Senza allargamento l’UE rischia di “perdere credibilità”, avverte il Montenegro
L’Unione europea pagherebbe un prezzo geopolitico “enorme” e “perderebbe credibilità” se non dovesse riuscire ad allargarsi, ha affermato a Euronews il vice primo ministro del Montenegro Filip Ivanović.
In un’intervista rilasciata durante il Vertice sull’allargamento di Euronews a Bruxelles il 4 novembre, Ivanović ha dichiarato: “Se l’allargamento non dovesse avvenire, non solo con il Montenegro, ma anche con gli altri Paesi candidati, il concetto stesso di Unione europea perderebbe la sua credibilità: non sarebbe più europea, non sarebbe più un’Unione”.
“Per noi sarebbe una situazione devastante (...) e sarebbe un segnale terribile per tutti gli altri Paesi candidati, che capirebbero che qualsiasi cosa facciano è inutile”, ha aggiunto. “E questo non possiamo accettarlo”.
L’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 ha rilanciato il processo di allargamento dell’Unione europea, da tempo in stallo, mentre Bruxelles punta a integrare i Paesi del suo versante orientale.
Il Montenegro, il più piccolo dei nove Paesi candidati all’adesione, è attualmente il più avanzato nell’attuazione delle riforme costituzionali, giudiziarie ed economiche necessarie perché Bruxelles ritenga un Paese pronto all’ingresso.
Ivanović ha ribadito l’obiettivo del suo governo di concludere i negoziati di adesione nel 2026, aprendo la strada all’ingresso ufficiale entro gennaio 2028. “Questo è il motivo per cui diciamo 28 entro il 28, ovvero 28 Stati membri entro il 2028”, ha spiegato.
Le sue parole sono giunte poche ore dopo che la Commissione europea ha pubblicato la sua relazione annuale sui progressi dei Paesi candidati nell’attuazione delle riforme, nel quale il Montenegro viene considerato in linea con gli obiettivi previsti purché continui a mantenere “il ritmo delle riforme”.
Il Montenegro punta all’adesione “a pieno titolo”
Il processo di allargamento dell’UE, pur essendo altamente tecnico, richiede anche l’appoggio unanime di tutti gli Stati membri in diverse fasi del processo.
La candidatura dell’Ucraina è attualmente bloccata dal premier ungherese Viktor Orbán, che negli ultimi anni ha utilizzato il proprio potere di veto per ostacolare numerose decisioni di politica estera dell’UE. Ciò ha sollevato interrogativi sulla capacità dei processi decisionali del blocco di funzionare in un’Unione allargata che potrebbe contare 30 o più Paesi.
I funzionari dell’UE a Bruxelles hanno avanzato l’ipotesi di ammettere nuovi membri senza attribuire loro pieni diritti di voto. Alla domanda su questa prospettiva, Ivanović ha detto: “Il nostro obiettivo è un’adesione a pieno titolo”.
“Capisco da dove nascono queste preoccupazioni. Ma il Montenegro è da anni allineato, allineato al 100%, con la politica estera e di sicurezza comune dell’UE”.
Il rischio che i nuovi membri possano fare passi indietro sui valori fondamentali dell’UE, quali lo Stato di diritto, la libertà dei media e il rispetto dei diritti umani, ha inoltre spinto i funzionari a valutare la possibilità di sottoporre i nuovi Paesi a una fase probatoria prima di confermarne pienamente l’adesione.
“Siamo sotto esame da 13 anni, e lo saremo ancora fino alla chiusura di tutti i capitoli negoziali”, ha risposto Ivanović quando gli è stato chiesto della prospettiva del periodo di prova.
“Quindi, una volta chiusi i capitoli negoziali, per quanto mi riguarda, la prova è finita”.
Aujourd'hui