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Inchiesta "Doppia curva", Inter e Milan "sudditi" degli ultras: pressioni su Inzaghi per i biglietti

• Oct 1, 2024, 1:12 PM
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Bagarinaggio, gestione abusiva dei parcheggi dello Stadio Meazza, controllo sulla vendita di bibite, cibo e gadget tra gli spalti e fuori dall'arena, ed estorsioni, intimidazioni e violenze per mantenere il predominio su un giro d'affari milionario equamente spartito tra i capi ultras delle due curve di tifosi milanesi, Inter e Milan, nemici in campo ma più uniti che mai nel profitto grazie a un "patto di non belligeranza".

Questo e molto altro è emerso dall'inchiesta "Doppia curva" della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura antimafia di Milano che lunedì ha portato 16 persone in carcere e tre agli arresti domiciliari. Le figure di spicco del tifo organizzato meneghino sono accusate principalmente di associazione a delinquere, nel caso della Curva Nord aggravata dal metodo mafioso e dalle infiltrazioni della 'ndrangheta, estorsione, pestaggi.

Ma dalle 530 pagine dell'ordinanza emergono dettagli scivolosi anche per gli stessi club calcistici, "soggetti danneggiati" che secondo la Procura antimafia di Milano erano in un evidente stato di "sudditanza" nei confronti del tifo organizzato milanese, soprattutto quello interista.

Le due società avrebbero subito ingerenze e addirittura intimidazioni, non solo per quanto riguarda le attività commerciali nell'interesse dei capi ultras, ma anche nella stessa gestione sportiva della squadra. Nei loro confronti i pm meneghini hanno avviato un "procedimento di prevenzione" che se non rispettato potrebbe portare all'amministrazione giudiziaria.

Le pressioni della curva dell'Inter sull'allenatore Inzaghi

Dalle carte emergono soprattutto le pressioni esercitate dai capi ultras interisti sull'allenatore neroazzurro Simone Inzaghi, a cui si rivolgevano sia per lamentarsi del rendimento in campo dei giocatori sia per intercessioni con i piani alti del club.

In un'intercettazione al mister viene chiesto di intercedere presso il presidente Marotta per ottenere 1.500 biglietti per la finale di Champions League contro il Manchester City a Istanbul, per poi rivenderli a dieci volte il prezzo di mercato. In quell'occasione i vertici del tifo neroazzurro avrebbero contattato anche gli ex calciatori Marco Materazzi e Javier Zanetti, attuale vicepresidente del club, riuscendo nel loro obiettivo.

All'inizio del 2023, con l'Inter in affanno in campionato, i rappresentanti della Curva Nord Marco Ferdico e Mauro Nepi vogliono incontrare Inzaghi per discutere delle difficoltà della squadra e il calciatore Milan Skriniar, a un passo dal lasciare il club, per cercare di convincerlo a rimanere. Già dalle intercettazioni telefoniche è chiaro l'intento quasi intimidatorio.

Nei documenti viene riportato anche un incontro di Luca Lucci, capo della curva rossonera arrestato lunedì, "con il capitano del Milan, il calciatore Davide Calabria", in un bar di Cologno Monzese l'8 febbraio del 2023, ma non si conoscono i dettagli.

Cosa rischiano i club calcistici di Inter e Milan

Intrattenere rapporti con le tifoserie non è un reato e nessuno tra le dirigenze dei club è nel registro degli indagati. Ma la Procura di Milano ha avviato un "procedimento di prevenzione" nei confronti di Inter e Milan, un istituto a cui si ricorre per rimproverare a un'impresa, anche solo a titolo colposo per inerzia, per disorganizzazione o cedimento a intimidazioni, di aver agevolato l'attività di indagati.

Le società dovranno dimostrare di aver tagliato i legami con gli ultras e di aver colmato le lacune organizzative per evitare infiltrazioni nei business collaterali al calcio che sono al centro della mega inchiesta. In caso contrario i pubblici ministeri potrebbero chiedere al Tribunale di Milano di disporre l'amministrazione giudiziaria nei confronti dei club con l'obiettivo di affidarle a un commissario che "bonifichi" la situazione.

Anche la procura della Figc, la federazione calcistica italiana, ha chiesto gli atti ai pm milanesi per approfondire il tenore dei rapporti tra le dirigenze e i capi ultras e accertare il rispetto del Codice di giustizia sportiva, che all'art.25, "Prevenzione di fatti violenti", regola i rapporti tra club e tifoserie.

Oltre a vietare alle società di finanziare i gruppi di tifo organizzato, si precisa: "Durante le gare o in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana".

Le sanzioni previste per questo tipo di violazione sono multe, squalifiche di alcune giornate per i giocatori e sospensioni per i dirigenti.

Indagati anche tra la politica e l'imprenditoria

Nell'indagine si legge che nel gestire i parcheggi dello stadio, non solo in occasione delle partite di calcio ma anche di eventi e concerti, si era creato "un legame di reciproco vantaggio fra imprenditori e soggetti contigui" sia alle curve che alla 'ndrangheta.

È il caso di Gherardo Zaccagni, il titolare di Kiss and Fly, la società che gestisce i posti auto per conto di M.I. Stadio srl (partecipata di Inter e Milan a cui il Comune di Milano ha affidato la gestione dei parcheggi di San Siro), ora ai domiciliari, che versava mensilmente quattromila euro ai capi ultras.

In questo contesto è indagato per corruzione anche il consigliere regionale della Lombardia Manfredi Palmeri. Il politico, eletto al Pirellone con la lista di Letizia Moratti nel 2023 dopo venti anni come consigliere comunale a Milano e manager di M.I. Stadio, è considerato il "referente" per l'aggiudicazione dell'appalto dei parcheggi.

Palmeri, tirato in ballo proprio da Zaccagni in alcune telefonate con gli ultras in cui si discute della gestione dei parcheggi dello stadio durante la stagione dei concerti del 2024, avrebbe ricevuto dall'imprenditore ventimila euro e un quadro dal valore di diecimila euro.