Così i Paesi Ue vogliono rafforzare la cooperazione in materia di difesa aerea e missilistica
Rafforzare le capacità europee di difesa aerea e missilistica. Questo progetto è ora una delle priorità della cooperazione militare all'interno dell'Unione europea. Sono 18 gli Stati membri che hanno firmato una lettera di intenti per unire i loro sforzi in questo settore strategico.
"Stiamo parlando di tutte le capacità, compresi i sistemi antimissile e i sistemi anti-drone. Si tratta di un punto cruciale, perché il vantaggio nell'aria definisce la guerra", ha spiegato Paweł Ksawery Zalewski, segretario di Stato polacco per la Difesa nazionale.
La difesa aerea e missilistica è il progetto che ha attirato il maggior interesse delle capitali. L'Agenzia europea per la difesa (Eda) ha proposto altre tre aree di intervento: la guerra elettronica (14 Stati membri), le munizioni galleggianti (17 Stati membri) e la nave da guerra europea (7 Stati membri).
L'establishment europeo riconosce che l'Unione manca di capacità di difesa aerea e missilistica. Questa debolezza si spiega con il fatto che si tratta di nuove tecnologie che sono state messe in campo solo di recente. "In realtà, ciò che ci manca sono sistemi di difesa aerea pronti all'uso. Abbiamo la tecnologia", ha poi affermato Paweł Ksawery Zalewski.
Impulso economico dai finanziamenti per la Difesa
L'Eda sottolinea l'interesse strategico del progetto, ma anche i suoi vantaggi industriali, che potrebbero interessare tutti gli Stati membri.
"La difesa missilistica integrata è un insieme molto ampio di attività. Le capacità possono supportare molte forze e progetti industriali diversi e sono quindi molto importanti per la base tecnologica e di difesa europea", ha spiegato Stefano Cont, direttore di Capacità, Armamenti e Pianificazione dell'Eda, e ha aggiunto: "Queste capacità comportano molta innovazione e nuove tecnologie. Si tratta quindi di un grande impulso per la nostra economia, non solo per le grandi industrie, ma anche per le piccole e medie imprese e per la ricerca".
L'agenzia europea sottolinea che lo sforzo non riguarda solo l'impegno militare. Si tratta anche di monitoraggio e analisi dei rischi tramite satelliti, tecnologie di comunicazione e intelligenza artificiale. Inoltre, sono previsti sensori e radar spaziali per identificare le minacce il più precocemente possibile.
"Dobbiamo assolutamente aumentare il numero dei nostri sistemi. Dobbiamo assolutamente aumentare la nostra capacità di capire da dove proviene la minaccia il più presto possibile", ha detto ancora Stefano Cont e poi ha aggiunto: "In secondo luogo, dobbiamo mantenere un vantaggio tecnologico che ci permetta di sconfiggere questi sistemi", continua, prima di aggiungere che"abbiamo fatto molto".
Spesa militare aumentata del 30 per cento
L'obiettivo di questi progetti di cooperazione è quello di evitare duplicazioni tra gli Stati membri nella ricerca e nello sviluppo di queste risorse e di condividere lo sforzo finanziario.
Nel suo rapporto 2024, l'Eda sottolinea che quest'anno la spesa degli Stati membri è aumentata del 30 per cento rispetto al 2021, ossia prima dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Si prevede che i 27 spendano 326 miliardi di euro quest'anno, pari all'1,9% del PIL dell'Ue.
Tuttavia, nonostante questo aumento della spesa, gli sforzi nazionali da soli non sono sufficienti per consentire alle forze armate degli Stati membri di prepararsi adeguatamente a una guerra ad alta intensità, si legge nel documento. L'Agenzia europea chiede quindi una maggiore cooperazione, secondo le quattro aree d'azione, per ridurre la frammentazione della difesa europea e della sua industria.
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