Abkhazia, arresti tra gli oppositori agli investimenti russi: scoppia la protesta
La tensione è aumentata in Abkhazia dopo la detenzione di sei attivisti dell'opposizione: la gente ha iniziato a radunarsi nei pressi della sede del Servizio di sicurezza di Sukhumi, dove sono scoppiati dei disordini. I sostenitori dell'opposizione hanno bloccato strade e ponti, chiedendo il rilascio dei detenuti.
Il capo dell'autoproclamata Repubblica caucasica, Aslan Bzhania, ha tenuto una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza. È stato riferito che sono state inviati mezzi militari nel centro della città.
L'Abkhazia è rivendicata dalla Georgia come sua repubblica autonoma, ma si è autoproclamata indipendente nel 1992 grazie all'appoggio della Federazione Russa.
Come ha osservato il presidente del Servizio di sicurezza dello Stato Dmitry Kuchuberia durante la riunione del Consiglio di sicurezza, "ai cancelli del Servizio di sicurezza sono stati registrati casi di scontro fisico ai danni dei dipendenti. Una persona ha speronato i cancelli con il suo veicolo".
Secondo il procuratore generale i detenuti hanno cercato di aggredire un membro del Parlamento abkhazo dopo una sessione straordinaria.
Le proteste sono iniziate l'11 novembre. Gli oppositori si oppongono alla ratifica dell'accordo sugli investimenti con la Russia, in base al quale le aziende russe potranno realizzare i loro progetti sul territorio dell'Abkhazia, oltre a ricevere il diritto di proprietà di terreni e immobili.
L'accordo, in particolare, prevede la costruzione dei cosiddetti complessi multifunzionali. La sua ratifica è prevista per il 15 novembre.
Lo stesso giorno gli oppositori di Bzhania terranno una grande manifestazione per opporsi agli "investimenti" russi e all'adempimento degli "obblighi" del governo nei confronti di Mosca.
A settembre Mosca, in risposta alla riluttanza delle autorità abkhaze a rispettare gli accordi, ha annunciato una forte riduzione dei finanziamenti all'Abkhazia.
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