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Cognome del marito addio? Millennials e Gen Z rivoluzionano la tradizione matrimoniale

• 17 avr. 2025 à 08:58
3 min de lecture
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Un recente sondaggio di YouGov UK, condotto su 2.192 adulti britannici, rivela che la pratica di adottare il cognome del coniuge sta perdendo consensi tra le donne Millennials e Gen Z.

Solo il 35 per cento delle intervistate tra i 18 e i 34 anni dichiara che manterrebbe la tradizione, mentre il 24 per cento preferisce che entrambi i partner conservino il proprio cognome. Questi numeri segnano un cambiamento culturale che mette in discussione usi radicati da secoli.

Crescono doppio cognome e fusioni creative

Il sondaggio mette in luce anche l’ascesa delle alternative: il doppio cognome “a barra” convince il 17 per cento degli uomini e il 20 per cento delle donne più giovani, mentre la fusione dei due cognomi in un’unica nuova identità è la scelta meno popolare.

Tra le opzioni più innovative spicca la creazione di un cognome condiviso, espressione di una coppia che vuole simboleggiare parità e mutua appartenenza, ma ancora in fase di sperimentazione sociale.

Radici storiche: la coverture e il controllo patriarcale

L’abitudine del cambio del cognome risale al principio legale della coverture, secondo cui la donna sposata cessava di esistere come soggetto giuridico distinto dal marito. In base a questa norma, i beni e l’identità legale della moglie venivano assorbiti dal coniuge. Pur suonando romantica nell’immaginario collettivo, la tradizione incarnava un netto squilibrio di potere e annullava l’autonomia femminile — un’eredità patriarcale che oggi le nuove generazioni stanno rifiutando.

Le eccezioni europee: Spagna, Islanda e Grecia

Se nel Regno Unito la tradizione è ancora maggioritaria tra le generazioni più anziane, in alcuni Paesi europei le norme sono già evolute. In Spagna e Islanda le donne mantengono normalmente il cognome di nascita, mentre in Grecia una legge del 1983 impone alle spose di conservare il proprio nome per tutta la vita. Questi modelli dimostrano come l’equilibrio di genere nella sfera familiare possa partire anche da semplici scelte anagrafiche.

Uguaglianza di genere e scelta personale

L’indagine YouGov evidenzia un netto divario generazionale: tra chi ha più di 55 anni, oltre il 70 per cento continua a prendere il cognome del marito, mentre nelle fasce under 35 prevalgono autonomia e sperimentazione. Il dato riflette una crescente sensibilità verso l’uguaglianza di genere, in cui il nome non è più un semplice dettaglio formale, ma un simbolo di identità personale e rispetto reciproco nella coppia.

Il confronto con gli Stati Uniti

Uno studio analogo condotto nel 2023 negli Stati Uniti conferma la persistenza di schemi tradizionali: circa l’80 per cento delle donne sposate ha scelto di adottare il cognome del marito, mentre solo il 14 per cento ha mantenuto il proprio e il 5 per cento ha optato per il doppio cognome. La distanza fra UK e USA suggerisce che la spinta alle nuove pratiche anagrafiche avanza più rapidamente oltremanica, forse per via di politiche familiari e culturali differenti.

Verso un futuro di scelte consapevoli

Il dibattito sul cognome matrimoniale non è solo una questione amministrativa, ma un indicatore di come la società ripensa ruoli e stereotipi di genere. Millennials e Gen Z mettono al centro la libertà di scelta, superando tradizioni patriarcali in nome di relazioni paritarie. Che si tratti di mantenere il proprio nome, di comprimere i cognomi in un doppio passaggio o di innovare con fusioni originali, l’importante è che la decisione sia condivisa e rispettosa dell’identità di entrambi i partner.