I Paesi dell'Ue si impegnano a sviluppare insieme droni, missili e navi da guerra
Martedì gli Stati membri dell'Unione europea annunceranno l'impegno comune a sviluppare progetti militari congiunti sulla difesa aerea e missilistica integrata, sulla guerra elettronica, sulle munizioni e su una nave di nuova generazione. I ministri della Difesa di diciassette Paesi membri dovrebbero firmare nel tardo pomeriggio almeno una delle quattro dichiarazioni politiche di intenti (una per ciascun progetto), che vanno dagli acquisti congiunti a breve termine alle iniziative per lo sviluppo di capacità militari sul lungo termine.
"Per diventare un baluardo credibile in materia di sicurezza, l'Europa deve sviluppare capacità strategiche, anche per ipotesi di guerre ad alta intensità", ha dichiarato il capo esecutivo della European defence agency (Eda), Jiří Šedivý. Le dichiarazioni d'intenti non contengono però ancora alcun impegno finanziario: rappresentano soprattutto un "segnale politico" rispetto alla convinzione degli Stati membri di sviluppare progetti di difesa congiunti in futuro, secondo quanto dichiarato a Euronews da due diplomatici europei.
La Commissione Ue ha proposto uno stanziamento da 1,5 miliardi di euro
Secondo un nuovo rapporto dell'Eda, gli Stati membri sono più vicini al raggiungimento dell'obiettivo del 2% fissato per la spesa per la difesa dai Paesi della Nato. Complessivamente, gli stanziamenti raggiungeranno i 326 miliardi di euro (l'1,9% del Pil dell'Ue) nel 2024. Ma nonostante l'aumento, gli sforzi nazionali da soli non sono sufficienti perché l'Ue sia pronta ad affrontare una guerra ad alta intensità, ha dichiarato Josep Borrell, Alto rappresentante uscente per la politica estera e di sicurezza comune. Secondo il quale "i fondi aggiuntivi per la difesa dovrebbero essere spesi nel modo più efficiente possibile e l'utilizzo di una parte di essi per investimenti europei collaborativi sarebbe utile".
La scorsa settimana, la Commissione di Bruxelles ha approvato un finanziamento di 300 milioni di euro per cinque progetti di difesa congiunti nell'ambito del programma europeo comune Edipra. L'organismo esecutivo dell'Ue ha poi avanzato la proposta di stanziare 1,5 miliardi di euro per il Programma industriale europeo di difesa (Edip). Tuttavia, tali cifre sono ben lontane da quanto necessario per affrontare le sfide del settore della difesa europeo, che è ancora molto frammentato e dipendente da fornitori esterni.
Il nuovo commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius, ha dichiarato ai parlamentari europei durante la sua audizione, la scorsa settiman,a che nel prossimo decennio saranno necessari circa 200 miliardi di euro per adeguare le infrastrutture in modo che le attrezzature militari e le truppe possano essere facilmente mobilitate in tutta l'Ue, e altri 500 miliardi di euro per costruire uno scudo di difesa aerea europeo.
In cosa consistono i progetti di difesa comune
L'Eda ha identificato un totale di diciotto possibili progetti di cooperazione in materia di difesa e sicurezza, ma finora solo i quattro sopra citati hanno ottenuto l'impegno degli Stati membri per una cooperazione più stretta, che li renda effettivi. Come riportato da Euronews, almeno sette Stati membri - tra cui Belgio e Paesi Bassi - sono interessati a sviluppare una nave da guerra europea per proteggere le proprie acque e rispondere ai conflitti all'estero. Tali Paesi intendono ora armonizzare gli standard, sviluppare un business plan e prepararsi a un appalto congiunto entro il 2040, con l'obiettivo di creare una grande collaborazione navale europea.
Tuttavia, i progetti che hanno riscosso maggior successo tra gli Stati membri sono quelli relativi alla difesa aerea e missilistica integrata, attraverso l'acquisto di sistemi aerei senza pilota (C-Uas), difesa aerea da terra (Gbad) e munizioni.
Tredici Stati membri hanno anche espresso interesse a collaborare sui sistemi di guerra elettronica, ovvero quelli che consentono di interrompere le comunicazioni e i sensori del nemico, proteggendo al contempo le proprie forze da intercettazioni e interferenze, ha spiegato l'Aed nel suo rapporto. "Le opportunità di collaborazione porteranno i responsabili politici nazionali, i pianificatori e gli esperti di armamenti a collaborare per lo sviluppo di risorse militari rilevanti, in linea con le priorità della Nato", ha concluso Šedivý.
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