Zelensky al Consiglio Ue: “Servono risorse. Il prestito sui beni russi è la soluzione giusta"
L’Ucraina ha bisogno di risposte immediate e non può permettersi altri rinvii. Dal Consiglio europeo di Bruxelles, Volodymyr Zelensky mette sul tavolo dei leader Ue il nodo più urgente: garantire risorse certe per evitare un deficit che potrebbe superare i 50 miliardi di euro.
“Non possiamo lasciare l’Ucraina senza una risposta in questi giorni sulle opportunità finanziarie per il prossimo anno”, ha avvertito il presidente ucraino mentre il Consiglio Ue è in corso. Un buco di bilancio di queste dimensioni, ha spiegato, rappresenta “una minaccia reale” perché incide direttamente sulla capacità del Paese di difendersi.
Prestito sui beni russi congelati
Secondo Zelensky, all’interno dell’Unione esistono posizioni diverse sugli strumenti da usare, ma la soluzione più equa resta quella di un prestito europeo basato sui beni russi congelati.
“La forma più giusta è il prestito di riparazione: così la Russia capisce che è colpevole e che dovrà pagare per i danni e le distruzioni provocate”, ha detto, sollecitando una decisione rapida.
Zelensky ha ribadito che Kiev continua a puntare su una soluzione diplomatica, ma senza illusioni. “Facciamo tutto il possibile per porre fine alla guerra, ma i russi parlano più di guerra che di pace. Per questo l’Ucraina deve restare forte”, ha spiegato, avvertendo che i rischi sono “molto elevati” se i finanziamenti dovessero mancare.
Nato, Donbass e Zaporizhzhia
Sul fronte della sicurezza, il presidente ucraino ha ricordato che l’ingresso nella Nato resta un obiettivo strategico. “Non serve cambiare la Costituzione: meritiamo l’adesione, che è una vera garanzia di sicurezza”, ha detto, lasciando intendere che - monostante la contrarietà degli Usa - le posizioni potrebbero evolvere.
Restano però irrisolti alcuni dei dossier più sensibili nei contatti con gli Stati Uniti e i partner occidentali, a partire dal Donbass, parzialmente occupato dalla Russia, e dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia. “Non funziona, è stata distrutta, ma deve produrre energia. È un nostro diritto”, ha sottolineato Zelensky.
Il Consiglio Ue
I 27 leader dell'Unione europea si sono riuniti giovedì a Bruxelles per prendere una decisione che potrebbe ridefinire l'architettura di sicurezza del continente: come raccogliere almeno 90 miliardi di euro per soddisfare le esigenze finanziarie e militari dell'Ucraina per il 2026 e il 2027.
Con gli Stati Uniti che spingono per un rapido accordo tra l'Ucraina e la Russia, diplomatici e funzionari inquadrano il vertice di oggi come un momento decisivo per gli europei, che devono massimizzare la loro influenza collettiva e dimostrare di essere ancora in gioco.
"Non si tratta solo di numeri", ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen alla vigilia del vertice. "Si tratta anche di rafforzare la capacità dell'Ucraina di garantire una pace reale, giusta, duratura, che protegga l'Ucraina e quindi anche l'Europa".
Ci sono due opzioni principali sul tavolo per raggiungere la cifra di 90 miliardi di euro. La prima è una proposta innovativa che prevede di convogliare i beni immobilizzati della Banca centrale russa in un prestito di riparazione a tasso zero per l'Ucraina, che il Paese dovrebbe rimborsare solo dopo che Mosca avrà compensato i danni causati dalla sua invasione, cosa estremamente improbabile.
La seconda è un prestito comune sui mercati finanziari, come la Commissione ha fatto per conto di tutti gli Stati membri durante la pandemia Covid-19.
Entrambe le opzioni presentano pro e contro formidabili che pesano molto sulla mente dei leader. Ma c'è una differenza fondamentale: mentre il debito comune richiederebbe l'unanimità per modificare le regole di bilancio dell'Ue - uno scenario quasi impossibile a causa dell'opposizione intransigente dell'Ungheria - il prestito di riparazione potrebbe essere approvato solo con una maggioranza qualificata.
L'aritmetica ha portato il Belgio sotto i riflettori. Il Paese detiene beni russi per 185 miliardi di euro e teme di essere vittima delle ritorsioni senza esclusione di colpi di Mosca se il prestito di riparazione dovesse andare avanti. Il primo ministro belga Bart De Wever ha definito la proposta "fondamentalmente sbagliata" e piena di "molteplici pericoli".
Il vertice di giovedì vedrà quindi i leader tentare di placare le numerose preoccupazioni di De Wever e garantire la partecipazione del Belgio all'audace schema. Nei giorni scorsi, Italia, Bulgaria, Malta e Repubblica Ceca hanno espresso riserve sul prestito di riparazione, mentre Euroclear, il depositario che custodisce i 185 miliardi di euro, ha espresso critiche.
Perché c'è disaccordo tra i Paesi Ue
I negoziati saranno lunghi, ardui e potenzialmente esplosivi. Tra le altre cose, il Belgio ha chiesto garanzie a tempo indeterminato per proteggersi da qualsiasi insidia. Al contrario, gli altri Stati membri vogliono accordarsi su una cifra fissa.
"Vogliamo che tutti i rischi siano coperti e mutualizzati senza limiti, per intero e fin dal primo giorno", ha dichiarato un diplomatico di alto livello, parlando a condizione di anonimato. "I rischi che affrontiamo non hanno un tetto massimo, quindi non possiamo accettare una garanzia che abbia un tetto massimo".
António Costa, presidente del Consiglio europeo, ha promesso che il Belgio non sarà scavalcato. "Questa non è una lotta tra l'Europa e il Belgio", ha dichiarato.
Se i leader riusciranno a convincere De Wever, si aprirà la strada per la realizzazione del prestito di riparazione. Se non ci riusciranno, discuteranno del debito comune all'ombra del veto dell'Ungheria. Se le due opzioni si riveleranno intrattabili, la Commissione dovrà elaborare rapidamente una soluzione provvisoria per garantire che l'assistenza all'Ucraina rimanga ininterrotta.
"La riunione durerà il tempo necessario", ha dichiarato un funzionario dell'Ue, lasciando intendere che il dibattito potrebbe protrarsi per tutta la giornata di venerdì e anche oltre.
Il tempo scorre veloce: Kiev ha bisogno di una nuova iniezione di aiuti esteri già ad aprile. Dopo l'ultimo vertice inconcludente, il blocco non può permettersi un'altra debacle. Con Washington e Mosca che guardano con attenzione a Bruxelles, i funzionari ammettono che il fallimento non è un'opzione.