Difesa: italiani divisi sulla spesa

L'aumento delle spese per la difesa è uno dei temi più dibattuti in Europa in questi giorni, soprattutto dopo la discussione sul piano ReArm Europe. Cresce infatti la pressione proprio su quei paesi, tra cui l'Italia che ad oggi sono lontani dal target Nato del 2% del Pil in spese militari.
Ma cosa dice l'opinione pubblica? secondo un recente sondaggio realizzato da YouTrend per SkyTG24 gli italiani sembrano essere profondamente divisi sulla questione.
Sarebbero infatti in egual misura favorevoli e contrari all'aumento delle spese per la difesa, ma con differenze interne che riguardano non solo i partiti di opposizione ma anche quelli di maggioranza.
Tra i contrari, ci sono soprattutto i sostenitori del Movimento Cinque Stelle. Il sondaggio suggerisce anche che la maggioranza, il 41% degli italiani - è contraria all'invio di soldati italiani in Ucraina, a meno che non si tratti di una missione di pace a guida ONU.
Quanto rivelato dal sondaggio, trova conferma nelle opinioni che Euronews ha raccolto nella capitale.
"Sì, sono d'accordo con il piano ReArm Europe perché credo che l'Europa debba essere in grado di difendersi secondo il principio della deterrenza. Cioè le armi servono, servono per evitare di fare la guerra", racconta un signore.
"Sono contro le guerre, contro le armi, direi che i soldi possono essere spesi per altre cose" aggiunge una giovane donna.
Come ci spiega Daniele Gallo, Professore ordinario di Diritto dell'Unione europea dell'Università Luiss, la posizione dell'Italia nella trattativa europea sulla difesa è delicata.
"I rischi per l'Italia sono soprattutto quelli di un eccessivo indebitamento" racconta Gallo. "Poiché l'Italia è più indebitata rispetto ad altri Paesi. In secondo luogo, una parte dei fondi per la coesione viene destinata alla difesa. In terzo luogo, alcuni Paesi, tra cui Austria e Svezia, si sono opposti alla creazione di un debito pubblico europeo".
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