerta di case, costi di costruzione gonfiati, boom degli affitti a breve termine e speculazione degli investitori stranieri.
"Barcellona sta diventando una città piena di turismo. Gli affitti sono esorbitanti", afferma Rosario Castelló, residente storica e membro del sindacato degli inquilini, Sindicat de Llogateres.
La donna rischia lo sfratto dopo che il suo condominio è stato acquistato da Vandor Group, società affiliata del fondo d'investimento britannico Patron Capital.
"Vivo nel mio appartamento da 26 anni", spiega Rosario. "Qui ho cresciuto i miei figli e ho il mio marchio di abbigliamento Pinku No Kuma, aggiunge mostrando gli abiti che disegna con la figlia.
"E la Vandor vuole portarmi via la casa, insieme a tutto quello che ho realizzato qui", conclude.
Rosario è l'ultima degli ex inquilini dell'edificio. Tutti gli altri appartamenti sono stati trasformati in spazi di co-living, affittati a stranieri con contratti a breve termine.
"I fondi avvoltoio stanno acquistando massicciamente interi edifici a scopo speculativo. E ci stanno buttando fuori tutti", dice infuriata Castelló, "Tutto questo deve finire".
Nonostante il contratto d'affitto sia scaduto, la donna si rifiuta di andarsene e ha un procedimento legale in atto con il proprietario a cui continua a pagare l'affitto.
"Mi hanno offerto una piccola indennità", spiega, "ma i prezzi degli affitti sono esorbitanti. Non ho un posto dove andare".
In tutta Barcellona, residenti come Rosario si stanno unendo. Spalleggiati dal Sindicat de Llogateres, stanno lottando per evitare lo sfratto e per fare pressione sulle autorità pubbliche affinché intervengano.
"C'è una totale mancanza di tutela del diritto alla casa", afferma Martina Ges Torra, un altro membro del sindacato degli inquilini. "Difenderemo collettivamente questo diritto".
Il governo spagnolo sta cercando di arginare la crisi. Le misure comprendono piani per rimuovere 65.000 annunci da Airbnb, aumentare le tasse sull'acquisto di immobili da parte di cittadini non europei e applicare tetti massimi agli affitti.
"Abbiamo iniziato a regolamentare l'aumento dei prezzi degli affitti", afferma il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni, facendo notare un calo dei prezzi dell'8% nella sua città.
Un'altra misura di ampio respiro eliminerà tutti gli appartamenti della città da Airbnb entro il 2028, così 10.000 case torneranno a essere per uso residenziale.
"E in Catalogna gli affitti a breve termine saranno soggetti allo stesso tetto di prezzo", aggiunge il sindaco. "Per i fondi d'investimento ciò significa un enorme calo di redditività. È un deterrente".
Jaume Collboni è a capo dell'iniziativa "Mayors for Housing Alliance", che coinvolge 15 grandi città europee. I sindaci hanno presentato all'UE un Piano d'azione europeo per l'edilizia abitativa che esorta Bruxelles a investire in alloggi a prezzi accessibili e a esentare tali spese dai limiti imposti dalle norme sugli aiuti di Stato.
"La Commissione europea deve intervenire", insiste Collboni. "Se i cittadini vedono che un problema di tale portata non viene affrontato dalle istituzioni europee, potrebbe scatenarsi una crisi di legittimità", afferma. E conclude: "Non è solo una misura sociale, ma una misura che mira a difendere la democrazia e il progetto europeo".
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