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Esperti Ue: "Bisogna puntare sui vini a zero o ridotto contenuto alcolico"

• Dec 20, 2024, 10:24 AM
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Un gruppo di esperti provenienti da tutta l'Ue, istituito a maggio dalla Commissione europea per esaminare i problemi che affliggono l'industria vinicola, in una serie di proposte pubblicate questa settimana ha auspicato una maggiore diffusione dei vini a zero e ridotto contenuto alcolico.

Il cosiddetto Gruppo di alto livello sulla politica vitivinicola dell'Ue è stato incaricato di esaminare le sfide, tra cui il costante declino del consumo interno e l'instabilità delle condizioni commerciali internazionali che influiscono sui principali mercati di esportazione.

Le raccomandazioni del gruppo mirano ad affrontare l'evoluzione delle preferenze dei consumatori e a garantire che il settore vinicolo europeo si adatti alle opportunità di mercato emergenti.

Tra le raccomandazioni finali del gruppo vi è la necessità di misure che incoraggino i produttori ad abbracciare nuove opportunità, in particolare nel segmento dei vini analcolici, che è diventato un mercato sempre più significativo.

Il gruppo ha esortato la Commissione a rivedere il quadro giuridico dell'Ue per "facilitare la commercializzazione di prodotti vitivinicoli più in sintonia con le nuove esigenze dei consumatori". Ciò include "vini più accessibili" e "vini completamente e parzialmente de-alcolizzati, nonché vini non/de-alcolizzati a basso contenuto alcolico".

La dealcolizzazione, un processo che rimuove l'alcol dal vino, si è evoluta in modo significativo e può ora produrre vini con livelli alcolici moderati (10-12% di alcol in volume) o quasi del tutto assenti, noti come vini NoLo.

Mentre il settore della birra ha introdotto con successo prodotti analcolici, l'industria del vino è stata più lenta nell'innovare. Il mercato globale delle bevande NoLo raggiungerà circa 13 miliardi di dollari nel 2023, segnando un aumento del 62% dal 2018.

Il settore del vino a un bivio

Il gruppo ha chiesto l'aggiornamento delle regole, che riguardano le definizioni, le pratiche enologiche, il confezionamento e l'etichettatura.

Le raccomandazioni suggeriscono di esplorare iniziative promozionali finanziate dall'Ueper questi prodotti, un'idea che sarebbe stata inconcepibile solo pochi anni fa.

La proposta di una politica di promozione dell'Ue per i vini NoLo in particolare è destinata a suscitare polemiche, con la Federazione europea dei vini d'origine (EFOW) che ha già espresso alcune preoccupazioni in un commento successivo alla pubblicazione delle raccomandazioni.

Per decenni, il settore vinicolo dell'Ue ha beneficiato di un quadro normativo e di un sostegno finanziario volti a migliorare la qualità e la capacità di risposta del mercato.

Tuttavia, il commissario all'Agricoltura Christophe Hansen, intervenendo all'ultima riunione del gruppo lunedì, ha riconosciuto che il settore si trova ora ad affrontare una crisi, nonostante anni di aumento delle vendite e delle esportazioni e una crescente reputazione di qualità.

Hansen ha indicato diversi fattori alla base delle sfide attuali, tra cui le scorte di vino invendute - in particolare nel segmento dei vini rossi - la lenta ripresa della domanda dopo la pandemia Covid-19 e le preoccupazioni economiche più ampie, come la crisi del costo della vita e la volatilità del commercio internazionale.

Inoltre, le raccomandazioni includono misure per affrontare emergenze come eventi meteorologici avversi o cali improvvisi della domanda esterna, in particolare quando le controversie commerciali portano a un aumento dei dazi nei mercati chiave.

Inversione di rotta

La disponibilità del gruppo ad accogliere i vini NoLo segna un cambiamento significativo. I precedenti tentativi di affrontare il tema del vino senza alcol hanno incontrato resistenza, in particolare durante la riforma della Politica agricola comune (PAC) del 2018.

All'epoca, la Commissione aveva proposto di consentire ad alcuni vini europei protetti - quelli a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP) - di essere sottoposti a dealcolizzazione.

L'iniziativa mirava ad allinearsi alla domanda di mercato determinata da preoccupazioni sanitarie, restrizioni alla guida e dalla necessità di accedere a mercati in cui l'alcol è vietato per motivi religiosi.

La proposta del 2018, anche se alla fine è stata approvata dai legislatori, ha suscitato polemiche soprattutto in Italia, dove le incomprensioni hanno fatto temere all'opinione pubblica che l'Ue intendesse diluire tutti i vini aggiungendo acqua.

Da allora, la Commissione ha proceduto con cautela nel tentativo di bilanciare gli interessi tradizionali del vino con le opportunità emergenti.

Ma con il cambiamento delle abitudini dei consumatori e il crescente potenziale di mercato, il settore vinicolo rischia di rimanere indietro se non si adegua. La questione è diventata delicata per i produttori di vino tradizionali, poiché l'inazione su questo promettente mercato sta stimolando la concorrenza esterna al settore.

Hansen ha confermato che la Commissione valuterà le proposte del gruppo e svilupperà un calendario per l'eventuale attuazione.