Elezioni in Romania, shock per la vittoria al primo turno del populista di estrema destra Georgescu
Il panorama politico romeno è in fibrillazione dopo che un populista di estrema destra, poco conosciuto, si è assicurato il primo turno delle elezioni presidenziali, passando da essere un candidato di secondo piano a battere il primo ministro in carica.
Calin Georgescu, che ha corso da indipendente, si scontrerà con la riformista Elena Lasconi in un ballottaggio che si terrà tra due settimane, l'8 dicembre.
Secondo il suo sito web Calin Georgescu ha conseguito un dottorato in pedologia, una branca della scienza del suolo, e negli anni Novanta ha ricoperto diversi incarichi presso il ministero dell'Ambiente romeno.
La maggior parte dei sondaggi prevedeva che avrebbe ottenuto meno del 10 per cento dei voti, ma Georgescu si è aggiudicato il 22,95 per cento delle preferenze, seguito dalla leader del partito progressista Unione salvate la Romania (Usr) con il 19,17 per cento dei voti.
Il primo ministro Marcel Ciolacu, dato per favorito dai sondaggi, si è fermato al 19,15 per cento dei voti. Dopo i risultati del primo turno, ha rassegnato le sue dimissioni da leader del Partito socialdemocratico (Psd).
Secondo l'Ufficio elettorale centrale domenica hanno votato 9,4 milioni di persone, circa il circa il 52,5 per cento degli aventi diritto.
Il ruolo dell'"ingegneria dei social media"
È la prima volta nella storia post-comunista della Romania che il Psd non ha un candidato al secondo turno di una corsa presidenziale, un duro colpo per il partito storicamente più potente del Paese che sottolinea il crescente sentimento anti-establishment degli elettori romeni.
L'analista politico Eugen Șerbănescu ha definito il risultato "sorprendente" e ha auspicato che gli elettori "si orientino meglio" al secondo turno e ridiano voce alla loro insoddisfazione per il panorama politico romeno. Ha affermato che "l'ingegneria dei social media" ha probabilmente giocato un ruolo nelle elezioni.
In Romania il presidente ha un mandato di cinque anni e ha importanti poteri decisionali in settori quali la sicurezza nazionale, la politica estera e le nomine giudiziarie.