Guerra commerciale, Trump cerca di isolare la Cina e lancia un'indagine sulle terre rare

Donald Trump ha firmato martedì un ordine esecutivo per avviare un'indagine sui minerali critici, che potrebbe portare a ulteriori dazi sulle risorse industriali.
La decisione del presidente degli Stati Uniti segue quelle analoghe di recente sulle importazioni di chip e prodotti farmaceutici, segnalando un ulteriore allargamento della guerra commerciale globale.
L'indagine, ai sensi della Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, mira a "determinare gli effetti sulla sicurezza nazionale delle importazioni di minerali critici lavorati e dei loro prodotti derivati", secondo il documento ufficiale.
"I minerali critici, compresi gli elementi delle terre rare, sotto forma di minerali lavorati sono materie prime essenziali e fattori produttivi critici necessari per la sicurezza economica e nazionale", si legge dell'ordine esecutivo.
La stessa legge è stata utilizzata in precedenza da Trump per imporre tariffe doganali del 25 per cento su acciaio e alluminio, oltre che per avviare un'indagine sulle importazioni di rame.
Il mese scorso, il presidente ha firmato un ordine esecutivo per stimolare la produzione nazionale di materie prime critiche, fornendo sostegno al settore sotto forma di finanziamenti e prestiti.
La misura è ampiamente considerata come mirata alla Cina, che domina la catena di approvvigionamento globale delle "terre rare", minerali critici per l'industria tecnologica avanzata.
La strategia di Trump sulle materie prime importate dalla Cina
Secondo la Casa Bianca, gli Stati Uniti dipendono dalle importazioni di 15 minerali critici, il 70 per cento dei quali proviene dalla Cina.
Venerdì scorso, Pechino ha annunciato restrizioni alle esportazioni di un'ampia gamma di terre rare come germanio, gallio, antimonio e magneti, in risposta ai forti aumenti tariffari di Trump.
Gli Stati Uniti dispongono di una sola miniera di terre rare e di nessuna fonderia nazionale, per cui dipendono fortemente dalla Cina per queste risorse naturali, che sono fondamentali per i dispositivi elettronici, per le batterie dei veicoli, per gli aerei e la difesa di ultima generazione.
La Cina domina la produzione globale di oltre la metà dei 50 minerali critici identificati dal governo statunitense nel 2022, secondo un rapporto di TD Economics. Inoltre, detiene un quasi monopolio della raffinazione, trattando il 90 per cento delle terre rare globali.
I Paesi occidentali hanno preferito per anni non lavorare tali elementi, perché il processo di estrazione e raffinazione è altamente inquinane. Per rafforzare la propria posizione nella guerra commerciale, tuttavia, gli Stati Uniti dovranno diversificare l'approvvigionamento di queste materie prime o aumentare la produzione nazionale.
"I minerali critici e i loro prodotti derivati affrontano significative vulnerabilità della catena di approvvigionamento globale e distorsioni del mercato a causa della dipendenza da un piccolo numero di fornitori stranieri", si legge nel documento investigativo di martedì.
"La dipendenza degli Stati Uniti dalle importazioni e la vulnerabilità delle nostre catene di approvvigionamento solleva il potenziale rischio per la sicurezza nazionale, la prontezza della difesa, la stabilità dei prezzi e la prosperità economica e la resilienza".
A febbraio, Trump ha chiesto 500 miliardi di dollari (442 miliardi di euro) di terre rare e minerali critici dell'Ucraina come parte dei colloqui di pace, una mossa vista anche come uno sforzo strategico per rafforzare la posizione degli Stati Uniti contro la Cina.
Trump chiede all'Europa di isolare la Cina
Una delle condizioni che il presidente Usa Donald Trump presenterà nei negoziati con oltre 70 paesi per abbassare i dazi sarà quella di isolare la Cina, secondo il Wall Street Journal.
Nello scontro commerciale ormai conclamato con la seconda potenza mondiale, sui cui gli Usa hanno imposto dazi al 145 per cento e subito contro-tariffe al 125 per cento, la Casa Bianca punta a intralciare il commercio della Cina attraverso altri Paesi e la produzione all'estero delle aziende cinesi, secondo quanto riportato dal quotidiano finanziario.
Pechino ha auspicato da parte sua che "gli Usa si liberino quanto prima dall'ossessione per l'egemonia e riconoscano che l'uso indiscriminato della forza non renderà di nuovo grande l'America", ha detto il portavoce del ministero della Difesa, Zhang Xiaogang.
Il governo cinese avrebbe bloccato anche gli acquisti di aerei già ordinati dal produttore americano Boeing, una decisione menzionata dal presidente statunitense che non ha trovato conferma dalle autorità di Pechino.
Le reazioni del mercato alla lotta sulle terre rare
I principali titoli minerari australiani sono scesi durante la sessione asiatica di mercoledì, con le azioni di BHP, Rio Tinto e Phibara Minerals in calo, al pari dei futures sui minerali di ferro e di rame.
La flessione del settore delle risorse potrebbe anche essere legata alle notizie secondo cui Nvidia starebbe affrontando nuove restrizioni alle esportazioni statunitensi verso la Cina, che potrebbero costare al gigante tecnologico miliardi di dollari.
Si prevede che queste nuove regolamentazioni possano frenare la domanda di risorse industriali come il rame e alcuni minerali critici utilizzati nella produzione di chip, e avere un impatto anche sui mercati europei.
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