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Effetto "isola di calore": le città europee diventeranno invivibili?

• Aug 8, 2025, 12:18 AM
6 min de lecture
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L'estate del 2025 è stata ancora una volta segnata da diverse ondate di caldo consecutive, che hanno colpito ampie zone dell'Europa. Gli impatti di questo clima estremo sono più intensi che nelle aree urbane del continente: ciò è dovuto all'effetto "isola di calore", che innalza significativamente le temperature nei centri urbani rispetto alle aree rurali.

"Questo fenomeno sta colpendo le città di tutta Europa e aumenta le temperature di circa due, tre, a volte anche quattro gradi", ha dichiarato a Euronews Niels Souverijns, esperto di clima presso il centro di ricerca belga Vito. Ma in alcuni casi, le temperature di superficie nelle città superano di ben 10-15°C quelle delle aree rurali. Un fattore particolarmente preoccupante, se si considera che quasi il 40 per cento della popolazione europea vive in centri urbani.

Uno studio della Nova (National School of Public Health con sede in Portogallo) ha rilevato che i ricoveri ospedalieri sono aumentati del 18,9 per cento rispetto al valore di riferimento nei giorni di canicola, mettendo a dura prova i sistemi sanitari. I gruppi vulnerabili, come gli anziani e i bambini piccoli, sono particolarmente a rischio, "soprattutto le persone in età avanzata con malattie respiratorie o cardiovascolari", sottolinea Souverijns.

Poiché il fenomeno si amplifica di notte, le persone non si raffreddano adeguatamente quando vanno a dormire, il che comporta ulteriori effetti negativi sulla salute.

Una giungla di cemento, soprattutto nei quartieri più poveri

L'effetto isola di calore urbana è il risultato di diversi fattori, che vanno dalla cementificazione alla concentrazione di edifici, fino al traffico intenso. "Il fatto che la città sia più calda dell'area circostante è dovuto principalmente ai materiali utilizzati", spiega a Euronews il climatologo Wim Thiery. L'asfalto e il cemento, infatti, "assorbono il calore quando il sole batte, lo trattengono e lo irradiano di notte".

Di conseguenza, durante il giorno la temperatura massima nelle città è più calda, e di notte scende di meno. Anche la presenza edifici alti e strade strette favorisce il fenomeno, in quanto riscaldano l'aria che rimane intrappolata tra di essi, bloccando il flusso naturale del vento che altrimenti contribuirebbe al raffrescamento.

Ciò è particolarmente vero nelle aree urbane più povere, caratterizzate da un'urbanizzazione densa e talvolta non regolamentata. Questo fattore, in combinazione con le cattive condizioni abitative, la mancanza di isolamento e il ridotto accesso a spazi verdi, rende l'effetto isola di calore urbana una questione socio-economica.

"Nei quartieri più ricchi tende ad esserci più verde"

"Nei quartieri più ricchi, situati appena fuori dai centri urbani, tende a esserci più verde", ha detto Thiery. È il caso di Bruxelles, per esempio, dove il divario di ricchezza è fortemente correlato all'accesso alle aree naturali, con i più poveri che soffrono di una forte carenza di alberi e parchi.

Souverijns ha osservato che l'entità dell'isola di calore urbana è fortemente correlata alle dimensioni delle città e alla quantità di cemento e di edifici che vi si trovano. "Quindi le metropoli, che hanno più cemento e più edifici, tendono ad avere un impatto maggiore".

Infine, la quantità di traffico incide sul risultato finale. L'inquinamento prodotto dalle automobili, ad esempio, può agire come una sorta di strato di gas serra su una città, intrappolando ulteriormente l'aria calda.

Occorre riprogettare le città, adattandole ai cambiamenti climatici

Thiery sottolinea che in futuro l'effetto isola di calore urbana è destinato a peggiorare: "A causa dei cambiamenti climatici, le temperature in Europea stanno aumentando di più rispetto alla media globale". Le città possono tuttavia adottare una serie di misure di adattamento per contrastare il fenomeno. Tra queste, la creazione di corridoi di ventilazione, la progettazione di tetti e facciate verdi per gli edifici, la piantumazione di più alberi e un migliore utilizzo dell'acqua. "In sostanza, dobbiamo riprogettare le città per eliminare il più possibile il cemento", ha dichiarato Souverijns.

La regione di Bruxelles è particolarmente vulnerabile alle ondate di caldo rispetto ad altri comuni belgi. La differenza può arrivare a 10 gradi centigradi rispetto alle zone rurali. Ad alcuni abitanti della capitale belga sono fornite informazioni sulle precauzioni o sui comportamenti da adottare nelle giornate calde, anche attraverso mappe interattive con le quali è possibile trovare punti di acqua potabile, musei, fontane, spazi verdi ombreggiati e altri luoghi dove proteggersi dal caldo.

"Più strutturalmente, siamo ovviamente impegnati ad adattare fisicamente e a migliorare il nostro ambiente di vita piantando alberi, modificando le superfici, rendendo piazze e strade più ombreggiate e più verdi, portando l'acqua in città", ha dichiarato a Euronews Frederik Ceulemans, assessore al Clima della città di Bruxelles. "Ci sono altri interventi che vogliamo testare presto, come strutture ombreggianti, temporanee o permanenti".

Ma l'adattamento da solo è insufficiente

Tuttavia, entrambi gli esperti concordano sul fatto che l'adattamento da solo non è sufficiente. "Dobbiamo essere realistici sul fatto che l'impatto dell'adattamento è limitato. A livello locale, dove vengono piantati degli alberi, può essere notevole, ma basterà svoltare in un'altra strada e farà di nuovo caldo", ha osservato Thiery. Secondo il quale "questa è la realtà delle città: non c'è spazio per aree verdi sufficienti nei quartieri densamente popolati".

Perciò, se le autorità vogliono porre fine a questo problema, la mitigazione dei cambiamenti climatici deve essere al primo posto. Altrimenti detto: operare affinché la crescita delle temperature sia il più possibile contenuta. Un'idea condivisa da Souverijns: "L'effetto isola di calore urbana aumenterà anche in futuro. È quindi importante ridurre le nostre emissioni di gas a effetto serra il più rapidamente possibile".

Nella città di Bruxelles, l'attenzione si concentra anche sulla ristrutturazione sostenibile degli edifici, che rappresentano il 60 per cento delle emissioni di CO2 nella regione, nonché su piani sostenibili per la mobilità e l'energia. La regione mira a ridurre le emissioni di CO2 del 55 per cento entro il 2030 e a azzerare quelle nette entro il 2050.

Se non lo si farà, gli esperti avvertono che "uno tsunami di caldo" si abbatterà sulle città, che potrebbero diventare invivibili. "Vediamo già questo tipo di città, soprattutto in India e nei Paesi vicini all'equatore. Qui la gente fa fatica già a vivere in città e a svolgere le proprie attività quotidiane", ha dichiarato Souverijns.