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L'Ue fa il primo passo per entrare in contatto con i ribelli siriani, annuncia Kallas

• Dec 16, 2024, 10:40 AM
4 min de lecture
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L'Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, ha incaricato un diplomatico dell'Unione europea di impegnarsi direttamente con il governo provvisorio istituito da Hayat Tahrir al-Sham (HTS), la forza ribelle che ha guidato l'offensiva che ha rovesciato l'autocrazia di Bashar al-Assad.

La mossa rappresenta l'indicazione più forte della volontà del blocco di iniziare a normalizzare i legami con l'HTS, che è stato inserito nella lista nera delle organizzazioni terroristiche dalle Nazioni Unite a causa della sua precedente alleanza con Al-Qaeda.

La designazione è stata recepita nel diritto dell'Ue ed è seguita da tutti i 27 Stati membri.

"Ho incaricato un alto diplomatico europeo in Siria di recarsi a Damasco per prendere contatti con il nuovo governo e con la popolazione", ha dichiarato Kallas lunedì mattina prima di recarsi alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles, dove il futuro della Siria è uno dei principali punti all'ordine del giorno.

HTS nella lista nera

Alla domanda se il blocco dovrebbe rivedere la designazione di terrorista per facilitare la diplomazia, l'Alto rappresentante ha risposto che l'HTS dovrebbe prima dimostrare la sua capacità di governare una Siria stabile e pacifica che garantisca protezione a tutte le minoranze.

"Per noi non si tratta solo di parole, ma vogliamo vedere i fatti che vanno nella giusta direzione. Quindi non solo quello che dicono, ma anche quello che fanno - ha detto Kallas - Penso che le prossime settimane e i prossimi mesi mostreranno se si va nella giusta direzione".

Il governo di transizione in Siria

Da quando ha rovesciato il regime di Assad, l'HTS si è posizionato come forza leader della nuova era politica, nominando un primo ministro ad interim per amministrare un governo di transizione fino al marzo 2025. Il gruppo ha anche promesso di portare il Paese devastato dalla guerra da un'economia controllata dallo Stato a un'economia di libero mercato per attirare gli investitori.

Nel tentativo di acquisire maggiore legittimità, il suo leader, Abu Muhammad al-Jolani, ha abbandonato il suo "nome di guerra" e ora si fa chiamare con il suo nome legale, Ahmed al-Sharaa.

Tuttavia, l'HTS rimane al centro di diverse accuse di violazioni dei diritti umani, tra cui presunte esecuzioni per blasfemia e adulterio eseguite in base a un'interpretazione rigida, e a volte estrema, della legge islamica. Questo contesto ha sollevato dubbi sulla capacità della forza ribelle di garantire pluralismo e tolleranza dopo la caduta di Assad.

La realtà pluriconfessionale della Siria

La Siria è un Paese estremamente eterogeneo, abitato da musulmani sunniti, che rappresentano oltre il 70% della popolazione, accanto a musulmani sciiti, alawiti, cristiani e minoranze etniche come drusi, iracheni, armeni, assiri, curdi e palestinesi.

Durante un incontro ad Aqaba, in Giordania, nel fine settimana, i rappresentanti di Unione europea, Stati Uniti, Regno Unito, Nazioni Unite e Paesi arabi hanno firmato una dichiarazione congiunta sulla Siria in cui si chiede il rispetto dei diritti umani, "anche per le donne e le minoranze", e si esprime "pieno sostegno" all'unità, all'integrità territoriale e alla sovranità della Siria.

Dopo l'incontro di Aqaba, Stati Uniti e Regno Unito hanno confermato di essere in contatto diplomatico con l'HTS, pur mantenendo la designazione di terrorista.

"Vogliamo vedere un governo rappresentativo, un governo inclusivo. Vogliamo che le scorte di armi chimiche siano messe al sicuro e non vengano utilizzate, e vogliamo garantire che non ci siano violenze continue - ha dichiarato domenica David Lammy, segretario agli Esteri britannico - Stiamo utilizzando tutti i canali a nostra disposizione - diplomatici e, naturalmente, di intelligence - e cerchiamo di affrontare l'HTS dove è necessario".

Quali incontri in agenda

Non è stato immediatamente chiaro se l'alto diplomatico dell'Ue inviato da Kallas incontrerà personalmente al-Shaara, il primo ministro o entrambi.

Oltre alle relazioni diplomatiche, un'altra questione che gli alleati occidentali devono affrontare è la revisione delle ampie sanzioni imposte contro il regime di Assad, che includono severe restrizioni su armi, petrolio, tecnologia e transazioni finanziarie.

Geir Pedersen, l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, che ha incontrato al-Sharaa durante la sua visita a Damasco, ha affermato che la revoca delle sanzioni è essenziale per la ripresa economica del Paese.

"Dobbiamo fare in modo che la situazione si risolva rapidamente", ha detto Pedersen. "Speriamo di poter vedere una rapida fine delle sanzioni, in modo da poter vedere una vera e propria mobilitazione per costruire di nuovo la Siria".